RUBRICA – Carissimi amici che condividete la passione e l’entusiasmo per la degustazione, visto che le mie recenti esperienze in merito hanno avuto come protagonisti diversi Merlot, non mi resta che parlarvi di questo vitigno internazionale, tra i più diffusi al mondo. Sembra proprio che il nome di quest’uva a bacca nera derivi dalla particolare predilezione del merlo per i suoi acini; vitigno originario della zona di Bordeaux, nel sud-ovest della Francia, dove viene utilizzato soprattutto nel classico “taglio bordolese” insieme al Cabernet Sauvignon e/o ai vari Cabernet Franc, Petit Verdot, Malbech e Carmenère.
In questa sua zona d’origine il meglio di sè lo esprime in una rara versione praticamente “in purezza”(95%) col famosissimo Chateau Petrus, proveniente dai terreni argillosi della piccola sottozona di Pomerol.
E’ un vitigno molto versatile, di maturazione precoce, che si adatta a diversi climi e a tutte le latitudini. In Italia si è diffuso dapprima in tutto il Triveneto poi, più recentemente, in Toscana, Lazio ed Umbria fino ad approdare in Sicilia con risultati davvero sorprendenti.
A conferma della versatilità di quest’uva si possono trovare sul mercato numerosi vini di ottima qualità al giusto prezzo ed altri “fuoriclasse esagerati” che possono arrivare a costare alcune decine o addirittura centinaia di euro come l’inarrivabile “Masseto” di Ornellaia.
Per carità, nel mondo del vino c’è spazio anche per vari Masseto e Petrus ma, avendo a che fare con un uva precoce non particolarmente difficile da coltivare e neanche da vinificare, mi sono orientato nel tempo a restare coi piedi per terra e, senza mai svenarmi, mi son trovato nel bicchiere diversi vini davvero straordinari.
L’ultimo assaggio, tanto per fare un esempio, è stato Merlot ris. “ Cortì “ 2008 di La Colombera una piccola azienda creata sui Colli Asolani da un’imprenditore lecchese recentemente scomparso: vino piacevolissimo, complesso ed armonico in vero stile Bordeaux.
Spesso il Merlot è poco considerato perché lo si pensa un vino morbido, paffuto, troppo vellutato e piacione, e forse nel recente passato è stato davvero così, ma in realtà i grandi Merlot che emergono dall’anonimato sono vini di grande stoffa, eleganza e longevità, il più delle volte magistralmente “elevati” in barriques.
Come sempre le caratteristiche e le sfumature di questi vini derivano soprattutto dalle zone di produzione e dai terreni su cui giace il vigneto. I Merlot più prestigiosi provengono dai Colli Orientali del Friuli , dove il clima fresco ed i terreni argillosi conferiscono ai vini maggior finezza ed aromaticità, o dalle colline toscane prospicienti al Mar Tirreno tra Bolgheri e la Val di Cornia, dove emergono maggiormente struttura ed eleganza, ma ci sono ottimi prodotti un po’ ovunque .
A tal proposito ho trovato molto interessante una degustazione “orizzontale” fra tre Merlot – stessa annata 2010 e fascia di prezzo attorno a 20 euro – provenienti da Friuli, Toscana e Sicilia. Il Colli orientali Friuli “Zuc di Volpe”di Volpe Pasini ha esaltato l’aroma varietale e l’uso appropriato della barrique che gli ha conferito note di spezie dolci , cacao in polvere e tabacco; il Merlot di Cortona “In Violas” di Poliziano si è rivelato potente e nel contempo elegante con tannini fitti ma avvolgenti; il Merlot di Sicilia “Sito dell’Ulmo” di Planeta ha espresso una sorprendente freschezza e piacevoli note balsamiche di eucalipto.
Posso affermare che le frequenti degustazioni mi hanno aperto un ventaglio a 360° sui Merlot , di ogni categoria e costo, distribuiti in tutta la nostra penisola; ho avuto la conferma di un buona qualità media per vini di facile beva , di un’ottima qualità (con tante piacevolissime sorprese ) per i vini di fascia intermedia di cui l’Italia particolarmente ricca e di un ‘eccellente qualità per quelli “blasonati” ma con dei prezzi spesso ingiustificati ed indecenti.
Oltre a quelli che ho già citato, gli ultimi merlot classici assaggiati che mi sento di segnalare per qualità e convenienza sono il Merlot di Vistorta Brandolini D’Adda ed il Merlot “Just Me “ Di Lenardo, entrambi friulani, e anche l’ A.Adige Merlot ris.”Brenntal” Cantina di Cortaccia. Tra i fuoriclasse, diciamo “poco convenienti”, ho trovato davvero notevoli il Breganze “Crosara” di Maculan, quindi due toscanacci, il “Poggio ai Merli” di Castellare ed il rarissimo (3600 bott.) “Palazzi” Tenute di Trinoro, … mamma mia che vini!
Sorprendenti e molto buoni anche il Merlot del Lazio “Kron” di Fontana Candida e il Colline Teatine Merlot “Marina Cvetic “ di Masciarelli.
Fossi stato in Abruzzo, su quest’ultimo avrei abbinato gli “arrosticini” di castrato, a casa mia mi sono accontentato degli involtini di lonza alla milanese altrimenti chiamati “messicani”: direi proprio un bel accontentarsi.
Assaggiare per credere Roberto Beccaria
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