Sos Genitori. Scuola finita? No, esami!!!

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Buongiorno, sono Anna, mamma di Giacomo che tra poco dovrà affrontare gli esami di terza media. Vi scrivo proprio per questo. Diciamo che a scuola in qualche modo se l’è sempre cavata, con alti e bassi, con materie che gli vanno più a genio e altre in cui fa più fatica, con impegno non sempre continuo nel corso dell’anno. Insomma, come credo molti suoi coetanei. Ma in fondo è sempre riuscito ad arrivare a fine anno, magari un po’ in recupero per rimediare in extremis alcuni voti, ma ce l’ha sempre fatta. La sua più grossa difficoltà credo siano le verifiche orali, nelle quali gli è capitato di bloccarsi nelle interrogazioni soprattutto davanti ad alcuni professori anche quando era preparato. Insomma, si fa prendere un po’ dall’emozione. E in questo periodo inizia ad essere molto nervoso in vista degli esami. Passa da momenti in cui sembra non pensarci affatto, sottovalutandoli, ad altri in cui sembra essere nel panico al solo pensiero di doverli affrontare e ripete che non ce la farà. Si chiude in camera e rimane sui libri per ore, per poi uscirne sfinito e spesso sfiduciato. Come posso aiutarlo?”.

Lucia Riva - Elisabetta VitaliGiugno è arrivato e per la maggior parte degli studenti questo significa che tra una settimana o poco più la scuola chiuderà i battenti e le vacanze avranno inizio. Ma non per tutti! C’è chi si troverà, come Giacomo, ad affrontare gli esami di terza media.

Tappa decisamente importante nel proprio percorso formativo, che segna il passaggio alla scuola secondaria di secondo grado (le superiori) e chiude gli anni dell’infanzia scolastica. Per i ragazzi di oggi rappresenta anche la “prima volta” ad un esame, mentre fino a qualche anno fa anche alla fine della primaria c’erano i famosi esami di 5° elementare, che pur essendo spesso solo “una formalità” in realtà per gli alunni erano un vero e proprio banco di prova, con verifiche scritte e orali, l’adrenalina, le emozioni e le preoccupazioni che portavano con sé.

Oggi invece si arriva direttamente in terza media senza essersi mai confrontati con una commissione d’esame e anche questo gioca la sua parte nel non sapere cosa aspettarsi.

Se si parla con i ragazzi più grandi, spesso questi rispondono che si aspettavano di peggio, che in fondo “sono stati facili”. Ma quando li si deve ancora affrontare non è tutto così semplice. E ricordiamo che nell’anno scolastico appena trascorso Giacomo e i suoi compagni si saranno sentiti ripetere centinaia di volte che “quest’anno avete gli esami!” da insegnanti che li spronavano ad impegnarsi maggiormente o a cambiare atteggiamento.

Ecco allora che Giacomo, come i suoi coetanei, si trova su una vera e propria altalena di emozioni: il timore per ciò che è ignoto, la voglia di terminare il percorso, la ricerca di rassicurazioni, il cercare di non pensarci troppo, la paura di fallire e di non essere in grado.

Come aiutarli allora in questo sprint finale?

Scopriamo l’ignoto. Sapere esattamente come si svolgeranno gli esami toglierà un po’ di ansia per quello che li aspetta. Quando saranno le prove? Quanto dureranno? Dove si svolgeranno? Chi saranno i professori presenti? E il presidente di commissione? Quando inizieranno le prove orali e con quali criteri sceglieranno l’ordine degli alunni? Quali materiali portare? Ecc.

Spesso il poter riuscire a visualizzare tempi, luoghi e modalità di ciò che ci aspetta ci permette di razionalizzare una serie di preoccupazioni e di individuare dei “punti fermi”, piccole sicurezze che ci aiutano a ridimensionare e individuare meglio ciò che ci preoccupa.

Punti forti e punti deboli. Analizziamo insieme a nostro figlio il suo anno scolastico e le sue capacità. Partiamo dai suoi punti forti. In quali materie si sente più ferrato? E in quali tipi di prova si sente più a suo agio? C’è ad esempio chi come Giacomo si emoziona in una prova orale o al contrario chi ha una buona parlantina e riesce a dare il meglio di sé anche se non padroneggia perfettamente la materia. Oppure chi si trova in difficoltà davanti a test a crocette con tempi stretti mentre si esprime molto meglio in una prova con domande aperte e la possibilità di approfondire meglio ciò che vuole dire.

Ecco allora che partendo da queste premesse è possibile prevedere quali saranno le prove che li potrebbero mettere maggiormente in difficoltà e il perché. I famosi punti deboli. Individuare esattamente ciò che ci può far “fallire” ci permette di predisporre tutta una serie di strategie per evitarlo o almeno arginarlo; ed in questo modo diminuire anche la preoccupazione, consapevoli che ci sono delle cose che sappiamo fare bene e sulle quali puntare.

Organizzazione. Una volta che insieme ci siamo detti quali sono i punti forti e quelli deboli ed abbiamo individuato modalità e tempistiche delle prove ecco che è il momento di organizzare il lavoro dei prossimi giorni. Un lavoro che non può certo sostituire quello che avrebbe dovuto essere svolto durante l’intero anno scolastico, ma che permette comunque di ottimizzare le energie residue per cercare di “dare il massimo” nello sprint finale.

Scadenze e date alla mano, concentriamoci su una prova alla volta. Individuiamo quelle per le quali c’è bisogno solo di una ripassata e concentriamoci su quelle per le quali ci occorre soffermarci maggiormente. Per ciascuna di esse definiamo cosa esattamente dobbiamo fare (studiare le formule di matematica e geometria che proprio non riusciamo a memorizzare, scaricare le prove invalsi degli anni precedenti e provare a farle, esercitarci con la lettura e le risposte aperte di inglese ecc.). Definiamo le tempistiche, “quando faccio questo e quando faccio quello”, calcolando di non pretendere di svolgere le attività più impegnative nei pomeriggi tra una prova e l’altra. Perché comunque la tensione e la stanchezza si faranno sentire, ed è meglio prevedere dei momenti di riposo e al massimo “una ripassata per il giorno dopo” in quei momenti.

Affrontiamo le paure: e se poi…? Tutto quello detto finora permette di diminuire un po’ la preoccupazione facendo concretamente qualcosa senza nascondere la testa sotto la sabbia. Ma certo non farà scomparire tutta la paura e l’ansia per ciò che li aspetta.

Aiutiamo allora i nostri figli ad esternare e verbalizzare le loro paure. “E se poi mi fanno una domanda che non so?” oppure “E se poi mi dimentico quelle formule che proprio non mi stanno in mente?”, “E se poi mi emoziono e non riesco più a dire una parola?”.

Certo, può succedere. Anche di fronte alla migliore organizzazione, l’imprevisto per definizione è dietro l’angolo, soprattutto laddove siamo più in difficoltà.

Individuate insieme allora delle piccole strategie da mettere in campo nel caso si realizzassero queste paure. Ad esempio, se non so svolgere per intero gli esercizi più difficili di geometria posso comunque fare il disegno e scrivere le formule. Se non ricordo con esattezza la risposta a una domanda orale specifica posso comunque iniziare a parlare dell’argomento generale che lo riguarda… Non è certo la stessa cosa, ma intanto non mi porta a stare in silenzio e a farmi prendere dal panico, e permetto al docente di guidarmi nella risposta che al momento non trovo.

Partiamo sempre da un presupposto: i professori conoscono i ragazzi, le loro potenzialità e le loro lacune. Non si aspettano certo che chi ha rasentato il sei in matematica per tre anni improvvisamente prenda nove nella prova scritta. O chi è molto emotivo non lo sia anche durante la prova orale. Allo stesso tempo non hanno nessun interesse a metterli in difficoltà, anzi, solitamente tengono molto che il percorso scolastico si concluda in modo positivo, raccogliendo i frutti del lavoro di questi anni.

Dimentichiamocene per un attimo. Infine, da genitori, facciamo in modo che i nostri figli nei prossimi giorni si impegnino a fondo per affrontare gli esami, ma prevediamo per loro anche dei momenti in cui staccare la spina. Non facciamo che la loro ansia diventi anche la nostra. Una volta organizzato bene il lavoro assicuriamoci che i ragazzi abbiano degli spazi di svago puro, magari all’aria aperta, per “dimenticarsi degli esami” e ricaricarsi davvero.

Lucia Riva e Elisabetta Vitali

Gli articoli della rubrica sono a cura delle Dott.sse Lucia Riva ed Elisabetta Vitali, pedagogiste dello Studio di Consulenza Pedagogica Koru www.consulenzapedagogicakoru.it
Se avete domande o osservazioni potete scrivere all’indirizzo mail studiokoru@libero.it

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