Argini intelligenti lungo il torrente Caldone per prevenire rischi
Ecco il progetto PreMonHytIon, sviluppato da Comune e Politecnico insieme alla Regione Moesa
LECCO – Promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi di catastrofe e una maggiore resilienza: questi gli obiettivi strategici del progetto “PreMonHytIon: Preventing and Monitoring Hydrogeological Instability” messo a punto dal Comune di Lecco (capofila italiano) e dalla Regione Moesa, nei Grigioni, in Svizzera, in partnership con il Politecnico di Milano, Legambiente Lecco e Fondazione Politecnico di Milano, ammesso e finanziato al 100% nell’ambito del programma di cooperazione Interreg Italia-Svizzera.
Il progetto è stato presentato questa mattina, lunedì, agli stakeholders e partner: erano presenti il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, l’assessore all’Ambiente Renata Zuffi, Elena Recchia, project officer per Regione Lombardia, Francesco Calvetti per il Politecnico di Milano e Daniele Bignami per la Fondazione Politecnico, Miriam Vitali per Legambiente Lecco. Da remoto erano invece collegati i partner svizzeri.
“In una logica di cooperazione transfrontaliera, PreMonHytIon intende migliorare il sistema di prevenzione, monitoraggio e allerta dei rischi e la gestione delle emergenze legati al dissesto idrogeologico, incrementando strategie complementari di resilienza tramite lo scambio di dati, la condivisione di metodologie e l’adozione di tecnologie digitali e piccole infrastrutture, come gli argini intelligenti – ha spiegato il sindaco Gattinoni dando il benvenuto agli ospiti – siamo felici e orgogliosi di questa bella collaborazione che, sul nostro territorio si concretizzerà inizialmente in un intervento di riqualificazione di un tratto del torrente Caldone”.
Il progetto di prefigge anche l’obiettivo di aumentare la consapevolezza delle cause e delle conseguenze dei cambiamenti climatici e intervenire sulla messa in sicurezza dei versanti montani, nonchè di implementare il sistema di prevenzione dei rischi e di gestione delle emergenze sui fiumi, con interventi di manutenzione straordinaria e nuovi sistemi di allerta e sviluppando delle competenze del personale dedicato e la cooperazione in questo ambito.
A Lecco, le risorse ottenute, consentiranno come detto di finanziare interventi di riqualificazione di un tratto del torrente Caldone, attivare una sperimentazione di argini intelligenti e investire su sistemi di monitoraggio, allerta e prevenzione connessi al dissesto idrogeologico, nonchè di attivare azioni di promozione coordinate nell’ambito del Contratto di Fiume e del Festival della Sostenibilità, laboratori con le scuole e l’università nell’oasi didattica che sarà realizzata all’altezza della chiesetta di Sant’Egidio.
“Ciò che presentiamo oggi è l’esito di un lavoro iniziato 4 anni fa e che tra le tappe importanti ha avuto, lo scorso anno, la firma del Contratto di Fiume – ha commentato l’assessore Zuffi – è evidente che si è trattato di una scelta politica e vorrei ringraziare di cuore il lavoro del nostro ufficio ambiente, che è stato indispensabile per avviare la progettazione”.
Il lotto 1 degli interventi sul Caldone riguarderà il tratto compreso tra le bozze e il ponte in località S. Egidio, nel rione di Bonacina: oltre 1,5 milioni di euro il finanziamento ricevuto che consentirà appunto di sistemare gli argini e rinforzarli in via sperimentale con sistemi di monitoraggio intelligenti, come spiegato da Calvetti e Bignami (Politecnico): “In sostanza gli argini dei fiumi verranno rivestiti con sistemi antierosione intelligenti, si tratta di geostuoie con reti metalliche a doppia torsione e integrati con cavi sensore in fibra ottica in grado di captare e trasmettere eventuali spostamenti e cedimenti del terreno. In pratica in questo modo avremo un monitoraggio in real time della situazione che consentirà di intervenire tempestivamente in caso di necessità”.
“Il progetto PreMonHytIon rappresenta per il Politecnico un’importante occasione di trasferimento e applicazione concreta dei recenti risultati della ricerca nel settore delle opere di difesa “intelligenti” (argini sensorizzati) – ha aggiunto Francesco Calvetti, coordinatore del corso di studi in Ingegneria civile per la mitigazione del rischio del Politecnico di Milano -. Le conoscenze maturate e gli strumenti sviluppati dal Politecnico saranno direttamente integrati con le opere da realizzare, e non solo saranno funzionali alla prevenzione e monitoraggio del rischio idrogeologico, ma forniranno anche informazioni di natura divulgativa volte alla sensibilizzazione sul tema delle conseguenze dei cambiamenti climatici”.
“La Regione Moesa – ha ricordato il presidente Gianpiero Raveglia – duramente colpita dal maltempo dello scorso 21 giugno 2024, ha accolto con grandi soddisfazione e aspettative l’ammissione del progetto al programma Interreg. Il ruolo pilota svolto della Regione nella gestione dell’evento, attraverso un’entità sinora non prevista dalla legislazione cantonale (Stato maggiore di condotta regionale), rappresenta un valido esempio di coesione ed efficienza nella gestione di situazioni particolari e straordinarie e con questo progetto transfrontaliero intendiamo rafforzare ulteriormente la resilienza dei territori alpini nella prevenzione e nella gestione dei rischi e delle situazioni di emergenza”.