Il bilancio del mandato che sta per chiudersi e le aspettative in vista delle elezioni di giugno 2024
Intervista al sindaco di Merate, Massimo Panzeri: dagli ex sindaci contro al rapporto con il vice Procopio, passando per i progetti completati e i sogni nel cassetto
MERATE – Dal sogno, che contraddistinguerà la campagna elettorale 2024, di vedere rinascere il Castello Prinetti, simbolo di Merate, al bilancio di questi cinque anni da sindaco della seconda città della Provincia di Lecco, passando per gli obiettivi raggiunti, qualche rimpianto e le mosse in vista di una tornata elettorale che si preannuncia interessante e stimolante e che potrebbe regalare anche qualche colpo di scena con diversi ex sindaci pronti a dar il filo da torcere all’attuale primo cittadino.
Abbiamo incontrato il sindaco Massimo Panzeri per un’intervista di inizio anno e fine mandato, che non poteva non iniziare dai movimenti registrati sotto la Torre in vista delle prossime elezioni comunali.
In città comincia a esserci un gran fermento in vista delle elezioni amministrative in programma molto probabilmente il 9 giugno. Lei, dal canto suo, ha già sciolto le riserve da tempo annunciando la volontà di ricandidarsi per provare a guidare Merate per altri cinque anni. Come vede la situazione?
“Al momento ci sono solo due dati certi, ovvero che noi ci saremo mentre non conosciamo ancora gli avversari e quanti saranno. Il gruppo è sempre motivato, io per primo, e siamo pronti a riproporci sia per portare avanti sia i progetti che per raggiungere nuovi obiettivi. La lista rispecchierà l’ossatura dell’attuale maggioranza: all’interno del centrodestra è già stata siglata un’intesa di massima e i tre quarti del gruppo del 2019 hanno dato disponibilità a continuare. Ci saranno anche dei nuovi innesti con persone con competenze specifiche”.
C’è chi sostiene che Fratelli d’Italia potrebbe rivendicare la carica di sindaco per un proprio esponente e chi si interroga sul futuro dell’attuale vice sindaco Giuseppe Procopio (in quota Noi Moderati). Cosa risponde?
“Che non mi risulta vi sia una rivendicazione di Fratelli d’Italia sul ruolo di sindaco a Merate. Quanto a Procopio, per quanto mi riguarda, lo conto nel gruppo”.
L’obiettivo elettorale?
“Vincere, migliorando almeno di qualche decimale la percentuale ottenuta del 2019 (pari al 48,55%, ndr)”.
Tra le persone che non faranno più parte della lista e che attualmente siedono in maggioranza con un ruolo critico c’è l’ex assessore all’Ambiente Andrea Robbiani, che era stato sindaco dal 2009 al 2014, mandato durante il quale lei era assessore ai Lavori pubblici. Quanto è pesato e quanto potrà pesare questo addio?
“Come in tutte le migliori famiglie, non tutto va sempre come si spera. Il rapporto fiduciario si è incrinato in maniera irrimediabile nella primavera del 2021 e le strade si sono divise. La scelta della revoca della delega è stata presa in maniera ponderata, ma questa decisione, che non rimpiango né rinnego, nulla toglie a quanto fatto in precedenza dall’ex assessore”.
Sempre a proposito di ex, i bene informati sostengono che molti ex sindaci, anche di centrodestra, come Dario Perego (1995 – 2004) e Andrea Massironi (2014 – 2019), siano al lavoro o quanto meno siano stati interpellati per creare una lista in contrapposizione alla sua. Si è fatto un’idea delle motivazioni di questa scelta?
“Sinceramente non lo so. La domanda andrebbe posta a loro. Per quanto mi riguarda vado avanti senza polemiche e contrapposizioni”.
Come sono stati questi cinque anni?
“Piuttosto complessi e condizionati, inevitabilmente, dall’emergenza sanitaria del Covid 19 e dal cambiamento climatico, di cui abbiamo avuto prova, ad esempio, con la moria di pesci nel lago di Sartirana nell’agosto 2020 e i dissesti idrogeologici con cui ci siamo dovuti confrontare più volte negli ultimi mesi. L’esperienza è stata comunque motivante e mi ha permesso di conoscere ancora di più il territorio e le persone che lo abitano”.
Gli obiettivi che vi eravate prefissati nel 2019 sono stati tutti raggiunti?
“Abbiamo fatto tanto, ovviamente non tutto. Dobbiamo dare corpo ancora ad alcune progettualità importanti. Penso a Villa Confalonieri, dove non siamo riusciti a ottenere un importante finanziamento che ci avrebbe permesso di riqualificare e assegnare una nuova destinazione all’ex sede del Comune. Abbiamo comunque portato avanti, oltre alla riqualificazione del parco, che tutti hanno potuto ammirare, anche un progetto preliminare di restauro conservativo e strutturale della villa, finalizzato alla creazione della cosiddetta casa della cultura. Riguardo l’ipotesi, caldeggiata da qualcuno, di riportare lì gli uffici comunali l’ho già detto e lo ribadisco: per quanto mi riguarda indietro non si torna. Si sbaglierebbe due volte”.
Per Villa Confalonieri le risorse non sono arrivate: di contributi, però in questi anni, ne sono arrivati molti.
“Sì, per certi versi la situazione emergenziale si è rivelata un’opportunità per ricevere importanti finanziamenti che ci hanno permesso di riqualificare la piazza degli Eroi, un intervento che non avevamo calendarizzato, ma che abbiamo terminato grazie agli 950mila euro arrivati dallo Stato. Aggiungo anche gli oltre 2 milioni investiti per il miglioramento della rete fognaria”.
Il progetto di cui è più soddisfatto?
“La miglior fruibilità di viale Verdi, dopo l’intervento di riqualificazione, è sotto gli occhi di tutti. E’ un progetto che è partito da lontano e che siamo riusciti finalmente a mettere a terra e a completare, nonostante i numerosi rallentamenti subiti. Oltre alla riqualificazione urbana di tutta l’arteria, credo che la maggior scorrevolezza del traffico, dovuto alla desemaforizzazione, sia un dato apprezzato da chiunque. Tanto che verificheremo la fattibilità della rimozione degli ultimi due impianti semaforici rimasti in città, ovvero quelli delle intersezioni di Novate e Brugarolo, per creare delle rotonde che risultino funzionali come quella di via Laghetto, diventata finalmente più efficace e sicura, dopo gli interventi correttivi”.
C’è il rimpianto, in particolar modo, per un progetto rimasto solo sulla carta?
“Sì, direi la casa della musica. Un intervento che non era nel nostro programma elettorale, ma che avevamo fatto nostro recependo le istanze delle associazioni del settore. Tengo a precisare che la progettualità non è stata abbandonata, abbiamo solo accantonato il progetto perché i costi, lievitati complice il caro prezzi, a 6 – 7 milioni di euro non erano più sostenibili. Nel frattempo abbiamo favorito l’aggregazione di diverse associazioni musicali in via Cerri negli spazi ex Ecosystem in attesa di una sede più consona. Mancherebbe la banda…”
Che occupa i locali della scuola media Manzoni che servirebbero per l’ampliamento della biblioteca e della scuola.
“E’ un discorso che va ripreso e riallacciato. Ribadiamo la centralità del collegio Manzoni: per noi è e deve restare questa la scuola media di Merate che ora può contare anche su una nuova palestra”.
I tempi di attesa per il nuovo stabile sportivo sono stati più lunghi del previsto…
“Decisamente e questo non ci ha permesso di lanciarci in nuovi investimenti su strutture sportive, di cui c’è sempre bisogno in città. Incentivare la pratica sportiva per noi è fondamentale e siamo contenti che il bonus sport, partito un po’ a rilento, abbia fatto registrare adesioni sempre più alte con il passare degli anni. Una misura che intendiamo proporre anche in futuro in caso di rielezione”.
La volontà di ricandidarsi è ormai nota da tempo, immaginiamo quindi abbia già iniziato a pensare al programma elettorale. Ci può anticipare qualche punto?
“Le idee sono chiare e il programma è in fase di elaborazione con il gruppo, ma non potrà prescindere da ragionamenti e proposte in merito al destino del Castello Prinetti, il bene di proprietà parrocchiale che è allo stesso tempo il simbolo e l’emblema della nostra città. La sfida è quella di affrontare di petto il degrado a cui sta andando incontro la struttura, intervenendo per invertire la rotta. Posso solo anticipare che stiamo lavorando per gettare le basi per riunire diversi attori intorno a un’idea di riqualificazione strutturale e funzionale del Castello, capace di conciliare le esigenze del territorio. Di più, per ora, non posso e non voglio dire”.
Un’altra struttura che è stata, negli anni, un punto di attrazione per la città e che soffre negli ultimi tempi un continuo depauperamento è l’ospedale San Leopoldo Mandic, un tema che ha visto finalmente uniti (anche se forse un po’ in ritardo) tutti i sindaci del Meratese e del Casatese per chiedere garanzie e tutele alla Regione.
“Mi auguro innanzitutto che il cambio di dirigenza, appena avvenuto, arresti l’emorragia di personale, tra cui anche primari, registrata al Mandic negli ultimi mesi.
L’ho detto già in diverse occasioni e lo ribadisco ora: l’ospedale di Merate deve tornare a essere attrattivo non solo per chi si cura, ma anche per chi lì lavora. Non dimentichiamoci infatti che è la prima azienda della città e tale deve rimanere.
Ho già avuto un primo, informale incontro, con le direzioni di Asst Lecco e Ats Brianza appena insediate e i presupposti vanno in tale senso.
Insieme ai miei colleghi sindaci, ci confronteremo a breve con i vertici della sanità locale per discutere delle prospettive di rilancio del presidio così come stabilito anche nell’incontro avuto a fine anno con l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso”.