Dure critiche all’intervento nell’area dell’ex consorzio agrario
A preoccupare è anche la tenuta viabilistica della zona, già congestionata, con l’entrata in funzione del nuovo comparto
CERNUSCO – “Un cubo che non c’entra niente con il contesto urbanistico già in loco, ma lo inquina con la sua presenza, lo snatura, lo umilia”. E’ il giudizio espresso dal Comitato la Vittoria del Parco in merito all’edificio realizzato nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’area dove sorgeva l’ex consorzio agrario, a pochi passi dal traffico incrocio semaforico tra la Sp 342 e la Sp 54.
Un intervento ormai prossimo alla conclusione su cui il comitato cittadino cernuschese esprime delle considerazioni: “La prima considerazione riguarda la densità del costruito, permessa dal Pgt, che ha portato ad un soverchiante volume di strutture in vetro /acciaio e cemento che in buona sostanza ha fatto perdere al vecchio Consorzio Agrario la sua identità! Non si sono “coniugate le esigenze produttive, imprenditoriali e la tutela del
paesaggio per le generazioni future” come affermato dalla Giunta De Capitani, che
pensava di collocare l’intervento nell’ambito di un fantomatico “sviluppo
sostenibile” rivelatosi, anche nella fattispecie, un evidente ossimoro”.
Per i rappresentanti del gruppo cittadino “non si è riusciti neppure a “coniugare, con equilibrio, il preminente interesse pubblico con quello del privato”. Appare chiaro, invece, che preminente sia stato l’interesse privato”.
Ed è su questo punto che il giudizio diventa ancora più severo: ” Purtroppo le nostre Amministrazioni locali, in genere, sono prese dal demone di una presunta “modernità” tendente a favorire la mobilità “pesante” e, per raggiungere lo scopo, non esitano a stravolgere i centri urbani legati alla memoria della Comunità, così la scelta di trasformare quella che era la sede di un consorzio in un polo di distribuzione e commercializzazione è diventata metafora dei cambiamenti dell’agricoltura e del panorama economico italiano”.
Il consorzio, emblema di un’architettura di regime, venne edificato nel 1939: “La sua costruzione fu usata come mezzo di propaganda politica e di mistificazione delle masse;
testimonia la vittoria di quella battaglia del grano voluta dal fascismo per cercare di
mettere fine alla crisi del ’29”.
A preoccupare il Comitato La Vittoria del Parco, oltre all’impatto ambientale e storico, è anche la sostenibilità del futuro comparto quando sarà funzionante, con il via vai di mezzi in entrata ed uscita su un nodo stradale già congestionato.
“Per compensazione monetaria, in Comune, avrebbero dovuto chiedere almeno un
sottopasso, ma nemmeno questo è stato fatto. Con il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) l’interesse dei colossi industriali per le grandi opere e la cementificazione crescerà, potrebbero arrivare molti soldi dall’Europa e l’appetito per chi ne vuole fare tanti è forte. Servono bitumifici, cementifici, inceneritori da incrementare, servono altri terreni da conquistare, ma soprattutto servono amministratori che dicano di si alla svendita del territorio. Dalle nostre parti ce ne sono in abbondanza”.