Quando all’ interno di una coppia con figli viene a crearsi una situazione conflittuale pesante tra i genitori, caratterizzata da un clima di tensione e di lontananza emotiva, succede che vadano a prevalere le occasioni di scontro più che di incontro, l’alzar la voce e la perdita di controllo. Le proprie emozioni spingono in questo caso a reazioni impulsive.
Un percorso interessante di fronte a una situazione conflittuale è quello della gestione del conflitto. Esso passa prima di tutto dalla sua accettazione, dal riconoscimento dell’esistenza di un conflitto e dal desiderio di “occuparsene”.
Stare nel conflitto è un modo per impedire che nella nostra comunicazione, le forme violente prevalgano sul dialogo e il confronto. E’ un modo per riconoscere ed accogliere il proprio dolore, esprimendo i propri bisogni. E’ la possibilità di svolgere il proprio compito genitoriale in modo adeguato .
L’obiettivo non diventa la soluzione del conflitto , ma la possibilità di trovare una risposta soddisfacente per sé, che consenta di trovare un nuovo equilibrio personale assumendosi le proprie responsabilità genitoriali .
Quando dentro una coppia in disaccordo ci sono i figli, spesso ci si chiede se questo va a turbare la crescita armonica del bambino, ragazzo o adolescente. Francoise Dolto, specialista in psicanalisi infantile, risponde a questa domanda chiedendosi come potrebbe mai un bambino, che sta in una famiglia dove padre e madre vivono in uno stato di grave disaccordo, non avvertire una situazione di minaccia per la propria coesione e per il proprio sviluppo. “Per questa ragione”, aggiunge,” i genitori dovrebbero spiegare loro la differenza esistente tra gli impegni reciproci di marito e moglie da una parte, e gli impegni dei genitori nei confronti dei figli dall’altra. In caso di disaccordo, di una separazione o di un divorzio, il genitore non è esonerato dall’impegno di allevare i figli.” (da “quando i genitori si separano” F.Dolto).
Il percorso di gestione del conflitto tra genitori, separati, divorziati o in fase di definizione di un nuovo equilibrio di coppia, diventa lo strumento per quella comunicazione auspicabile tra i genitori, in funzione della crescita dei propri figli.
L’Associazione Epeira -incontrare il conflitto- ha preparato un manuale, a mio parere estremamente utile come “viaggio dentro il conflitto” individuando nell’”arte del conflitto”, l’arte per una buona comunicazione che si basa sul lasciar spazio al proprio interno per l’altro. Ecco alcuni suggerimenti:
• può essere utile verbalizzare quello che si sente e pensa senza “tu devi..” “bisogna che tu…” infatti queste asserzioni possono produrre nell’altro timore sollecitando reazioni impulsive. “se non fai come dico io..”è poco rispettoso dell’altro. E’ una minaccia. “Tu non pensi come una persona matura” insinua una valutazione di incompetenza, inferiorità, stupidità.
• E’ preferibile concentrarsi su una sola questione e risolverla, piuttosto che tacere e continuare a nutrire astio silenzioso.
• Esprimere sempre le proprie opinioni con sincerità in modo diretto ed esplicito senza timore di deludere, ferire e/o offendere l’altro.
• Comunicare in modo da rendere più chiaro a chi ci sta vicino come stiamo vivendo quella situazione, comportamento o problema.
• E quando si arriva ad un punto morto, si può cercare una risorsa all’esterno della relazione. Una possibilità è quella di rivolgersi ad un mediatore, figura che ha il compito di facilitare il dialogo, senza porsi come giudice, e senza sostituirsi alle parti.
L’acquisizione di una condizione al tempo stesso libera e responsabile è la finalità comune che unisce i membri di una famiglia al di là dei contrasti e che rende possibile essere genitori anche quando si è cessato di essere coniugi. Daniela Colli
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