Assegnato il 3rd Best Paper Award per una ricerca condotta sull’uso educativo della realtà virtuale volta a favorire l’inclusione scolastica
Con musica e realtà virtuale migliora lo sviluppo cognitivo dei ragazzi. Il progetto nasce dalla collaborazione tra università e Aspoc Lab Lecco
LECCO – Musica e realtà virtuale si incontrano per abbattere le barriere dell’inclusione scolastica, e il mondo accademico internazionale lo riconosce con un premio. Alla London International Conference on Education (LICE) e al World Congress on Special Needs Education (WCSNE), due tra i più autorevoli appuntamenti globali sull’innovazione didattica e l’inclusione, il Politecnico di Milano si è guadagnato il 3rd Best Paper Award con una ricerca condotta al Polo territoriale di Lecco.
Lo studio, intitolato “Enhancing Cognitive Development in Young Students with Disabilities through Music and Immersive Virtual Reality Experiences”, porta la firma del professor Mario Covarrubias Rodriguez, docente del Dipartimento di Meccanica e responsabile del Laboratorio di Prototipazione Virtuale e Realtà Aumentata. Una ricerca che non è nata da un singolo sguardo, ma da un lavoro corale – è il caso di dirlo – che ha coinvolto Elena Mapelli, direttrice del coro degli studenti del Polo di Lecco, Maria Concetta Carruba dell’Università Pegaso, Marta Mondellini dell’Istituto STIIMA-CNR ed Emma Mencaci di Aspoc Lab Onlus Lecco.
Era il 3 maggio quando è stato conferito il riconoscimento, e non si tratta solo di un traguardo accademico, ma di un segnale forte verso una scuola capace di accogliere, adattarsi e innovare. La ricerca premiata indaga infatti come la musica e la realtà virtuale immersiva possano stimolare lo sviluppo cognitivo e il benessere emotivo di giovani con disabilità intellettive. Il progetto è nato all’interno di ASPOCollege, programma promosso da Aspoc Lab e rivolto a ragazzi tra i 18 e i 23 anni con disabilità intellettive e disturbi pervasivi dello sviluppo.

Il cuore tecnologico del progetto batte nel laboratorio lecchese del Politecnico, dove è stata sviluppata un’applicazione in realtà virtuale capace di creare ambienti immersivi su misura. Grazie a riprese a 360° delle sessioni corali, gli studenti possono rivivere l’esperienza musicale da più prospettive. Con il visore indossato, l’utente entra in un’aula virtuale, sceglie il brano e canta insieme agli altri, seguendo uno spartito digitale e muovendosi in un’interfaccia pensata per essere accessibile e coinvolgente.
“L’esperienza è risultata altamente coinvolgente, stimolando memoria, attenzione, abilità uditive e verbali, oltre a favorire il benessere emotivo”, sottolineano i ricercatori. I risultati preliminari indicano progressi significativi nelle competenze cognitive, relazionali e comunicative. Un successo, dunque, non solo dal punto di vista scientifico, ma anche umano, che conferma la forza di un approccio interdisciplinare capace di coniugare tecnologia, pedagogia e impatto sociale.
Il riconoscimento ottenuto, come evidenziano gli organizzatori di LICE e WCSNE, rappresenta un esempio virtuoso di come la ricerca possa contribuire in modo concreto alla costruzione di un’educazione più equa, accessibile e partecipativa. Un’esperienza che, nelle intenzioni del team, potrà essere replicata anche in altri contesti scolastici, offrendo nuove opportunità educative a studenti con bisogni educativi speciali.

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