LECCO – L’accordo di maggioranza viene meno, i consiglieri escono dalla sala facendo mancare il numero legale e, così, salta quello che doveva essere l’ultimo consiglio provinciale con il presidente Daniele Nava a capo della Giunta.
A mettere in disaccordo i consiglieri della Lega Nord e gli altri esponenti di maggioranza è la votazione sul punto che riguarda la gestione del sistema idrico integrato.
Dopo una sospensione dei lavori in consiglio, che sarebbe dovuta servire come momento di discussione e chiarimento, la maggioranza decide, però, di non rientrare più in sala: manca così il numero legale e la seduta di consiglio viene rimandata a martedì prossimo.
“C’è stato un fraintendimento sulla delibera che riguarda l’aumento delle tariffe del sistema idrico – spiega Daniele Nava – ed è così mancato l’accordo di maggioranza sul come e quando aumentare le tariffe, per questo ci siamo riservati di trovarci per approfondire e risolvere il problema, rimandando il tutto a martedì prossimo. Abbiamo deciso di non limitarci a ritirare il punto perché vogliamo comunque arrivare compatti a una decisione”.
Secondo la minoranza, invece, la questione sarebbe più ampia: “Il problema riguarda le dimissioni di Nava, la maggioranza ha ricattato la minoranza – denuncia Alessandro Pozzi consigliere di Sel – ci hanno chiesto di partecipare al voto sulla decadenza del Presidente, altrimenti lui avrebbe seri problemi a fare il sottosegretario regionale, in cambio la maggioranza Pdl avrebbe appoggiato il voto sulla delibera circa il sistema idrico che, ricordo, è appoggiata da tutti i sindaci meno quelli di Bellano, Costamasnaga e Merate. Questo è un atteggiamento di un arroganza spaventosa e, inoltre, delegittima le istituzioni”.
Alle parole di Pozzi fanno eco quelle del consigliere Pd Chiara Bonfanti: “Mettere sullo stesso piano una questione interna loro a una questione che riguarda i cittadini e i sindaci è folle. Non è che se noi non votiamo l’ultimo punto non si debba votare anche il penultimo, anzi tengo a chiarire che la mancata votazione è dovuto a un loro litigio e non a noi che, invece, saremmo intenzionati a garantire ai cittadini la nostra presenza per la votazione”.
“La decadenza è un atto importante e dovrebbe essere preso di comune accordo con la maggioranza – Bonfanti rincara la dose – in più a loro manca il numero legale: Nava se ne va, molla la Provincia al mese di maggio e i suoi consiglieri non sono nemmeno presenti ad assumersi la responsabilità di questo passaggio.
Il consigliere del Pd conclude poi esprimendo un giudizio in merito al nuovo incarico accettato da Nava: “Noi non avremmo neanche fatto questo cambio, se uno si candida a presidente della Provincia deve rimanere fino a fine mandato e non lasciare tutto per un altro incarico. I suoi consiglieri, invece, hanno deciso di appoggiare questa scelta e , allora, devono farlo fino in fondo: non dobbiamo certo essere noi a dover garantire la fattibilità della cosa”.
Secondo Daniele Nava, invece, la questione riguardante la sua decadenza “non sussiste perché non esiste un termine preciso per passare da presidente della Provincia a sottosegretario regionale”.
“Non c’è una scadenza per la mia decadenza – spiega Nava – la commissione regionale per le elezioni si riunirà settimana prossima per attestare che io ho anche l’incarico di presidente di Provincia e rendermi quindi noto che sussiste un’incompatibilità tra i due incarichi, ma il problema si risolve già da sé perché settimana prossima io sarò in ogni caso decaduto e tale incompatibilità verrà meno”.
Accordo o meno in maggioranza sul sistema idrico, martedì prossimo la decadenza di Nava non dovrebbe trovare ostacoli da parte dei suoi, il consigliere della Lega Giovanni Pasquini dichiara infatti: “Il voto sulla decadenza è un atto di responsabilità, non ci tireremo indietro”.
Prima che la querelle facesse bloccare la seduta di consiglio, la Giunta e i consiglieri hanno dato il benvenuto a Francesca Colombo, che prende il posto di assessore con le medesime deleghe che furono di Antonio Conrater, e a Alfredo Casaletto che entra a far parte del gruppo consiliare al posto del neo nominato assessore.