Il gruppo politico e consiliare di minoranza discute la posizione di Silvia Nessi, assessore al Turismo e al Commercio
“Controverso che l’assessorato al turismo sia affidato a un operatore già attivo in paese”
MANDELLO – “L’Assessore al Turismo Silvia Nessi ha finalmente incontrato gli operatori turistici per definire le strategie del settore, dopo aver dichiarato le sue prossime mosse sulle attività future. Considerato che l’Assessore è a sua volta un importante e rilevante operatore turistico in paese, le chiediamo espressamente di riflettere sul suo ruolo in questa fase cruciale e importante del paese”.
Arriva dopo la serata sul turismo organizzata lo scorso lunedì in sala consiliare, l’appello del gruppo politico Casa Comune per Mandello rivolto in via diretta proprio a chi l’incontro lo ha organizzato: Silvia Nessi, assessore al Turismo e al Commercio.
“In questo periodo si è infatti aperta una significativa discussione collettiva a Mandello in merito alle scelte urbanistiche e di destinazione di alcune aree (Pgt, area campeggio e giardini a lago) e un’altrettanta sensibile valutazione, anche in termini di etica pubblica di queste scelte che avranno a che fare anche col tema turistico”.
Casa Comune giunge poi al punto: “Abbiamo sempre ritenuto discutibile, per ragioni di evidente opportunità politica e di sempre possibili sovrapposizioni di ruolo, che l’assessorato al turismo fosse affidato a un operatore già attivo in paese, ma ora più che mai serve una risposta diversa proprio alla luce della rinnovata attenzione della cittadinanza al corretto e trasparente governo della cosa pubblica”.
A essere messo in luce un conflitto d’interesse, tra pubblico e privato, stando alle parole del gruppo politico e consiliare mandellese: “Rispettiamo il lavoro privato dell’assessore Nessi, ma davvero non crediamo che sia buona cosa la sua permanenza nel ruolo amministrativo pubblico oggi più che mai. Non faremo certamente ‘crociate’ su questo punto ma è venuto il tempo di porre con serenità e franchezza anche questo tema. La cosa pubblica, a nostro avviso, andrebbe gestita da chi non possa nemmeno lontanamente essere ‘sospettato’ di avere un qualche possibile interesse di natura professionale e/o personale nella materia di cui si occupa, nel luogo stesso in cui svolge l’attività politica”.