“Scuola massacrata” a Lecco protestano gli studenti

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LECCO – Sabato di protesta quello organizzato il 17 novembre dal Collettivo Studentesco Lecchese, in occasione della giornata internazionale per il diritto allo studio che ha visto lo svolgersi di manifestazioni e presidi in molte città italiane. Circa 200 studenti lecchesi, secondo quanto riferito dagli organizzatori, hanno aderito al presidio promosso dal Collettivo unitamente ai Giovani Comunisti di Lecco, che si è svolto davanti al Liceo scientifico Grassi “per reclamare una scuola pubblica di qualità, gratuita e aperta a tutti”.

“In un contesto di crisi come quello attuale, crediamo che le manovre neo-liberiste di Monti e Profumo siano ingiuste ed estremamente dannose – ha spiegato il collettivo – Infatti i provvedimenti presi dal governo nel corso dell’ultimo anno non hanno fatto altro che peggiorare la condizione dell’istruzione pubblica, già gravemente massacrata dal precedente governo Berlusconi. Il diritto allo studio è stato pesantemente attaccato e troviamo contesti scolastici in cui siamo impossibilitati ad ottenere un’istruzione completa”.

Solo il 45% degli istituti italiani – denunciano – ha il certificato di agibilità-statica, e solo un terzo è a norma per quanto riguarda l’igiene e gli incendi. Tutto ciò mentre Monti ha ribadito più di una volta che lo Stato assicura i fondi necessari alle scuole private. A questo bisogna aggiungere che gli insegnanti fanno sempre più fatica a trovare un posto fisso e quindi ad assicurare una didattica completa”.

Al termine del presidio, gli studenti si sono recati alla Leuci per portare solidarietà ai lavoratori da ormai due mesi in protesta davanti ai cancelli.

“Essenzialmente crediamo che l’accesso al sapere non debba avere limiti, che non debba essere indirizzato dal potere finanziario ed economico, che non debba assolutamente essere frutto di un processo competitivo e di esclusione sociale. Proponiamo quindi che l’istruzione pubblica sia rilanciata con nuovi investimenti e che vengano lasciati cadere tutti i percorsi di aziendalizzazione e privatizzazione della scuola. Chiediamo di avere fondi che ci portino al livello della media europea, con riqualificazione dell’edilizia scolastica e con la riduzione del rapporto studenti/docenti tramite un forte piano d’assunzioni. Chiediamo che le conoscenze ricevano libero accesso da parte di tutte e tutti, con l’abolizione degli ostacoli posti ai canali formativi come i test a numero chiuso all’università. Reclamiamo un piano di investimenti in politiche di welfare sulla mobilità per gli studenti e le studentesse, con un reddito garantito per i soggetti in formazione. Non si può più rimandare l’investimento nella ricerca pubblica, che sia però finalizzata al bene della comunità e non piegata al profitto di pochi privati” ha spiegato Marco Valsecchi, responsabile Scuola e Saperi per i Giovani Comunisti Lecco.