Se non la smetti…

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Durante le serate formative che offriamo a genitori e nonni in alcuni servizi per l’infanzia del lecchese, una delle domande più ricorrenti che ci viene rivolta è quale sia la “soluzione magica” per evitare che un capriccio o una presa di posizione netta del bambino degeneri senza ritorno.

In poche parole la questione diventa: “Come possiamo gestire una situazione critica senza arrivare a dover ricorrere per forza alla minaccia o al ricatto?”.

Vi diciamo fin da subito che non abbiamo la bacchetta magica e crediamo che nessuno ce l’abbia: non esiste una ricetta unica ed efficace per ogni bimbo ed ogni situazione Il primo passo però potrebbe essere il provare a cambiare punto di vista, guardando la cosa da un’altra angolazione.

Un bambino non è capriccioso ma fa i capricci”. Non è solo un gioco di parole: quel bambino diventato improvvisamente un “piccolo mostro capriccioso” ci sta dicendo qualcosa. Il suo comportamento è anche un “messaggio” rivolto a noi.

Sicuramente un messaggio difficoltoso da decifrare, ma un modo efficace e diretto per dirci, ad esempio, che lui c’è, esiste e sta cercando di trovare una posizione nel mondo e soprattutto nella nostra famiglia.

Eh sì, perché spesso i “bersagli preferiti dei capricci sono proprio i genitori”, quelli con cui il bambino sperimenta una relazione unica e affettivamente solida, dove può giocarsi il tutto per tutto sapendo che comunque il bene che si vuole a lui non cambierà. Quindi cerchiamo di non sentirci in difetto o meno perfetti come genitori perché nostro figlio fa i capricci o “disubbidisce”, ma ricordiamo di essere il loro punto di riferimento, la loro “bussola” in questo viaggio che hanno intrapreso.

Certo, non è una grande consolazione! Ma aiuta pensare che, se mio figlio mi sta sfidando in quel modo, lo sta facendo anche per saggiare la solidità della nostra relazione e che in quel modo sta crescendo.

Come dicevamo prima quello che ci rimane da fare è di giocare una strategia diversa, sperando che in alcuni casi sia anche quella vincente (ricordatevi che imparare a “danzare” in tre o quattro è difficile e spesso si procede per prove ed errori).

Strategie del qui e ora di fronte ad un capriccio:

cercate di non agitarvi e provate a mantenere il controllo: se la situazione è troppo faticosa emotivamente prendete una pausa, un time out. Può capitare che il bimbo vi farà arrabbiare così tanto da volergli dare uno schiaffo, ma non fatelo: ha bisogno che voi gli diate l’esempio di ciò che deve imparare;

provate a reagire con serenità e fermezza al pianto di vostro figlio: cercate di capire se il bambino piange per un motivo giustificato (per dolore, fame, paura) o perché desidera qualcosa. In questo caso potete decidere o meno di accontentarlo. Coccolatelo di più se sta passando un momento di frustrazione maggiore per le vostre regole, ma non dategliela vinta al momento dei capricci o dei pianti;

siete in tre: da soli può essere difficile reggere la situazione conflittuale! Quando si può, fate scendere in campo il papà, che è un vostro alleato e sarà un ottimo supporto!

Strategie del lungo periodo:

provate a porre dei limiti e delle regole familiari: poche, chiare, concordate e che tutti devono rispettare (anche mamma e papà!). Provate a proporgliele fin da piccolo: ogni bambino in base alla propria età ha bisogno di alcune regole per affrontare con sicurezza alcune situazioni di crescita;

ogni tanto chiedetevi: “Perché sto dicendo NO a questa richiesta di mio figlio?”. Le regole ci devono essere e, come dicevamo prima, devono essere coerenti tra di loro e devono essere rispettate. Ma alcuni no risentono della nostra pigrizia mentale e non sempre hanno ragione di essere….non fossilizziamoci e proviamo a domandarci se sono tutti indispensabili!

proponetegli l’attesa: aspettare serve al bambino (e all’adulto) ma occorre allenarsi. Con calma e gradualità (e usando il gioco come alleato) possiamo insegnargli questa preziosa virtù che anche noi adulti facciamo fatica a mettere in pratica!

-insegnategli a rispettare le vostre esigenze e i tempi in cui si sta insieme: come vi abbiamo già detto qualche settimana, è importante per tutto il sistema famiglia che il bambino conosca anche le vostre esigenze e i vostri tempi, non annulatevi ma abituateli a considerare anche le vostre esigenze così impareranno a rispettare i vostri ma anche quelli degli altri!

Buon lavoro a tutti/e!

Lucia Riva e Elisabetta Vitali

Gli articoli della rubrica sono a cura delle Dott.sse Lucia Riva ed Elisabetta Vitali, pedagogiste dello Studio di Consulenza Pedagogica Koru www.consulenzapedagogicakoru.it
Se avete domande o osservazioni potete scrivere all’indirizzo mail studiokoru@libero.it

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