Protocolli e Linee Guida a confronto per l’affidamento dei figli

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Nell’ambito della psicologia forense spesso gli psicologi sono chiamati ad occuparsi di consulenze in materia di affidamento dei figli.
Il presente contributo nasce dall’idea di mettere a confronto un protocollo italiano, il Protocollo per L’affidamento dei Figli redatto a Milano il 17 marzo 2012, e due protocolli americani, le Guidelines for Child Custody Evaluation in Family Law Proceedings dell’A.P.A. (American Psychology Association) e i Practice Parameters for Child Custody Evaluation dell’A.A.C.A.P. (American Academy Child and Adolescent Psychiatry)1. Nel corso di tale operazione la nostra attenzione è stata attratta da alcune differenze che emergevano in modo netto tra il protocollo italiano da una parte e quelli americani dall’altra; differenze, queste, che abbiamo voluto porre all’attenzione dei lettori al fine di proporre spunti di riflessione critica ed approfondimento in grado di suscitare il dibattito e la consapevolezza su questioni che riguardano le consulenze in questo ambito specifico.

Possiamo rappresentare gli ambiti ai quali abbiamo dedicato particolare attenzione sintetizzandoli in tre questioni che esamineremo qui di seguito:

1) Inquadramento teorico di riferimento: clinica versus forense;

2) Contesto sociale e culturale di appartenenza;

3) La psicodiagnostica forense in ambito di affidamento minori;

Inquadramento teorico di riferimento: clinica versus forense:

Protocollo di Milano 2012 Guidelines A.P.A. 20102 A.A.C.A.P. Practice Parametres 19973

8. L’esperto ricorre ad una metodologia affidabile e pertinente. Nella sua valutazione l’esperto impiega più strumenti al fine di garantire accuratezza e obiettività. Utilizza pertanto metodi integrati e strumenti di osservazione che permettono di formulare ed esplorare più ipotesi alternative cercando di

4. Gli psicologi si sforzano di avere e mantenere una competenza specializzata.

 

RATIO. Le leggi cambiano, i metodi esistenti si raffinano e sono identificate nuove tecniche. Nelle valutazioni sulla custodia, le competenze generali nella valutazione clinica sui bambini

IL RUOLO DEL VALUTATORE
Fare una valutazione forense amplia e complica il ruolo abituale del clinico di diagnosticare e trattare i disturbi psichiatrici ed aggiunge importanti questioni di competenza, di azione e di etica.

La competenza per lo specialista

Psicologia Giuridica e Scienze Criminologiche;

Biologo, Psicologo, Psicologia Giuridica, Giudice Onorario

1 L’A.P.A. è L’associazione che riunisce gli psicologi Statunitensi; l’A.A.C.A.P. è l’associazione americana dei neuropsichiatri infantili;

2 Ibidem;

3 Ibidem;

1 evitare fallacie logiche o bias cognitivi (errori inferenziali sistematici). Egli rende nota la propria impostazione teorica di riferimento ed esplicita altresì i processi inferenziali attraverso i quali arriva alle sue conclusioni. 2.3 L’esperto presta altresì attenzione alla distinzione tra i fatti e le riflessioni/conclusioni professionali a cui perviene, cercando di separare gli elementi descrittivi e di racconto da quelli interpretativi. adulti e famiglie è necessaria ma di per sé non sufficiente. La corte si attende che gli psicologi dimostrino un livello di esperienza che metta in luce una comprensione contestuale, una integrazione forense ed allo stesso tempo le capacità di testare e di intervistare. forense è cruciale perché un clinico ben competente con un retroterra di valutazione, diagnosi e trattamento deve dimostrare importanti abilità addizionali che includono uno stile di intervista, una comprensione delle dinamiche interpersonali una vasta conoscenza dello sviluppo infantile ed adulto e una dimestichezza con le leggi sulla famiglia e sui procedimenti legali nelle varie giurisdizioni locali.

Entrambi i protocolli americani convergono su un concetto comune: per il consulente forense chiamato ad esprimersi nei procedimenti inerenti la custodia dei minori, le competenze generali sulla valutazione clinica sono necessarie ma non sufficienti. La preparazione dello psicologo forense deve includere la sua abilità di comprendere il contesto, la sua conoscenza delle leggi e, infine, la sua capacità di condurre le interviste e di testare i soggetti. Con l’enfatizzazione di tale concetto gli autori americani affermano una realtà che per loro appare inconfutabile: la psicologia forense è un territorio di confine tra psicologia e giurisprudenza, all’interno del quale i costrutti psicologici devono tradursi e diventare consustanziali ai precetti legislativi e alla ratio che li sottende. In altri termini, la psicologia deve fornire elementi concreti, oggettivi, e scientificamente fondati chiamati in ambito giuridico fatti, che concorrano al convincimento del giudice, senza produrre mere esercitazioni ipotetico-induttive che rimandano a teorie olistiche sulla realtà e sullo sviluppo umano.

(art. interamente disponibile su Psycomedia)

dr.ssa Sara Pezzuolo Psicologa Forense
segreteria@figlipersempreonlus.org
tel. 0331 28 13 80

 

 

 

 

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