Ripartire per la vita…. Il progetto “RESTART” e la clinica delle dipendenze

Tempo di lettura: 4 minuti

Incontriamo oggi Cecco Bellosi, direttore educativo dell’Associazione Comunità Il gabbiano – realtà che da decenni si occupa a livello regionale di prevenzione, cura e reinserimento per persone con problemi di tossicodipendenza e di marginalità sociale – e direttore scientifico del progetto Re-start.


Per prima cosa puoi spiegare cos’è il progetto restart?

Il progetto Re Start, letteralmente ripartenza, parte dalla considerazione che oggi è presente nella società un margine sempre più diffuso verso l’esclusione, anche dopo seri tentativi di reinserimento di persone che si sono perse lungo le strade della dipendenza da droghe. Abbiamo visto come la cosiddetta cronicità sociale rimane attaccata come un’etichetta di vita a queste donne e a questi uomini anche quando non vi sono più tracce di uso e, sicuramente, di abuso di sostanze illegali come l’eroina o legali come l’alcol. La loro povertà, prima ancora che economica, è di relazioni: non hanno niente e nessuno. Spesso non hanno o faticano più di altri a trovare lavoro, presentano problemi di salute, non hanno casa, sono soli. La comunità per loro spesso diventa una famiglia. Ma la comunità deve rispettare i tempi dei programmi terapeutici e l’accoglienza non può durare all’infinito, anche perché la comunità è comunque un’istituzione con le sue regole. Queste persone hanno invece bisogno di spazi di autonomia e di poter provare, anche se accompagnati, a stare di nuovo nel mondo.


Quali sono le finalità che il progetto si propone di raggiungere?

Il progetto si propone di dare alle persone in una situazione di cronicità sociale degli strumenti, anche di lungo periodo, per ritrovare una completa autonomia. In primo luogo, Re Start è un progetto di accoglienza, sul confine dell’housing sociale; non vuole dare però solo un pane e un tetto, ma anche opportunità per attività di relazione, culturali e, quando è possibile, lavorative. Non possiamo dimenticare che molte di queste persone sono segnate da una cronicità sanitaria e non solo sociale; pensiamo tuttavia anche che possano, con le loro risorse più o meno residue, rimettersi in gioco


Quali sono le realtà del territorio coinvolte?

Direi tutto il sistema delle dipendenze in provincia di Lecco. Da chi è impegnato direttamente nell’accoglienza, come Il Gabbiano con gli appartamenti di Olginate e di Calolziociorte e la Cooperativa Accoglienza e Lavoro (CAL) con l’appartamento di Bulciago, a chi, dalla parte dei servizi pubblici come i SERT e i NOA o privati come lo SMI e la Cooperativa Atipica, contribuisce a proporre e a valutare gli inserimenti e partecipa alla costruzione dei programmi individuali e al monitoraggio degli stessi all’interno di una cabina di regia promossa dalla ASL. Questo è un dato molto importante, perché rimanda a un lavoro di sistema, che mira a coinvolgere anche gli Enti locali e i Piani di zona.

Restart è stato finanziato dalla regione Lombardia come progetto sperimentale, che terminerà ufficialmente a fine luglio. Come si pensa di dare continuità ad azioni così importanti?

Il problema dei progetti sperimentali è che, quando funzionano perché rispondono a delle esigenze reali e perché si svolgono rispettando i contenuti di sistema e i programmi individuali, dovrebbero andare a regime. Troppo spesso, in passato, i progetti sperimentali sono stati valutati invece nella loro fase di partenza, ma non in quella di realizzazione pratica e in quella conclusiva, diventando così fini a se stessi. Un progetto come questo, che è già arrivato quasi alla saturazione delle domande, dovrebbe poter proseguire il proprio percorso, rispettando gli standard di qualità previsti: il nostro impegno è in questo senso. Così come lo è il tentativo di coinvolgere in maniera attiva gli Enti locali, perché questo è un progetto a carattere socio-sanitario, ma anche dalla forte impronta sociale.

 

ARTICOLI PRECEDENTI

18 febbraio – Il mondo è un intreccio. Riflessioni sull’integrazione culturale

12 febbario – Il gioco è una cosa seria (prima puntata)

4 febbraio – Da donna a madre: una crisi di identità

30 gennaio – Figli di una ragione minore (2^ parte)

21 gennaio – Figli di una ragione minore

14 gennaio – I nuovi media: diavolo o acqua santa?

7 gennaio 2013 – Insieme si può

24 dicembre – Un Gioco a perdere. Due considerazioni sul gioco d’azzardo

17 dicembre – I più e i meno dell’educare

10 dicembre – Il vento ci porterà…

3 dicembre – Essere genitori dentro ad un conflitto nella coppia

26 Nvembre – Una professione in cammino

19 novembre – La famiglia errante

12 novembre – … è solo un farmaco…

5 novembre – A cavallo della vita. Per un desiderio del disabile

29 ottobre – L’iperattività si eredita?

22 ottobre – La droga non è un vizio. Una riflessione sul lavoro sulla tossicomania

15 ottobre – Nasce CALeidoscopio, la nuova rubrica dedicata al sociale