Il rispetto dell’ambiente è entrato a pieno diritto nel mondo dell’auto da diversi decenni. Le soluzioni per purificare il più possibile i gas di scarico avanzano ogni anno. Uno degli elementi che svolge questo compito è proprio il catalizzatore. Vediamo cos’è, dove si trova e come funziona.
Di solito lo si trova nel sistema di scarico, dopo il collettore, e si presenta come un rigonfiamento di una parte del tubo di scarico. Al suo interno si trovano i componenti ceramici e metallici che hanno la funzione di ridurre e ossidare gli elementi chimici che provengono dal motore.
Tipologie e dettagli di funzionamento
La catalisi sfrutta il principio di modifica della reazione. Un elemento chimico presente durante una reazione chimica ne altera l’andamento a bilancio neutro. Così, il metallo presente nel componente influisce sulla combinazione di ossigeno e altri elementi, che tenderebbero a combinarsi in elementi diversi, facendo in modo di modificarne i legami senza venirne intaccato.
Un catalizzatore può essere omogeneo, se l’elemento si trova in fase coi reagenti, con maggiore contatto e potenziale, oppure eterogeneo, quando l’elemento chimico si trova su un supporto, specialmente un metallo nobile, più resistente al cosiddetto avvelenamento, la contaminazione del componente.
Perché è importante il convertitore catalitico?
Gli inquinanti eliminati dal catalizzatore (o convertitore catalitico) sono il monossido di carbonio (CO, tossico e inodore), i composti organici volatili e gli ossidi di azoto. Si tratta quindi di una camera di reazione chimica per catalisi, che restituisce anidride carbonica, acqua e azoto.
La trasformazione di elementi nocivi in elementi innocui sia per l’ambiente che per l’essere umano riduce l’impatto ambientale e sanitario degli scarichi dei motori a scoppio. La catalisi perde efficacia col tempo, in quanto gli elementi del catalizzatore si consumano.
Nei motori alimentati a gasolio, l’azione principale di questo componente è la riduzione degli ossidi di azoto (NOx) prodotti dalla combustione in azoto e ossigeno, entrambi con effetto neutro sull’ambiente.
Nei motori alimentati a benzina, il palladio presente nel catalizzatore (bivalente o trivalente) effettua la funzione di ossidazione. La combinazione con i dati provenienti dalla sonda lambda consente di stabilire la qualità degli scarichi provenienti dal motore (carburante incombusto e ossigeno) per mantenere un regime ottimale.
Quando si cambia il catalizzatore auto?
La sostituzione è naturale e non necessariamente dovuta a un guasto. La durata di servizio di questo componente dipende dal tempo, ma soprattutto dall’utilizzo. I controlli regolari dei gas di scarico in fase di revisione auto fanno capire quando è ora, ma in genere si parla di 150-200mila chilometri.
Grazie alle informazioni sul catalizzatore auto di auto-doc.it, è possibile scoprire gli altri casi in cui il convertitore catalitico dà problemi, ad esempio per un guasto meccanico che richiede una saldatura, oppure per un danno diretto al componente. Il costo di un pezzo supera i duecento/trecento euro.
Guidare con un convertitore catalitico rotto o malfunzionante è contro l’etica e il codice della strada; oltre che rischiare una multa salata e la confisca, se l’auto non è sottoposta a revisione, alcuni motori controllati elettronicamente possono passare in modalità emergenza, limitando molte funzioni del veicolo.
Conclusione
Il catalizzatore aiuta a mantenere puri gli scarichi del veicolo, abbattendo l’impatto ambientale e i rischi alla salute. Grazie a un processo chimico preciso, trasforma i gas fuoriusciti dal motore in sostanze neutre. Deve funzionare correttamente per il bene dell’ambiente e anche per essere in regola col codice della strada.