Il primo cittadino traccia il bilancio di fine anno e fine mandato tra opere pubbliche, un paese diviso tra turismo e industria, nuove sfide
Prima delle elezioni di primavera 2026, dove si candiderà per la terza volta, due obiettivi: “Posare la prima pietra del centro remiero e avviare la procedura di affidamento del Lido”
MANDELLO – Dieci anni di amministrazione possono cambiare profondamente il volto di un territorio, e a Mandello questo cambiamento è evidente. Riccardo Fasoli, sindaco dal 2015 e ora pronto a ricandidarsi per un terzo mandato nelle elezioni di primavera 2026 dopo la modifica normativa che glielo consente, ripercorre nell’intervista di fine anno un decennio attraversato da trasformazioni strutturali e da una convivenza sempre più complessa tra vocazione industriale e attrattività del lago.
Con uno sguardo che parte dall’evoluzione del paese, passato da una fase di immobilismo infrastrutturale a una stagione di cantieri continui, Fasoli rivendica diverse opere strategiche. Il 2025, definito “tribolato”, è stato l’anno della messa a terra della variante al PGT e dell’avanzamento dei due progetti cardine: il nuovo stabilimento Moto Guzzi e il centro QC Terme nell’ex vellutificio Redaelli. Accanto alle luci, anche le ombre: la complessa vicenda dell’area Pramagno, i nodi degli affitti brevi che sottraggono case ai residenti, il rischio di snaturare l’identità industriale del paese a vantaggio del turismo, la sicurezza dei sentieri montani sempre più frequentati. Sul fronte economico pesa la crisi Carcano, mentre la sanità locale affronta il ricambio dei medici di base.
In chiusura, lo sguardo al futuro e alle prossime elezioni in primavera, una sfida politica che lo vedrà confrontarsi con Riccardo Mariani (Casa Comune per Mandello Democratica), in un testa a testa tra sindaci che negli ultimi vent’anni hanno segnato la storia politica mandellese.
Prima di fare un bilancio dell’anno appena concluso, è opportuno ricordare che da dieci anni ricopre il ruolo di sindaco di Mandello. In questo periodo di tempo com’è cambiato il paese?
“Sicuramente è cambiato sotto il profilo turistico, cambiamento che possiamo rilevare quasi tutti i giorni, perché ormai anche nel periodo invernale c’è tantissima gente che frequenta il territorio, inteso sia come Lago di Como che come paese di Mandello. C’è stato un boom di strutture turistiche non ricettive, i cosiddetti affitti brevi, che abbiamo cercato di controllare e governare, anche se non è facile. Parlando di infrastrutture e opere pubbliche, posso dire che nel giro di dieci anni, dopo un periodo in cui si faceva poco o nulla sotto questo fronte, abbiamo raggiunto risultati importanti e garantito continuità negli interventi. Quando abbiamo cominciato ad amministrare Mandello non avevamo neanche lo svincolo che siamo riusciti ad aprire da e per Sondrio e non avevamo le fermate dei treni diretti a tutte le ore. È chiaro che c’è ancora molto da fare, però tanto è stato fatto. Ricordo che Piazza Garibaldi si riempiva di quasi un metro d’acqua tutte le volte che diluviava: ora c’è un’area pedonale, spazio per le attività commerciali e un lungolago che prima non c’era in zona giardini. Senza dimenticare il lungolago di Olcio e la spiaggia, la più grande fruibile sul nostro territorio, messa completamente a disposizione della comunità quando prima lo era soltanto in parte. Penso poi alla piazza del Sacro Cuore, che prima del nostro intervento era poco più di un incrocio. E poi altri lavori che non si vedono, come quello del ponte di Luzzeno, che in realtà è stato un intervento molto importante per noi e che ha portato via anche un bel po’ di risorse. In questi anni siamo anche stati a fianco delle aziende, provando a interloquire con loro. Un ambito che magari non era strettamente di nostra competenza, però abbiamo cercato di fare tutto il possibile per riuscire a coniugare l’aspetto turistico che è venuto avanti negli ultimi tempi con quello storico del paese, a stampo prettamente industriale”.
A proposito di rapporti con le aziende, qual è la posizione dell’Amministrazione rispetto alla questione Carcano emersa in questi giorni? (i sindacati, dopo un anno di crisi dell’attività, hanno chiesto urgentemente di convocare la IV Commissione Attività Produttive di Regione Lombardia, essendo a rischio centinaia di posti di lavoro)
“Siamo a conoscenza di tutte le problematiche affrontate da Carcano negli ultimi sette-otto anni. Capire dove l’azienda potesse andare con la morte del professor Riccardo Zelioli è stato complicato. Nel frattempo c’è stata una pandemia, ci sono stati due ricambi manageriali, c’è stato l’incendio a Delebio. Attenzioniamo le vicende di Carcano da tempo, interloquendo sia con la proprietà che coi sindacati. Se ci sarà data possibilità, senza diciamo sforare in competenze non nostre, faremo la nostra parte come sempre. Dopodiché, svolgere attività industriale a Mandello non è facile, perché qualche infrastruttura sicuramente manca. Però dall’altra parte, se è una terra fertile dal punto di vista industriale, sia in termini di competenze artigianali che di competenze generiche che si sono sviluppate negli anni, qualche motivo ci sarà. E così vogliamo che sia anche in futuro”.
Tornando a quest’anno, amministrativamente parlando, in una parola come lo descriverebbe e perché?
“Tribolato. Se l’anno precedente avevamo cercato di cominciare a mettere a terra la variante generale del PGT, e quindi un sacco di opere importanti (sia pubbliche ma soprattutto private), il 2025 è stato l’anno in cui concretamente ci siamo impegnati a dar vita a tutto questo. Parlo principalmente del nuovo stabilimento della Moto Guzzi e dell’ex vellutificio Redaelli, dove arriverà QC Terme. E’ stato anche l’anno in cui abbiamo dovuto fare i conti con i lavori alla ferrovia che hanno portato inevitabilmente alla modifica della viabilità interna al paese, soprattutto nel periodo estivo con la chiusura del sottopasso. Una situazione che tuttavia abbiamo gestito bene, con una buona pianificazione e che non ha causato problemi importantissimi. Ora Mandello ha un sottopasso funzionale e una stazione riqualificata, ben illuminata, visibile, e che con gli ultimi interventi sta diventando accessibile a tutti. Abbiamo fatto in modo di agevolare RFI, permettendo che i lavori venissero svolti nel miglior modo possibile. E’ stato anche l’anno in cui siamo riusciti a fare un po’ di interventi sulla scuola, in attesa di quelli più grossi, che oggi permettono di avere un edificio a prova di infiltrazioni. Devo dire che anche come spazi interni la Pertini (scuola elementare) è un nostro fiore all’occhiello e una delle più funzionali, penso, della provincia. Ci siamo messi nelle condizioni di avere per ogni classe un laboratorio personalizzato“.
Rimanendo in tema di opere pubbliche, quale di quelle realizzate negli ultimi dieci anni la soddisfa di più e invece quella che, col senno di poi, avrebbe fatto diversamente?
“Sicuramente dispiace non essere riusciti ancora a riqualificare l’area Pramagno. Costi e tempi si sono dilungati per via di alcuni problemi avuti con le aziende che ci hanno lavorato, inoltre abbiamo riscontrato criticità ambientali che stiamo risolvendo. Uno spazio in parte sportivo, in parte destinato alle associazioni, su cui contavamo e che bisogna riuscire in fretta a rendere disponibile. Ecco, per esempio sullo svincolo, la parte che abbiamo fatto noi è stata realizzata con una ditta molto in gamba. Dispiace un po’ invece che ciò che c’era già, la parte interna, non sia per niente adeguata e sembri un lavoro a metà, purtroppo ce la siamo ritrovata così. Penso anche alla frazione di Somana, dove abbiamo dovuto concentrare più di 200 mila euro di fondi per sistemare un muro di conferimento per una questione di sicurezza pubblica. Soldi che avremmo speso volentieri per altre attività nella frazione, come realizzare un parcheggio in più e sistemare un po’ la pavimentazione, soprattutto le parti storiche. Speriamo di riuscirci il prossimo anno. Sul resto delle opere pubbliche che abbiamo concluso devo dire invece che sono soddisfatto. A volte avrei voluto fare qualcosa di più importante per la cittadinanza, però va considerato che nonostante tutti gli interventi compiuti, l’indebitamento del Comune si è ridotto nel tempo. E’ importante fare progetti ma senza caricare ulteriori debiti su chi viene dopo di te e sulla comunità in generale. E questo noi, nei dieci anni di amministrazione, l’abbiamo fatto: siamo passati da quasi 10 milioni di debito a poco più di 6 milioni e mezzo”.
Uno degli interventi più dibattuti è stato senza dubbio l’area ex campeggio. A che punto siamo?
“L’operazione sta andando avanti e noi siamo particolarmente contenti. Effettivamente la struttura poteva essere più bassa, però la Sovrintendenza che si occupa di tutela ambientale si è espressa favorevolmente. Un’operazione a noi tanto cara perché ci si dimentica cosa c’era prima (un’area decisamente degradata), e nella cui riqualificazione è prevista anche una viabilità aggiuntiva che permetterà di arrivare all’ex campeggio partendo dalla ciclopedonale. Su Via Lungo Lario si creerà un anello a senso unico di modo che, alla fine, unendo tutti gli interventi che facciamo, quindi la ciclopedonale Brezza, l’area dell’ex vellutificio Redaelli fino all’area del campeggio, avremo fondamentalmente una passeggiata che parte dal confine di Abbadia e arriva in completa sicurezza sul lungolago fino alla Gilardoni Raggi X. Quindi veramente un plus che oggi manca, perché bisogna passare nella viabilità ordinaria in mezzo alle automobili, addirittura in alcune zone il marciapiede non c’è, basti pensare alla Canottieri. E poi non va dimenticato che nell’area ex campeggio c’è una spiaggia che rimarrà pubblica, ma avrà un nuovo accesso anche per i portatori di disabilità, più un piccolo bar che secondo noi è il modo per mantenere pulito e sorvegliato l’ambiente. L’alternativa utopica sarebbe avere uno spazio libero per tutti e di poterlo sorvegliare in qualche altra maniera, ma se non si ha fisicamente qualcuno tutto il giorno a gestirlo diventa impossibile”.
Sempre restando sul tema turismo, cosa mancherebbe a Mandello per fare un salto definitivo? QC Terme e il nuovo polo Guzzi potrebbero avere un ruolo chiave?
“Dipende cosa si intende per fare il salto, perché Mandello è un territorio molto particolare: da un lato siamo sul Lago di Como e abbiamo una capacità e un’attrattiva turistica che negli anni del boom industriale abbiamo un po’ dimenticato, ma che già la sponda orientale del lago nei primi del ‘900 aveva. La cosa complicata è far convivere le due realtà, turistica e industriale. Credo che anche pensare di fare un salto per essere completamente turistici voglia dire in parte snaturare il nostro territorio e in parte neanche renderlo così attrattivo nel lungo termine, perché si rischia di diventare un paese vuoto e poco autentico. Quindi cercheremo, magari dividendo in due il territorio da sopra e sotto la ferrovia come abbiamo fatto anche nel piano di governo del territorio (PGT), di dare vocazione turistica alla zona lago e mantenere la vocazione industriale e artigianale nella parte alta del paese. Qui si incastrano poi tutte le norme nazionali riguardanti gli affitti brevi che cercheremo di capire, così come cercheremo modi per limitare il fenomeno con gli enti superiori, non perché ci dispiaccia avere strutture ricettive, seppur non siano alberghi, sul territorio, però il rischio è che soprattutto gli investimenti stranieri portino via abitazioni per chi qui vuole vivere e soprattutto per le giovani coppie. Perché comprare casa a Mandello sta diventando impossibile. Un modo per invertire la tendenza degli affitti brevi è diventare attrattivi per le strutture veramente ricettive: se penso all’ex vellutificio, poteva essere un intervento di tutt’altro tipo come appartamenti destinati a case vacanze o seconde case, un piccolo alberghetto magari. E invece abbiamo voluto spingere su un’attività turistica ricettiva vera e propria: un centro benessere più un hotel con 84 camere”.
Sempre parlando di turismo, sul fronte montagna invece che prospettive ci sono? Mandello ha tantissimi sentieri
“In questi anni abbiamo puntato sul turismo lento in sinergia con i Comuni vicini, soprattutto sulla promozione del Sentiero del Viandante. Sul sistema delle Grigne il discorso è un po’ più complicato perché ultimamente abbiamo visto come, trattandosi di una delle montagne più vicine al Milanese, tante persone senza le giuste capacità si siano approcciate ai nostri sentieri, creando non pochi problemi ai soccorritori. Stiamo cercando di lavorare in sinergia con gli altri comuni e le associazioni del territorio per capire che tipo di sviluppo dare al contesto montano. Siamo un po’ bloccati dal fatto che la normativa prevede sulla rete escursionistica lombarda la tracciatura GPS di tutti i sentieri e l’aggiornamento della cartellonistica a tre numeri, rispetto ai due che abbiamo adesso. Per modificarla l’impegno economico diventerebbe importante: sono tantissimi i chilometri di sentieri e sarebbero centinaia di migliaia gli euro da spendere, quindi stiamo valutando anche lì, piano piano, come procedere. Dobbiamo ringraziare poi tutte le associazioni con cui collaboriamo, che organizzano le manifestazioni di corsa in montagna e permettono di tenere in ordine gli itinerari. La frequentazione della montagna negli ultimi tempi è diventata limitata soprattutto all’aspetto sportivo e ricreativo piuttosto che a quello della gestione forestale. Sull’ultimo punto vorremmo cercare di fare di più perché abbiamo un sacco di boschi e territori comunali da dover mantenere. In questi anni abbiamo fatto una serie di lavori che stanno permettendo anche ai privati di poter mantenere meglio le aree boschive e l’idea è di andare avanti su questa strada”.
A Mandello la natalità, come in molti altri paesi, è calata. Ciononostante il Comune ha continuato a investire tanto sulla scuola, sia a livello strutturale che nei progetti educativi (su tutti il progetto Innovamat). Un modo per rendere attrattivo il plesso anche ai Comuni limitrofi?
“Gli studenti in linea di massima sono decisamente diminuiti. Ricordo dieci anni fa le prime commissioni fatte per le scuole dell’infanzia in cui parlavamo di circa una novantina di nuovi iscritti, e i nuovi nati si attestavano tra i 90 e i 100. Adesso i nuovi nati si sono stabilizzati intorno alla cinquantina, un problema secondo me legato a quello che si diceva prima degli alloggi turistici, quindi alla possibilità di trovare anche case a prezzi accessibili, sia perché rispetto al passato si fanno meno figli. Noi investiamo tanto e abbiamo sempre investito tanto sia sulle strutture che sui ragazzi, e continueremo a farlo. Soprattutto per le nostre scuole, che hanno tantissimi anni, bisogna sempre mantenere attiva la progettazione, specialmente per i grossi interventi. Lavori che sicuramente un’amministrazione non si può permettere, ma per cui bisogna sempre farsi trovare pronti in caso di bandi o finanziamenti sovracomunali. Dopodiché la speranza è quella che anche i nostri comuni limitrofi possano continuare ad avere la loro scuola sul proprio territorio perché è importantissimo, per un piccolo centro, riuscirci. Da parte nostra abbiamo sempre puntato ad avere una struttura di qualità per i nostri alunni, ma che in futuro possa eventualmente anche essere, diciamo così, dimensionata per le eventuali necessità dei comuni circostanti e non solo”.
Quest’anno c’è anche stato il rinnovo con la Polisportiva, che gestirà il centro sportivo per i prossimi trent’anni
“Come Comune porteremo avanti con la Polisportiva un sacco di investimenti (1,7 milioni) Tanti strutturali, come il campo da calcio per cui faremo una prima riqualificazione per il manto sintetico. Da parte dell’associazione c’è già l’impegno, tra vent’anni, di rinnovarlo nuovamente. Siamo usciti poi con il bando per la gestione del centro remiero dove cercheremo di coinvolgere anche Canottieri Moto Guzzi. Quindi un altro investimento da oltre 2,3 milioni che, sommati a quelli della Polisportiva, fanno tre milioni e mezzo. Il campo da calcio che realizzeremo adesso sono altri 720 mila euro. Siamo oltre i quattro milioni di investimenti nelle infrastrutture per lo sport. Un grande ringraziamento alle associazioni che si occupano di questo settore, perché fare sport oggi rispetto anche solo quindici anni fa è molto diverso, sia in termini di responsabilità che di professionalità, e conseguentemente di costi”.
Venendo alla sanità, durante l’estate diversi mandellesi si sono ritrovati senza medico di medicina generale
“Abbiamo avuto un po’ di ricambio perché i professionisti storici sono andati quasi tutti in pensione. Ad oggi manca ancora un medico di base, però rispetto ad altre aree che non ne hanno neanche uno siamo avvantaggiati. Avere un gruppo di medici che lavora insieme è un bel plus. Cerchiamo di essere attenti anche con ATS sul ricambio dei medici di medicina generale per evitare che i nostri cittadini restino senza medico. Inoltre, abbiamo scoperto recentemente che il Comune è proprietario dell’immobile in cui si trova il poliambulatorio, dove c’è l’ASST, per cui ci stiamo impegnando con un progetto di riqualificazione per rendere maggiormente fruibile la struttura. Poi con l’ospedale stiamo cercando di confrontarci per poter inserire qualche servizio in più. Nonostante la poca natalità, abbiamo la fortuna di avere un consultorio e la pediatra di libera scelta. Poi l’obiettivo è quello di riuscire ad avere un’area prelievi e altri ambulatori di disponibilità. E’ tornata cardiologia e speriamo di rimettere odontoiatria perché non tutti possono permettersi un dentista privato”.
Viabilità, un nodo cruciale soprattutto per le lunghe code che attraversano SP72 ed SS36 d’estate, ma anche nella quotidianità soprattutto nel tratto tra Mandello-Abbadia e viceversa, dove spesso si verificano numerosi incidenti. Appena avviata la sua campagna elettorale si è parlato dello svincolo per Lecco, che potrebbe essere risolutivo o comunque migliorare la situazione. Ci sarebbe già un’idea di progetto o per il momento è solo un impegno?
“Lo svincolo per Lecco è un impegno importante che vogliamo portare avanti per due motivi: uno, appunto, per cercare di limitare il traffico estivo e le lunghe colonne provocate dagli incidenti, ma anche per garantire un’infrastruttura ai veicoli pesanti, viste tutte le attività industriali che abbiamo sul territorio e che non vogliamo scompaiano. Passare dal centro di Abbadia o dalla provinciale, soprattutto vicino alla roccia a sbalzo della Canottieri nonostante gli interventi di sistemazione fatti negli anni, non è l’ideale per i camion. Rispetto al progetto dello svincolo per Lecco, le strade che abbiamo sono due: portare avanti il vecchio progetto, che però significherebbe far immettere i veicoli di nuovo sulla SS36 dai tornanti di Maggiana; oppure seguire la strada già in parte tracciata nel nostro PGT, che consiste nel sistemare Via Mazzini, collegare via Nazario Sauro, cioè tutta la parte industriale di Via della Costituzione con Strada per Maggiana, e poi capire quale potrebbe essere il punto più corretto per realizzare uno svincolo veramente fruibile. Idealmente si vorrebbe realizzare uno svincolo simile a quello di Dervio, quindi in galleria, con ingresso e uscita nell’attuale zona Carletta, dove si trova il centro di raccolta. Abbiamo dato una linea di indirizzo agli uffici per la predisposizione del piano urbano del traffico, che fondamentalmente è uno studio che ci permetterà di studiare il traffico sul nostro territorio e pianificare come farlo girare all’interno del paese, sensi unici, magari prevedendo anche delle corsie riservate ai pedoni o alle biciclette e capire se l’idea di passare per la Carletta possa essere la più fattibile. Chiederemo aiuto anche ai nostri industriali, non tanto a livello economico, ma magari a livello di associazioni di categoria per poter attenzionare questa problematica”.
Parliamo delle elezioni della prossima primavera. Lei si è ricandidato con “Il Paese di Tutti” con l’obiettivo di essere rieletto sindaco per la terza volta. Com’è maturata questa decisione?
“Innanzitutto, è cambiata la normativa, che mi ha permesso di ricandidarmi nuovamente (Il Dl 7/2024 ha concesso la possibilità di svolgere tre mandati consecutivi per i comuni da 5 mila a 15 mila abitanti, Mandello ne ha poco sotto i diecimila ndr). Poi, per prima cosa, ho chiesto al mio gruppo se ritenessero che fossi ancora la persona più adatta per assolvere il ruolo di sindaco, perché dopo dieci anni magari si aveva l’intenzione, la volontà o la possibilità di trovare qualcun altro. Devo dire che il mio gruppo è stato abbastanza tranchant nel dire no, devi andare avanti tu, dandomi grande sostegno. Dall’altro lato ci piacerebbe portare avanti, come gruppo, le due operazioni più grandi che interesseranno il paese a cavallo tra il 2026 e il 2027 (QC Terme e Moto Guzzi). Nei prossimi cinque anni, qualora venissimo rieletti, vorremo dare spazio anche a nuovi soggetti, cosa che ci è risultata difficile le scorse elezioni con gli incontri in presenza limitati per via del Covid. Quindi qualsiasi persona, giovane o meno giovane, che abbiamo voglia di darsi da fare per il territorio e che pensi di poterlo fare in continuità con quello che abbiamo svolto finora, può presentarsi il lunedì sera nella nostra sede”.
Alle elezioni si troverà faccia a faccia con Riccardo Mariani (Casa Comune per Mandello Democratica). Sarà una sfida tra i sindaci che hanno amministrato Mandello negli ultimi vent’anni. Che cosa si aspetta da questo scontro politico?
“Magari progetti, idee diverse. Come “Il Paese di Tutti” metteremo sul campo quanto fatto negli ultimi dieci anni. Devo dire che anche le interlocuzioni con tutte le associazioni sono sempre state molto costruttive, quindi pensiamo di aver fatto un buon lavoro e il modus operandi vuole continuare a essere questo, laddove è chiaro che c’è un’amministrazione che poi deve prendere delle decisioni. Però abbiamo sempre cercato di ascoltare tutte le segnalazioni di tutti i cittadini, anche se chiaramente accontentare tutti è impossibile. Però diciamo che ogni segnalazione è stata in qualche maniera valutata. Per esempio, quando avevamo fatto l’incontro sull’area dei giardini, qualcuno aveva segnalato di mettere una quinta di fiori. Abbiamo seguito il consiglio e devo dire che ha aiutato anche a preservare l’area”.
A proposito di rapporti coi cittadini, spesso dall’opposizione la critica mossa è stata che mancassero un po’ il confronto e la chiarezza verso i cittadini (mi viene in mente la questione campeggio). Com’è cambiata la comunicazione dell’amministrazione nell’arco di questi dieci anni coi cittadini?
“Sicuramente la comunicazione è cambiata. In passato era lasciata agli assessori e al sindaco, adesso abbiamo creato una sorta di ufficio stampa per cui tutte le informazioni delle attività svolte dal Comune vengono canalizzate attraverso gli uffici. Per quanto riguarda il parere dell’opposizione, non penso proprio che manchi chiarezza. Probabilmente a volte, da parte della minoranza, c’è stato il fastidio di vedere delle opere realizzate, dove magari loro avrebbero voluto farle diversamente o non avrebbero proprio voluto concretizzarle. La minoranza, soprattutto negli ultimi cinque anni, piuttosto che portare avanti un dibattito politico ha sempre cercato di trovare il cavillo burocratico per bloccare i progetti, basti pensare al campeggio, questione che è stata buttata in politica quando invece è prettamente tecnica. E quando si è parlato di politica, cioè del progetto con gli standard e tutte le attività in consiglio comunale, persino durante la Commissione III, non è stato detto niente. Quella invece era l’occasione per contestare. Quindi se deve esserci maggiore confronto politico ci vuole anche che vengano espressi dei pareri politici. Se invece l’attività amministrativa è quella di contestare la corretta applicazione di una norma da parte degli uffici, per noi il confronto politico non è questo”.
Un’ultima domanda. Prima che termini il suo mandato, c’è un obiettivo che vorrebbe raggiungere?
“Posare la prima pietra del centro remiero e avviare la procedura per l’affidamento del partenariato pubblico-privato dell’area Lido. Con Canottieri Moto Guzzi stiamo predisponendo tutte le procedure: avremo probabilmente una proroga con loro o un anno o due di gestione provvisoria dello spazio, per arrivare poi a un progetto di partenariato pubblico-privato penso nel 2027, dove ci saranno investimenti e quell’area sarà destinata a essere lido a tutti gli effetti, con servizi per cittadini e turisti ma che riguarderanno la fruizione del lago, mentre adesso c’è un po’ questa pseudo-funzione tra attività sportiva, sala polifunzionale, lido. Ci tengo poi a citare un paio di cose importanti che sono accadute nell’ultimo mese: l’affidamento ad Abilmente, associazione nata per promuovere l’inclusione e il benessere delle persone con disabilità, dell’ex scuola di Rongio per riuscire a concretizzare un progetto volto a coinvolgere i ragazzi in una serie di iniziative. L’altra è la concessione dell’ex scuola in Via XXIV Maggio (tutto il compendio), alla Cooperativa Incontro che vorrebbe fare una struttura che possa anche essere una sorta di ostello, per metà gestita da persone con disabilità, in cui accogliere tutti ma soprattutto per i ragazzi con disabilità e fragilità o per le loro famiglie, per dare loro periodi di sollievo. Il progetto avrà così un doppio risvolto: riuscire a far lavorare i portatori di disabilità e fragilità e al contempo dare loro servizi, oltre a offrire spazi per tutta la comunità. Uno stabile che da prima degli anni 2000 non è più scuola, è sede di associazioni ed è da praticamente quarant’anni che ha bisogno di investimenti importanti. Come sarà per la Polisportiva, qui la cooperativa si impegnerà a fare interventi per oltre un milione di euro”.

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