Sos Genitori. Doppia punizione?

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Questa settimana a scriverci è una zia:

“Buongiorno. Mi chiamo Gaia e sono zia di una bimba di 6 anni che frequenta il primo anno della scuola primaria. Scrivo per avere un’opinione dopo che mia cognata (mamma della bambina) mi ha chiesto un consiglio riguardo a come comportarsi a casa quando la piccola arriva con un castigo o una nota sul diario. Non che capiti quotidianamente, ma Chiara è una bimba vivace ed esuberante, piena di fantasia. A volte vive in un mondo un po’ tutto suo, e il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla primaria non è stato semplicissimo. Ora va decisamente meglio, ma a volte su quaderni e diario si trovano annotazioni della maestra riguardo il fatto che deve finire il lavoro a casa perché era distratta, o che è stata punita perché durante l’ora di lezione si è alzata ed è andata dai compagni, o altro. Insomma, nulla di grave in sé, ma la sua mamma è in dubbio sul punirla in qualche modo con piccoli castighi anche a casa in queste occasioni oppure no. Cosa consigliate?”.

Lucia Riva - Elisabetta VitaliApprofittiamo di questa richiesta per rispondere alle tante mamme e papà che spesso ci chiedono la stessa cosa. Cosa fare se il proprio bambino si comporta in modo poco corretto a scuola?

Facciamo un passo indietro. Ogni famiglia decide che tipo di intervento attuare rispetto al comportamento poco corretto dei figli. C’è chi usa castighi e punizioni e chi non crede in questi strumenti. Tra chi li usa ci sono poi enormi differenze nelle scelte del “tipo di punizione”. Non entriamo quindi nel merito, sono scelte educative che ogni coppia genitoriale deciderà se e come mettere in atto.

Riteniamo invece fare alcune considerazioni sulle caratteristiche che un intervento di questo tipo dovrebbe avere per aiutare un bambino a riconoscere l’errore commesso.

Intanto una punizione dovrebbe appunto mirare a far capire al bambino qual è la regola che ha violato e a come modificare il suo comportamento perché questo non accada più. Devono essere quindi comprensibili per il bambino, immediatamente riconducibili in modo lineare al comportamento sbagliato (es. Se gioca in bagno e butta acqua ovunque, ha più senso che si ritardi l’uscita programmata al parco in modo da asciugare il pavimento, piuttosto di non comprare il gelato una volta arrivati lì). Per le stesse motivazioni la conseguenza di un comportamento non idoneo non dovrebbe essere troppo dilazionata nel tempo, perderebbe la sua efficacia e la riconducibilità all’avvenimento da cui tutto è partito.

I castighi poi dovrebbero essere proporzionati al danno e realizzabili: a volte noi adulti, presi dall’esasperazione, promettiamo punizioni esemplari che poi non possiamo mantenere perché “esagerate”. Non servono grandi gesti: meglio piccole punizioni ma mirate, chiare, comprensibili e utili al bambino per capire cosa c’è che non va e soprattutto come poter rimediare immediatamente, in modo da ritornare ad una situazione relazionale di serenità con l’adulto di riferimento.

Non devono quindi umiliare il bambino, ma permettergli di riparare all’errore e incoraggiarlo a migliorare il comportamento.

Alla luce di questi piccoli accorgimenti, appare forse più chiaro quanto sia necessario per Chiara, quando ha un comportamento non corretto a scuola, essere ripresa direttamente dalle insegnanti presenti, che sapranno valutare la situazione in funzione di quanto successo e delle innumerevoli eventuali variabili di cui noi genitori non siamo a conoscenza.

Ricevere un’ulteriore punizione una volta ritornata a casa, sulla base di quello che c’è scritto sul diario, risulterebbe probabilmente come un intervento completamente “calato dall’alto”, senza avere tutti gli elementi necessari perché l’intervento risulti davvero efficace per modificare il suo comportamento.

Cosa fare allora?

Si può sicuramente chiederle cosa è successo, dando a lei modo di raccontare la sua versione, chiederle se ha capito dove ha sbagliato. Aprire il dialogo su questo, ricordandole le regole presenti in classe e l’importanza del loro rispetto, non come adulti che devono sottolineare con un altro intervento il comportamento sbagliato, ma come genitori che sanno spiegarle quanto accaduto se non le è chiaro.

Perché ciò sia possibile ed efficace, una buona collaborazione tra scuola e famiglia è auspicabile. In alcune situazioni infatti, confrontandosi con le insegnanti, si potranno accordare modalità di intervento ad hoc, anche in funzione del carattere della bambina, della sua reazione ai rimproveri, alla necessità in quel momento di sottolineare anche a casa un comportamento inadeguato piuttosto che il lasciare “che se la sbrighino tra di loro a scuola”.

Lucia Riva e Elisabetta Vitali
Gli articoli della rubrica sono a cura delle Dott.sse Lucia Riva ed Elisabetta Vitali, pedagogiste dello Studio di Consulenza Pedagogica Koru www.consulenzapedagogicakoru.it
Se avete domande o osservazioni potete scrivere all’indirizzo mail studiokoru@libero.it

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