Da “discarica” abbandonata a oasi di colori e amicizia grazie a due pensionati con la passione per il verde
I due amici recuperano le piante destinate al macero nei cimiteri, le curano e le donano a chi non può permettersi i fiori per i propri cari
LECCO – Nel cuore del rione di Castello, in via Galandra, c’è un luogo che sembra sospeso nel tempo. Un giardino curato con amore, pazienza e passione da due amici pensionati: Giovanni Mazzoleni, 80 anni, ex artigiano (è anche presidente Anap di Confartigianato Imprese Lecco), e Massimo Morlotti, 88 anni, fotografo industriale in pensione.

Tutto è cominciato tre anni fa, proprio lì dove oggi sbocciano fiori e ortaggi. “Qui era una sorta di discarica di rottami – raccontano Giovanni e Massimo –. Abbiamo chiesto alla proprietà di poter sistemare per fare un orto e ci hanno dato il permesso”. Dopo un lungo lavoro di pulizia, i due amici hanno iniziato le prime piantumazioni, attingendo a una fonte davvero particolare.
Ogni settimana, infatti, si recano nei cimiteri cittadini – a Castello e al Monumentale – per recuperare le piante che vengono buttate via. “Quando si cambiano i fiori sulle tombe si gettano via, per i recisi c’è poco da fare, ma per quelli in vaso è un altro discorso. Sia chiaro – precisano – prendiamo solo quelli che vengono gettati via, non quelli appassiti sulle tombe, li portiamo qui e li ripiantiamo”.
Il risultato è un tripudio di colori e profumi, che cambiano con le stagioni: oggi crisantemi, ciclamini, bucaneve, calle e perfino le “spine del Signore” convivono in armonia, creando un vero e proprio angolo di pace nel cuore della città.
Non solo bellezza, ma anche solidarietà. “Abbiamo donato una ventina di vasi di questi fiori ai pensionati che faticano a permettersi il fioraio ogni settimana, così i fiori ‘tornano’ in cimitero”, spiegano i due. Un gesto semplice, ma carico di significato.
Col tempo, il giardino di via Galandra è diventato un luogo di incontro per chi passa di lì. Immerso nella quiete – l’unico rumore che si sente è quello del torrente Gerenzone – è ormai un punto di riferimento per residenti e curiosi che i due pensionati, quando presenti (tutte le mattine, o quasi) non mancano di invitare a visitare il giardino. “Qualcuno ha iniziato a portarci i fiori e le piante che non vuole più tenere per problemi di spazio o di gestione – racconta Giovanni – ce ne prendiamo cura volentieri, i risultati si vedono. Poi abbiamo anche l’orto. No, non vendiamo niente, al massimo regaliamo” precisa con un sorriso.
Ma il giardino non è solo un rifugio per le piante: è diventato un luogo di aggregazione per gli anziani del quartiere. “D’estate organizziamo sempre l’aperitivo, inizialmente eravamo in tre, siamo arrivati ad essere in dieci/quindici. Stiamo qui a prendere il fresco, sotto il nostro bel ciliegio. D’inverno invece ci troviamo nel capanno, che è diventato il nostro ‘secondo appartamento’, chiamiamolo così” ridono i due amici.
La passione di Giovanni e Massimo non si ferma qui. Da circa un anno, Giovanni collabora al progetto orti presso La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, mentre insieme a Massimo dedica un pomeriggio a settimana alle visite agli anziani dell’Airoldi e Muzzi.
Due amici, due pensionati, due vite intrecciate da una passione comune e da una generosità contagiosa. In via Galandra, il loro giardino “senza tempo” è diventato un simbolo di rinascita e di comunità, un luogo dove anche i fiori destinati a morire trovano una nuova vita, proprio come le persone che vi si incontrano.

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