Le misure entreranno in vigore dal prossimo 6 marzo. Confermate le “zone a colori”
Brusaderro (ISS): “Variante inglese predominante in Italia” ma non mostra resistenza al vaccino
LECCO/ROMA – Entrerà in vigore il prossimo 6 marzo fino al 6 di aprile il nuovo Dpcm firmato nella giornata di oggi, 2 marzo, dal Presidente del Consiglio Mario Draghi. Un Dpcm frutto, come sottolineato dal Ministro della Salute Roberto Speranza durante la conferenza stampa di presentazione, “di un confronto importante con il Parlamento, le Regioni e il Comitato Tecnico Scientifico”.
Confermate le zone a colori
Il nuovo decreto mantiene le misure restrittive attualmente in vigore riconfermando il sistema di divisione dell’Italia a zone e colori in base al quadro epidemiologico rilevato sul territorio. “Questo sistema – ha detto Speranza – consente di offrire la risposta più idonea ad ogni situazione, è la strada giusta. Ricordo che il principio guida del Dpcm è quello della tutela della salute, siamo fermamente convinti che per fare ripartire il paese serva innanzitutto vincere la battaglia sanitaria. Oggi la curva epidemiologica dà robusti segnali di ripresa, in particolare a preoccupare è la presenza delle varianti, prevalentemente quella inglese, ma anche brasiliana e sudafricana”.
Scuole chiuse in zona rossa e nei territori dove il tasso di incidenza sarà pari o superiore a 250/100.000 abitanti
Il Ministro Speranza ha illustrato la principale novità prevista dal Dpcm, riguardante le scuole: “La variante inglese, come noto, ha una particolare incidenza nelle fasce più giovani di popolazione (10-19 anni), circostanza che ci ha portati a una scelta, dopo confronto con il Comitato Tecnico Scientifico: nelle zone rosse, caratterizzate da alto rischio, la scuola sarà in Didattica a Distanza, così come nei territori dove il tasso di incidenza in sette giorni sarà pari o superiore a 250 ogni 100 mila abitanti. Questa misura – ha ribadito Speranza – ha una caratterizzazione legata ad un modello scientifico volta tenere sotto controllo la curva del contagio”.
“Seguire le regole”
Speranza ha concluso il suo intervento rinnovando l’appello ai cittadini a seguire le regole: “Mantenere il distanziamento, accurata igiene delle mani, uso di mascherine ed evitare assembramenti sono regole che oramai conosciamo bene e che sono essenziali per combattere questa battaglia, la vittoria non è determinata dal Dpcm o da un’ordinanza ma dalla collaborazione di tutti quanti”.
Gelmini: “Massima condivisione con gli amministratori”
Alla conferenza è intervenuto anche il Ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini: “Il nuovo Dpcm evoca un cambio di passo in termini di tempo e di metodo – ha esordito – abbiamo lavorato condividendo la bozza con le regioni già la scorsa settimana, oggi abbiamo messo a punto il tema scuola e ora siamo in grado di completare il Dpcm che, ricordo, entrerà in vigore il prossimo 6 marzo, dando tempo ai cittadini di adeguarsi ai cambiamenti. Nel disporre il nuovo decreto abbiamo condiviso molto con gli amministratori, non abbiamo potuto rispondere a tutte le loro richieste ma a molte sì: ad esempio – ha ricordato Gelmini – il cambio colore delle regioni entrerà in vigore dal lunedì e non dalla domenica, dal 27 marzo, almeno speriamo, sarà possibile tornare a frequentare, su prenotazione, i luoghi della cultura e istituiremo un tavolo tecnico con le Regioni per valutare i 21 parametri con maggiore puntualità. Già il prossimo venerdì avremo una riunione con Province e Comuni sul tema vaccini”.
Dad, pronte risorse per i congedi parentali
Grande attenzione è stata dedicata dal Governo alle scuole, ha ribadito Gelmini: “Il Governo accompagnerà la misura di sospensione dell’attività didattica in presenza dado concreto supporto alle famiglie attraverso i congedi parentali per i quali sono già state stanziate risorse superiori ai 200 milioni di euro”.
Brusaferro (ISS): “Variante inglese prevalente al 54%”.
E’ la variante inglese la più comune oggi in Italia, lo ha dichiarato Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità: “ll 18 febbraio scorso abbiamo cercato di individuare la circolazione di tutte le varianti sequenziando un campione significativo di casi positivi in tutte le Regioni. Oggi possiamo condividere il risultato, riferito al 18 febbraio: la variante inglese ha una prevalenza stimata al 54%, come da previsioni dunque è dominante nel quadro epidemiologico italiano. Permettetemi – ha detto Brusaferro – di ringraziare i laboratori, 101 in totale, che hanno effettuato il sequenziamento, un lavoro non facile né semplice”.
Per quanto riguarda le altre due varanti del Covid, quella brasiliana e quella sudafricana, Brusaferro ha fatto sapere: “In alcune regioni del centro Italia – Umbria, Toscana, Lazio e Marche principalmente – la prevalenza della variante brasiliana è stimata al 4.3%. Questo ci preoccupa particolarmente perché, in quanto variante nuova, deve essere stimata sia rispetto alla trasmissibilità che rispetto ad un’eventuale mancata risposta al vaccino. Ad ora, tuttavia, non ci sono prove scientifiche, gli studi sono in corso”. Preoccupa meno la variante sudafricana, rilevata allo 0,4% in zone al confine con l’Austria: “Si tratta, per ora, di casi di rientro da quei territori” ha detto Brusaferro.
Le azioni da mettere in campo
“In sintesi – ha concluso il presidente dell’ISS – la circolazione della variante inglese è maggioritaria perché si trasmette più facilmente. Il modo migliore per ridurre la trasmissibilità è evitare occasioni di trasmissione, dunque occorrono misure restrittive importanti. Per quanto riguarda la variante brasiliana, invece, la sfida è il contenimento: individuarla il più precocemente possibile ed intervenire in maniera quasi chirurgica per evitarne la diffusione. Questa è una doppia strategia che, insieme al monitoraggio, al sequenziamento e alla campagna vaccinale, permetterà di vincere questa battaglia”.
Locatelli: “La variante inglese non mostra resistenza al vaccino”
Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ha ribadito come la più aggressiva variante inglese non mostri resistenza al vaccino: “Per quanto riguarda le altre due varianti, in particolare quella brasiliana, al momento non ci sono evidenze scientifiche su una sua eventuale resistenza seppur ci siano casi di soggetti reinfettati”.