Gnam, si mangia!

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Anche questa settimana rispondiamo alla richiesta di una mamma che ci ha scritto:

“Buongiorno, sono Francesca, mamma di due bambini di 6 e 3 anni. Mentre per il più grande non ho mai avuto nessun problema rispetto al cibo, il piccolo da sempre non è un gran mangione. Il pediatra mi ha rassicurata perché comunque cresce, ma sembra che il momento del pasto per lui sia un supplizio. Non è interessato al cibo, fosse per lui non mangerebbe mai e passerebbe il tempo a disegnare, giocare e a stare all’aria aperta. Insomma, ogni pasto è una lotta continua, sembra di torturarlo! Sono un po’ preoccupata per il suo rapporto con il cibo, vorrei migliorasse un pochino. Mi date qualche consiglio?”.

Nella nostra cultura, la preparazione e della consumazione dei pasti sono solitamente pensati come momenti di condivisione in famiglia, a volte uno dei pochi momenti in cui ci si riunisce tutti insieme dopo una giornata di impegni personali fuori casa. Ma a volte la realtà è differente, e questi attimi che si vorrebbero sereni e spensierati si trasformano in veri e propri incubi.

Cosa fare allora?

Il rapporto con il cibo è un argomento delicato e a volte controverso, che non si limita all’aspetto della mera nutrizione ma va a toccare profondamente la sfera relazionale ed emotiva. Spesso avere un figlio che non mangia quanto si vorrebbe crea nel genitore preoccupazioni più che comprensibili. Fortunatamente nel caso di Francesca partiamo dal presupposto che non ci sono problemi a livello di salute e crescita, e questo dovrebbe permetterle di affrontare la situazione in modo più sereno.
Ma entriamo nello specifico.
Le strade percorribili sono diverse, anche in funzione all’età. Il presupposto comune è condividere esperienze piacevoli e giocose attraverso le quali avvicinarsi ed prendere confidenza con gli alimenti.
Ecco alcuni esempi:

 – progettare il pasto e fare la spesa insieme. Il bambino può iniziare a vivere diversamente il momento del pasto se ne diventa protagonista a tutti gli effetti e non un semplice spettatore. Pensare insieme alla mamma e al papà cosa preparare per cena ed andare insieme a scegliere gli ingredienti al supermercato può essere il primo passo. Un modo per prendersi cura di questo momento, per scoprire e conoscere gli alimenti prima di trovarli “trasformati” nel piatto, spesso irriconoscibili, e per vivere diversamente il momento della spesa, spesso faticoso sia per i grandi che per i più piccoli;

– condividere la preparazione del cibo e della tavola. Farsi aiutare dai bambini nella preparazione effettiva del pasto comporta certo per gli adulti tempo e pazienza. Non sempre si hanno entrambi a disposizione, soprattutto per ripulire! Ma almeno nei weekend, quando solitamente i ritmi lavorativi diminuiscono, condividere questo momento permette ai bambini di toccare con mano e manipolare gli alimenti, sentirne il profumo e la consistenza, magari anche assaggiarne un pezzettino scoprendo la differenza di sapore tra crudo e cotto. E’ un modo molto concreto per creare un rapporto diretto con il cibo, prendersi cura della propria famiglia, per sentirsi protagonisti ed apprezzati. Lo stesso discorso vale per la preparazione della tavola.

E anche se poi non mangerà comunque un granché avrà passato del tempo prezioso e dedicato fianco a fianco con noi genitori, magari chiacchierando allegramente, sperimentando la propria manualità e tutti e cinque i sensi, magari imparando a contare gli ingredienti o il nome dei colori. Non sarà quindi comunque tempo perso!

E se a volte alcune preparazioni sono per loro off limits per la pericolosità di alcuni passaggi o per la loro età, possono giocare facendo finta di cucinare accanto a noi con i nostri stessi ingredienti (ad esempio incollando la pasta cruda sui piatti di plastica e colorandola) o disegnando ciò che si mangerà a cena;

– sporcarsi le mani… e non solo! Come abbiamo visto, creare un rapporto diretto e concreto con il cibo passa necessariamente attraverso la sua manipolazione e l’utilizzo dei sensi. E se anche questo può comportare qualche lavatrice in più, a volte è importante lasciare che i bambini “pastrugnino” un po’! Potrebbe essere divertente, soprattutto se si ha a che fare con bambini “schizzinosi” organizzare una volta ogni tanto delle cene giocose, con alimenti adatti affinché tutta la famiglia, per una sera, si diverta a mangiare con le mani!

– dal seme… al piatto. Con l’arrivo della primavera sfruttiamo l’occasione di orti, giardini e balconi per far l’esperienza con i nostri bambini del piantare un seme o una piantina, prendersene cura insieme e veder crescere la frutta e soprattutto la verdura (spesso non amata dai piccoli) che si ritroveranno nel piatto. Forse non cominceranno all’improvviso a mangiare montagne di zucchine e spinaci, ma sarà comunque importante sia per il rapporto con il cibo sia per fare esperienza concreta di cura e di concetti astratti come il tempo che passa e il ciclo della vita.

Come vedete le possibilità sono davvero moltissime, basta un po’ di fantasia e di buona volontà!

Buon appetito!

Lucia Riva e Elisabetta Vitali

Gli articoli della rubrica sono a cura delle Dott.sse Lucia Riva ed Elisabetta Vitali, pedagogiste dello Studio di Consulenza Pedagogica Koru www.consulenzapedagogicakoru.it

Se avete domande o osservazioni potete scrivere all’indirizzo mail studiokoru@libero.it

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