“Non c’è tre senza… UNO!”

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Questa settimana partiamo da un interessante post che ci è arrivato da un papà qualche giorno fa…

“Buongiorno, avrei bisogno di un consiglio… Mia moglie ha ricevuto l’invito da una gruppo di amiche di vecchia data per una cena per la festa delle donne, ma non c’è verso di convincerla ad andare. La nostra bimba è nata nove mesi fa ma lei non se la sente di lasciarla… Dice che è stanca, che non le interessa la festa e che avrà altre occasioni per uscire più avanti. Ma io vorrei che accettasse perché è sempre con la nostra bambina e non si concede mai uno spazio per sé…”.

Questo papà, che ringraziamo per averci interpellato, ci consente di provare a confrontarci con il discorso difficile e complesso della trasformazione dell’essere donna quando si diventa madre e dei tanti cambiamenti/stravolgimenti che accompagnano questo intenso e avventuroso cammino!

Eh sì, perché (chi non l’ha provato di voi?) a volte quando diventiamo madri ci catapultiamo completamente in questo ruolo: quando il nostro bimbo ci viene dato in braccio per la prima volta dopo essere venuto al mondo tutto cambia prospettiva, una persona viene affidata a noi, alle nostre cure, al nostro amore speciale e totale.

Tutto viene assorbito da questo piccolo: tempo, energie e responsabilità. Si comincia a vivere in un mondo “a parte”, dove tutto gira intorno al legame che si sta creando tra noi e lui/lei (e ai vari fratelli/sorelle già arrivati). Inizialmente perché dobbiamo conoscere il nuovo arrivato, le sue esigenze e i suoi ritmi; poi, quando il ritmo si assesta e potremmo uscire da questo mondo unico e “idiallico”, qualcosa ci frena a tornare ai nostri interessi coltivati per anni, a ciò che fino a poco fa era il nostro hobby preferito per “staccare e ricaricarsi”. E se a volte è la stanchezza e la mancanza di tempo ad avere la meglio, spesso veniamo invece prese da un’emozione insidiosa e sibillina: i sensi di colpa!

Si mette in discussione ogni possibilità/opportunità perché ci chiediamo se davvero vale la pena fare quanto proposto dovendo “abbandonare” il nostro piccolo ad altre cure, ad altre persone: sapranno capirlo come facciamo noi? Sapranno comprendere i suoi bisogni?

Non entriamo certamente in merito alla scelta di partecipare o meno alla festa delle donne, ma lo stesso varrebbe per altri impegni: un corso di piscina con le amiche, un incontro a cui vorremmo partecipare da tempo, una serata al cinema… Il messaggio è lo stesso: l’importanza, ad un certo punto, di ritornare a quello che sentiamo ci realizza come singolo e come donna.

Ci permettiamo quindi di dare qualche consiglio per risperimentare il nostro essere UNO, anche quando si è diventati TRE:

– innanzitutto, provare a guardarsi intorno per vedere se c’è qualcuno a cui affidare il vostro/a piccolo/a che vi dia sicurezza e affidabilità. Insomma, che vi faccia davvero “staccare la spina” non solo fisicamente ma anche mentalmente durante le vostre uscite! In modo che il bimbo sia davvero a casa e non continuamente nella nostra testa (non è così semplice, ma con un po’ di allenamento ce la si può fare). Spesso anche i papà possono essere un’ottima risorsa che potrebbe sorprenderci!

– parola d’ordine: pianificare/organizzare così da sentire che la situazione familiare sia “sotto controllo” anche in vostra assenza. Un piccolo “barbatrucco” è di lasciare spazio all’imprevisto e all’inaspettato (che sono sempre dietro l’angolo) pensando anche ad un “piano B”, così da non sentirci travolte nel caso si materializzassero nella nostra perfetta organizzazione;

combattere la “pigrizia” pensando al beneficio che può avere il riacquistare un altro ruolo (oltre a quello di mamma: lavoratrice, moglie, amica) sul sistema famiglia, che se troppo “chiuso” può far mancare l’ossigeno in alcuni momenti;

creare delle piccole abitudini in cui ci prendiamo il nostro spazio, magari nei momenti più “tranquilli” (es. ferie o vacanze), così da far sperimentare a marito e figli la nostra autonomia e a farli “esercitare e rodare” quando questo avverrà nei momenti più carichi dell’anno;

provate a “zittire” il vostro grillo parlante nell’idea che non siete “cattive” madri se vi ritagliate il vostro spazio, per far parlare ed uscire la donna che c’è in voi!

Buona festa delle donne a tutte!

Lucia Riva e Elisabetta Vitali

Gli articoli della rubrica sono a cura delle Dott.sse Lucia Riva ed Elisabetta Vitali, pedagogiste dello Studio di Consulenza Pedagogica Koru www.consulenzapedagogicakoru.it
Se avete domande o osservazioni potete scrivere all’indirizzo mail studiokoru@libero.it

 

 

 

 

 

 

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