Sabato 25 gennaio posizionate tre pietre d’inciampo per tre eroi della Resistenza lecchese
In Sala Ticozzi lo spettacolo teatrale “Viaggio ad Auschwitz A/R”, a Colico “Le rotaie della memoria”
LECCO – Un giorno per non dimenticare le terribile vicende che hanno segnato il mondo durante la Seconda Guerra Mondiale, quando si è perpetrata la Shoah, genocidio di 6 milioni di ebrei oltre che quello di deportati militari e politici italiani nei campi di concentramento, ma anche la forza e il coraggio di tante persone che hanno lottato per la libertà, partecipando alla Resistenza contro il nazifascismo e altre forme di supremazia.
In concomitanza con il Giorno della Memoria, ricorrenza internazionale che ogni anno (il 27 gennaio) rammenta questi eventi, il Comune di Lecco, insieme all’ANPI Comitato Provinciale di Lecco, tributerà riconoscimento a tre concittadini deportati 80 anni fa a Fossoli e poi uccisi dalla ferocia nazi-fascista. Si tratta di Franco Minonzio, Luigi Frigerio e Antonio Colombo, tre eroi della Resistenza lecchese alla cui memoria saranno posate altrettante “pietre d’inciampo” presso i luoghi dove ebbero la loro ultima residenza di uomini liberi.
Il posizionamento delle tre mattonelle color oro nei pressi della loro casa rispettivamente in via Monsignor Moneta 12, in corso San Michele del Carso 2 e in via Digione 14 (secondo il progetto dell’artista tedesco Gunter Demnig), avverrà sabato 25 gennaio. “Che queste pietre, già diffuse in tutta Europa, costituiscano i punti di riferimento valoriali per ogni generazione. In città abbiamo già posizionato le pietre di Lino e Pietro Ciceri ad Acquate e recentemente quella di Emma Casati a Varigione, sempre in collaborazione con Fondazione Fossoli e Aned-Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti”, così il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni.
“In quest’occasione, la nostra città vuole dunque ringraziare tre lecchesi che, con le proprie scelte e il proprio sacrificio, ci indicano ancora oggi la strada della democrazia”, conclude il primo cittadino.
La cerimonia che precederà la posa comincerà alle ore 10 nel chiostro di via Monsignor Moneta/via fratelli Bandiera. Il giorno precedente, venerdì 24 gennaio alle ore 17, presso Palazzo delle Paure i saluti istituzionali, la testimonianza dei familiari dei Caduti e l’esposizione delle relazioni storiche.
Comune di Lecco e Provincia hanno poi collaborato insieme per l’organizzazione dello spettacolo teatrale Viaggio ad Auschwitz A/R previsto domenica 26 gennaio alle ore 20.30 nella sala Don Ticozzi in via Ongania 4 a Lecco.
Sempre per onorare il Giorno della Memoria (27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz), la Provincia di Lecco e il Comune di Colico organizzano il seguente evento istituzionale:
Le rotaie della memoria
Monologo sulla Vita di Albino Calletti, Capitano Bruno
di Giulia Viana e Giacomo Ferraù
con Giulia Viana
Regia Giacomo Ferraù, Luci e scene Giuliano Almerighi
Produzione Eco di fondo
Domenica 26 gennaio alle 20.30
Colico, Auditorium Michele Ghisla
Ingresso libero
“Quest’anno la proposta culturale per commemorare il Giorno della Memoria è frutto della condivisione tra la Provincia di Lecco e il Comune di Colico – commentano la Presidente Alessandra Hofmann e la Consigliera provinciale delegata a Cultura e Beni culturali Silvia Bosio – Con questa iniziativa vogliamo proporre un momento di conoscenza e riflessione sulla realtà vissuta in quel periodo storico anche dal popolo italiano a causa delle atrocità commesse dai regimi dittatoriali. Il Giorno della Memoria ci insegna l’importanza del ricordo, della consapevolezza storica, della tolleranza, della responsabilità comune e del coraggio di scegliere, per costruire una società giusta e rispettosa dei diritti umani”.
Scheda spettacolo:
Albino Calletti racconta la sua giovinezza, la sua crescita e la sua maturità. La sua passione politica lo conduce, come un treno: il gruppo giovanile socialista di Castelletto sopra Ticino, il carcere, prima al San Vittore di Milano poi al Regina Coeli, e in seguito al Forte Urbano di Castelfranco Emilia, la guerra in Russia, le montagne dei partigiani per tornare disperatamente e finalmente a casa.
L’entusiasmo, la forza d’animo, l’umanità di questa persona aprono grandi domande sulle possibilità di ognuno di noi. Sembra facile, oggi, immedesimarsi nella posizione di ogni uomo, di come ognuno di loro avesse davanti soltanto due scelte in un momento storico come quello, gli anni del fascismo: accettare la dittatura e farne parte o combattere per cambiare. Diversa però è l’attitudine con cui ogni essere è disposto ad approcciarsi all’una o all’altra parte. Albino, nome di battaglia “Capitan Bruno”, è uno degli esempi di come la sua non fosse soltanto una necessità dettata dalla situazione, ma una vera e propria missione, un senso enorme di responsabilità non solo per i suoi cari, ma anche e soprattutto per i compagni.