Come litigare davanti ai bambini?

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Eccoci di ritorno dopo le vacanze estive con la nostra rubrica. Ricominciamo da una richiesta che ci arriva da una coppia:

Buongiorno, siamo i genitori di una bimba di 4 anni. Siamo una coppia affiatata ma anche molto “passionale”, e insieme a grandi dimostrazioni di affetto ci sono anche inevitabili scontri. Nulla di serio, ma anche nelle piccole incomprensioni quotidiane diciamo che alzare la voce ed affrontare la questione al momento è la modalità per noi normale di gestire i conflitti. Non siamo tipi da musi lunghi. Dopo 5 minuti è tutto finito, siamo tornati sereni e pace è fatta. Questo è sempre stato il nostro modo di litigare. Alcuni amici ci hanno però fatto notare che non si deve litigare davanti ai bambini. La piccola non sembra reagire così male. Se sta giocando o è impegnata in altro si ferma, ci guarda e sta zitta. Ma non piange né sembra essere così turbata. E’ davvero deleterio per lei (come sostengono i nostri amici) il nostro comportamento?

Partiamo da un paio di punti fermi.

Tutte le coppie litigano ma ognuna lo fa a modo proprio. Gli scontri all’interno di una coppia sono assolutamente naturali, trattandosi di due “mondi diversi” che hanno deciso di condividere strettamente la realtà quotidiana. Nulla di male, quindi, anzi. Litigare rappresenta una modalità “sana” di confronto, per affermare i propri punti di vista e trovarne infine insieme uno nuovo, di coppia.

Detto questo, c’è modo e modo di litigare. C’è chi discute senza alzare la voce più di tanto ma usando parole più o meno forti (le classiche “frecciatine” sarcastiche che a volte feriscono più di uno schiaffo), chi urla ed è molto plateale, chi apparentemente non litiga ma si chiude in silenzi astiosi e la tensione di percepisce per giorni e giorni. Per non parlare di chi si lancia i piatti o al contrario di chi “abbandona il campo di battaglia” andandosene e sbattendo la porta.

Partendo dal presupposto che il litigio dei genitori può destabilizzare i più piccoli, e che in fondo siamo noi gli adulti e che in quanto tali dovremmo imparare a gestire le nostre emozioni, molto dipende anche da come si litiga e con quale frequenza.

Quindi, benché ogni manuale del buon genitore raccomandi giustamente di non litigare davanti ai bambini, a tutti può capitare di farlo, anche ai genitori che ci stanno particolarmente attenti. Teniamo inoltre presente che anche se ogni bambino fa presto esperienza in prima persona del litigio (scontrandosi ad esempio con un amichetto o con il fratellino per l’uso di un giocattolo), molto diverso è per lui vedere litigare i propri genitori e scoprire che la propria famiglia non sempre è un mondo felice e perfetto.

Vorremmo quindi affrontare la questione su “come” litigare davanti ai bambini e a quali accorgimenti avere, quando proprio capita e non riusciamo a farne a meno (quando ad esempio una questione va affrontata necessariamente al momento, non è possibile rimandarla o spostarsi fisicamente in un’altra stanza).

Mantenere il controllo. Si può litigare e affermare le proprie ragioni senza per forza svegliare tutto il condominio. I toni di voce molto alti, i volti che si “sfigurano dalla rabbia”, i gesti improvvisi possono impressionare molto i bambini e spaventarli.

Attenzione alle parole che usate. Non è solo una questione di parolacce, decisamente da evitare. I bambini spesso interpretano letteralmente quello che sentono, quindi anche frasi come “Non ne posso più di te, se non la smetti prendo e me ne vado” (che un adulto leggerebbe semplicemente come un modo per evidenziare una situazione di stanchezza ed esasperazione) potrebbero portare il bambino a credere davvero che il genitore possa fare le valige e andarsene. Allo stesso modo non mettete in mezzo i piccoli nei vostri discorsi (“Tu non ti occupi mai di tuo figlio…”) perché potrebbe far credere loro di essere la causa dei vostri scontri. Attenzione quindi a cosa dite, ma anche a come lo dite. I bambini utilizzano molto meglio di noi adulti il linguaggio non verbale del corpo e recuperano molte informazioni osservando le espressioni del volto, il tono della voce, la postura. Potrebbero quindi essere troppo piccoli per comprendere “cosa” vi state dicendo ma percepire chiaramente la tensione e le emozioni negative tra di voi.

Ricordate che i più piccoli apprendono molto da ciò che osservano e vivono. Durante la loro crescita imparano a gestire e vivere le emozioni osservando come lo facciamo noi adulti. E questo avviene sin da piccolissimi. Quindi quando litigate consapevolmente davanti ai bambini cercate di tenere bene a mente che loro vi stanno osservando e che anche il litigio è fonte di apprendimento. Se siete abbastanza lucidi cercate quindi di “sfruttare il momento” per mostrare che ci si può scontrare senza che questo vada ad intaccare i sentimenti tra di voi.

La riappacificazione. Se capita che i bambini assistano al litigio, è maggiormente importante che vedano il momento in cui mamma e papà fanno pace. Oltre ai gesti (un abbraccio, un bacio, riprendere a fare insieme un’attività che avevate interrotto a causa del litigio) mettete in parole con loro questi momenti, spiegando che può capitare anche ai grandi di litigare (come fanno loro con i loro amichetti), ma che poi si torna a fare pace e si continua a volersi bene. In questa fase così importante dovete essere credibili, quindi evitate assolutamente di fingere una riappacificazione che non c’è ancora stata. I bambini avvertono la tensione e i gesti non sinceri.

Dare voce ai loro sentimenti e paure. Un bambino che vede spesso i genitori litigare e che apparentemente non ne è scombussolato non è per forza un bambino che vive serenamente questo fatto. Date spazio quindi, in un momento intimo e di tranquillità, a loro e a ciò che provano. Rassicurateli sul fatto che i genitori a volte possono litigare ma che non è colpa dei figli, e che continuano a volersi bene tra di loro e a volere bene ai piccoli. Date modo a loro di esprimere ciò che sentono quando vi vedono litigare e alle paure o ai dubbi che possono essere nati. E fatene tesoro!

Lucia Riva e Elisabetta Vitali

Gli articoli della rubrica sono a cura delle Dott.sse Lucia Riva ed Elisabetta Vitali, pedagogiste dello Studio di Consulenza Pedagogica Koru www.consulenzapedagogicakoru.it
Se avete domande o osservazioni potete scrivere all’indirizzo mail studiokoru@libero.it

 

 

 

 

 

 

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