Entro la prossima settimana un gruppo di richiedenti asilo arriverà a Lecco, presso l’ex scuola di Bonacina
Oltre l’alloggio riceveranno, grazie alle associazioni, alcuni servizi per l’integrazione. Il Prefetto: “Dobbiamo pensare all’accoglienza in prospettiva”
LECCO – Un protocollo d’intesa tra istituzioni e associazioni per lavorare in maniera sinergica all’accoglienza di persone migranti e favorirne l’integrazione. Il documento è stato messo a punto dalla Prefettura di Lecco insieme alle associazioni del terzo settore che lavoreranno in stretta collaborazione per offrire ai richiedenti asilo ‘in transito’ sul nostro territorio non solo vitto e alloggio ma anche servizi per l’integrazione, sempre meno previsti nei bandi di gara.
Punto di partenza di questo percorso è l’imminente arrivo a Lecco di un gruppo di migranti che verranno temporaneamente ospitati presso l’ex scuola elementare di Bonacina: “Il Comune di Lecco ha accolto la mia richiesta di mettere a disposizione degli spazi per fronteggiare questa emergenza, Bonacina sarà un hub temporaneo come abbiamo avuto modo di spiegare ai cittadini durante un recente incontro (leggi qui), ma nonostante ciò crediamo sia fondamentale dare a queste persone modo di rendere stabile la loro permanenza – ha spiegato il Prefetto Sergio Pomponio – si tratta insomma di non lasciarli con le mani in mano ma di tenerli occupati, per aiutarli ad integrarsi con la nuova realtà”. Una ‘progettazione sociale’ dell’accoglienza, dunque, costruita insieme al terzo settore, anche per ‘educare’ la cittadinanza: “Sono fermamente convito che solo pensando all’accoglienza in prospettiva possiamo spiegare ai cittadini perché accogliamo – ha detto il Prefetto – il fenomeno della migrazione è per sua natura di lunga durata, dunque è giusto prepararsi ed essere organizzati. Questo protocollo nasce da queste intenzioni e l’occasione di Bonacina servirà per testare l’iniziativa”.
L’arrivo dei primi migranti in città è previsto entro la prossima settimana: “Il maltempo ci ha rallentati – ha fatto sapere Paola Cavalcanti, Capo di Gabinetto – abbiamo effettuato un sopralluogo, i locali necessitano di un intervento di pulizia dopo di che saranno agibili. Avremmo dovuto aprire il 6 novembre ma tarderemo di qualche giorno, entro la prossima settimana arriveranno i primi ospiti”.
Ancora non si hanno notizie sui numeri effettivi, ma la certezza ribadita è che l’ex scuola potrà ospitare massimo 30-35 migranti per un periodo di sei settimane: “Come noto andrà abbattuta per realizzare un asilo nido, ci sono dunque delle esigenze di cantiere e le tempistiche saranno queste – ha detto il Prefetto – vi alloggeranno giovani stranieri, non minorenni, alcuni appena arrivati, altri provenienti da diversi centri di accoglienza e che fino ad ora hanno vissuto un’esperienza direi ‘frettolosa’, legata al contesto emergenziale dei mesi scorsi”. Grazie al supporto di diverse associazioni (Caritas, Croce Rossa e Lezioni al Campo) presso l’Hub verranno offerti agli ospiti servizi di mediazione, supporto psicologico ed anche un corso di lingua italiana: “Ricordiamo che il protocollo è aperto, chiunque sia interessato può farne parte” ha detto il Prefetto “e per questi servizi non sono previsti costi aggiuntivi“.
L’auspicio è che questa tipologia di intervento possa fare da ‘apripista’ ad esperienze simili sul resto del territorio provinciale: “Non siamo più in una fase di emergenza come quella vissuta alcuni mesi fa, ma questo resta un problema a cui va data risposta. Organizzarsi per tempo e farsi trovare preparati è fondamentale, rinnovo il mio ringraziamento alle associazioni e alle realtà che hanno sottoscritto questo protocollo, una risorsa importante”.
Un’altra strada che la Prefettura ha intrapreso è quella di dialogo con i privati proprietari di aree industriali che potrebbero essere utilizzate per collocare dei moduli abitativi: “A fine estate avevamo fatto un sondaggio, c’erano anche stati dei colloqui con un privato ma poi la cosa non è partita – ha fatto sapere il Prefetto – questa strada è sicuramente più impegnativa, per celebrare questo matrimonio servono tre soggetti, il privato, il Comune e la Prefettura, non è facile ma sarebbe una soluzione efficace” ha concluso.