I bambini e la TV

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Eccoci al nostro nuovo articolo, che forse come qualcuno di voi avrà notato non ha più la solita cadenza settimanale ma, per il periodo estivo, uscirà ogni due settimane. La scelta è stata dettata dalla volontà di dare a tutti, durante questo periodo “rilassante” e vacanziero, un po’ di tempo in più per leggere la nostra rubrica e inviarci richieste e domande all’indirizzo di posta elettronica studiokoru@libero.it .

Tempo fa una mamma, durante una consulenza, ci ha chiesto cosa ne pensassimo della televisione e degli effetti che produce sui bambini piccoli. In particolare il suo bambino di due anni e mezzo, di fronte ad un cartone animato, sembrava “imbambolato” e completamente assorto da quello che stava vedendo, non dando più attenzione a tutto quello che lo circondava. La domanda di questa mamma era se di fatto fosse giusto che il suo bambino guardasse la televisione o se invece era meglio vietarla.

Sicuramente un dilemma che interessa molti genitori oggi, dove la televisione è diventata un mezzo di comunicazione quotidiano e presente in quasi ogni famiglia, e che come ogni strumento che accompagna la nostra esistenza ci chiede una riflessione sulla sua utilità/inutilità.

Occorre precisare che esistono famiglie dove non è mai entrato un televisore per scelta e famiglie dove in ogni stanza ne è presente uno, così come possono esistere genitori che preferiscono non proporla mai o genitori che la tengono sempre accesa “perché fa compagnia”.

Questo ci porta a dire che non esiste una verità assoluta sul fatto che sia meglio una scelta piuttosto che un’altra ma che ogni famiglia, in base ai propri valori e credenze, fa le sue scelte di vita e con queste i vostri figli si confronteranno e cresceranno. Diventa però importante riflettere e valutarne i vari pro e contro.

La coerenza e l’esempio diventano a questo punto basilari: se un genitore trascorre gran parte della sua giornata davanti al televisore difficilmente potrà vietare al suo bambino di guardarla ma piuttosto diventerà importante insegnargli ad usarla mostrandone i lati positivi e quelli negativi. La televisione non è una cosa buona o cattiva in sé, ma occorre imparare ad utilizzarla o/e limitarla così da non demonizzarla ma neanche da farla diventare il perno della propria vita. Per esempio si potrebbe decidere insieme, dai 6 anni in su, dei momenti dedicati alla televisione.

Il tempo trascorso davanti al televisore ha dei limiti specifici che variano a seconda dell’età. Molti esperti consigliano non più di un’ora al giorno al di sopra dei 2 anni, e con la crescita al massimo due o tre ore al giorno. Questo per evitare di creare un’estrema dipendenza e per aiutare i bambini a comprendere la differenza tra la realtà quotidiana e la finzione televisiva.

I contenuti trasmessi. Oggi forse più di prima occorre riflettere su questo punto, in quanto le proposte televisive si sono ampliate e variegate, comprendendo canali o programmi per bambini piccolissimi che chiedono ai genitori di interrogarsi sulla validità di queste proposte.

Il suggerimento anche in questo caso non è di vietarli in sé, ma sicuramente di essere molto selettivi su queste proposte e di scegliere con estrema cura i programmi da guardare: molti di essi si “spacciano” come educativi e in realtà fanno passare altri tipi di messaggi.

La scelta dei programmi più adatti all’età dei bambini ricade sui genitori che hanno la grossa responsabilità di esserne il metro di giudizio: solo guardandoli insieme a loro potrete valutarne la loro validità.

TV babysitter? Crediamo sia la domanda più “gettonata” e forse in cui occorre essere più sinceri. Non pensiamo che non ci possano essere brevi momenti in cui la televisione possa assumere il ruolo di “contenitore/babysitter” e anzi spesso questo aiuta l’organizzazione familiare, ma la differenza la fa il come e il quando.

Per esempio, non crediamo sia da condannare la proposta al bimbo, dopo una giornata al parco, di guardare un cartone o il suo dvd preferito per “tranquillizzarsi” prima di cena, mentre la mamma è in cucina con “l’orecchio teso” a preparare da mangiare. Anzi spesso aiuta a conciliare i tempi familiari. Occorre forse solo accompagnare la proposta dalla spiegazione che siamo di là se ha bisogno di noi, oppure ogni tanto tornare nella stanza e avvicinarsi a lui per ricordargli la nostra presenza.

Diverso è se il lasciarlo davanti alla televisione da solo diventa un’abitudine e una costante: questo non aiuterà il bambino a sviluppare un senso critico verso quello che sta osservando ma tenderà ad utilizzarlo per riempire dei vuoti. Anche in questo caso forse basterebbe sedersi accanto a lui e guardare insieme un cartone/film così da mostrargli come la televisione possa essere un elemento di condivisione di tutta la famiglia.

Lucia Riva e Elisabetta Vitali

Gli articoli della rubrica sono a cura delle Dott.sse Lucia Riva ed Elisabetta Vitali, pedagogiste dello Studio di Consulenza Pedagogica Koru www.consulenzapedagogicakoru.it
Se avete domande o osservazioni potete scrivere all’indirizzo mail studiokoru@libero.it

 

 

 

 

 

 

 

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