La Lecco-Bergamo preoccupa Calolzio, in tanti all’assemblea del nuovo comitato

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“Non faremo nulla per perdere il finanziamento, ma vogliamo che questi soldi vengano spesi bene”

All’assemblea ha partecipato anche il sindaco che si è detto scettico sulla realizzazione dell’opera

CALOLZIOCORTE – Una assemblea partecipata quella organizzata dal Comitato “Insieme per una diversa Lecco-Bergamo”. Una settantina le persone che, mercoledì sera, si sono ritrovate in sala consigliare per partecipare alla prima uscita pubblica del nuovo comitato nato con scopi precisi: informare la popolazione sulle conseguenze delle nuove scelte progettuali alla variante Lecco-Bergamo; suggerire soluzioni alternative e tutelare gli interessi dei cittadini e delle attività produttive e commerciali locali.

Ad aprire i lavori è stata Anna Bruna Frigerio (consigliera comunale di Calolzio BeneComune e consigliera del Comitato) che ha sottolineato come l’iniziativa sia apartitica e aperta a tutti i cittadini che hanno la volontà di condividere un percorso che pone al centro un’opera che impatterà notevolmente sul futuro di Calolziocorte.

Paolo Cola

Quindi il presidente del Comitato Paolo Cola ha ripercorso l’iter della “Variante di Vercurago – Lotto San Gerolamo”, partito nell’ormai lontano 2001, che assieme alla Variante “Lavello” avrebbe dovuto risolvere il nodo di Calolziocorte nel collegamento tra Lecco e Bergamo.

“Espropri, cantieri lunghi anni, abbattimenti di edifici per far spazio alle aree di cantiere, sono questi i temi che maggiormente ci preoccupano in relazione alla scelta progettuale che è stata decisa – ha detto -. Mi chiedo perché nelle tre scelte progettuali ci si è ostinati a mantenere fissi il punto di uscita in via Sassi, peraltro allagato da anni. Un altro grosso problema è che il tracciato che si vuole realizzare rischia di compromettere una falda acquifera utilizzata dal 70% dei cittadini di Calolzio. Senza parlare di quanto sono lievitati i costi negli anni fino ad arrivare ai 253milioni attuali (finanziati 159 milioni) che probabilmente aumenteranno ancora”.

Uno dopo l’altro i membri del comitato, dopo un attento studio delle carte, hanno cercato di fornire un quadro esaustivo della situazione prospettando “le pesanti conseguenze che questa opera avrà sulla città senza peraltro risolvere in maniera definitiva il problema del traffico anzi, portandolo nel cuore della città”. E’ stata poi illustrata alla cittadinanza anche la posizione del comitato: “Non faremo niente per perdere il finanziamento di 300milioni, ma vogliamo che questi soldi vengano spesi bene: l’attraversamento di Calolzio con la Lecco-Bergamo deve essere fatto”.

Il comitato vuole chiedere agli organi competenti che sia valutato un tracciato che stia a monte della città con partenza nel rione lecchese di Chiuso (come da progetto) e arrivo in zona ponte Cesare Cantù (unendo di fatto lotto San Gerolamo e lotto Lavello): “Questa si che sarebbe una strategia a lungo termine”.

Tra i passi che vuole portare avanti il comitato in primis l’interlocuzione con il sindaco di Calolzio Marco Ghezzi, presente all’assemblea, e con tutti i sindaci della Valle San Martino nella speranza che un fronte comune possa portare al risultato. C’è anche l’intenzione di contattare il commissario che segue le opere legate a Milano-Cortina 2026 e la Società Infrastrutture Milano Cortina. A breve ci sarà un’audizione in consiglio regionale richiesta dal consigliere Gian Mario Fragomeli per aprire un dialogo a livello istituzionale a cui sperano di partecipare con i comuni della Valle San Martino al proprio fianco.

Il sindaco di Calolzio Marco Ghezzi ha preso la parola per aggiornare sulle ultime novità avute dall’ufficio del commissario: “La progettazione dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno così si avranno anche ulteriori certezze sui costi dell’opera. Quindi si svolgerà la conferenza dei servizi decisoria. Successivamente bisognerà fare il bando e assegnarlo. E’ probabile che dalla primavera/estate 2026 ci siano i primi sopralluoghi sul territorio”.

“Il tema, però, è che nella conferenza dei servizi decisoria le modifiche che si possono fare al progetto sono minimali – ha continuato il sindaco -. Io sono disponibile a riportare alla conferenza dei servizi la proposta di un tracciato che sta più a monte (anche se allo sbocco di Sala ci saranno gli stessi problemi costruttivi e di urbanizzazione che ci sono in via Sassi), ma questo comporta il rifacimento del progetto e significherebbe tornare indietro di alcuni anni, senza contare che bisognerebbe intervenire sui vari PTG cosa che richiede almeno 2/3 anni di tempo”.

“Il commissario, inoltre, ha un mandato ben preciso e il rischio di chiedere interventi al progetto è che non si faccia più l’opera perdendo, oltre al pezzettino di finanziamento che manca, anche il finanziamento che c’è già – ha concluso il sindaco -. Dilatare i tempi, inoltre, significa che una volta finite le Olimpiadi non ci sia più nemmeno il finanziamento. Tra l’altro tutti i costi legati alle opere olimpiche stanno esplodendo e quest’opera è una delle ultime priorità, perciò considero più probabile che non si faccia“.

Tra le persone presenti in sala è emerso tanto scetticismo soprattutto per l’impatto che il cantiere avrà sulla città. C’è anche preoccupazione per i possibili danni a una importante falda acquifera, questione emersa proprio durante la serata. E poi ci sono gli espropri che rischiano di mettere in grande difficoltà privati cittadini, aziende e il Cai Calolzio. Una folta rappresentanza dell’associazione, infatti, ha partecipato all’assemblea visto che la sede di via Dante (ex area Prim) è tra gli edifici coinvolti. “Si può sapere entro quando devo cercare un altro posto per l’associazione? – ha chiesto in modo diretto il presidente Giuseppe Rocchi al sindaco -. Il Cai Calolzio conta un bel numero di soci, dica al commissario di non prenderci in giro perché ci arrabbiamo”.

Giuseppe Rocchi, presidente del Cai Calolzio

Il Comitato, in chiusura, ha ribadito la volontà di percorrere tutte le strade per proporre una Lecco-Bergamo diversa chiedendo ancora una volta il sostegno di tutta la cittadinanza per mettere un’impronta diversa sul futuro della città.