Far conoscere la storia di questa valle e salvare ciò che è rimasto della storia industriale di Lecco
“Il Gerenzone racconta una storia che non parla solo di lavoro, ma anche di persone, di collaborazione, di socialità e di natura”
LECCO – La nuova associazione Officina Gerenzone Aps è stata presentata ufficialmente venerdì sera al Circolo Pio X di Rancio. Un momento particolarmente importante perché i sette soci fondatori hanno deciso di dare ancor più concretezza a un impegno cominciato già molto tempo fa, nel 2018.
Il presidente dell’associazione è Paolo Colombo che si è avvicinato al gruppo di lavoro mentre stava lavorando alla sua tesi sul Gerenzone: “Già dal 2018 questi volontari portavano le persone sul fiume lungo un interessante percorso di archeologia industriale, ma col passare del tempo è nata l’esigenza di darci una impronta ufficiale, da qui la decisione di costituire l’associazione e lanciare, proprio oggi, la campagna tesseramento“.
Oltre al presidente Paolo Colombo, il direttivo è formato dalla vice presidente Silvia Negri e dai consiglieri Barbara Cattaneo, Carlo Brivio, Carlo Polvara, Anna Nicolai, Laura Todde, Armando Scarpa e Angela Manzoni.
“L’obbiettivo è far conoscere la Valle del Gerenzone in primis ai lecchesi perché, in questi anni, abbiamo constatato che tanti cittadini non conoscono questi luoghi meravigliosi a partire dalla Diga del Paradone – ha continuato Colombo -. Purtroppo molto di quello che c’era oggi è andato perduto, basti pensare che lungo il Gerenzone, negli Anni ’50, erano attive qualcosa come 140 ruote idrauliche. Oggi ne sono rimaste 4, una quasi invisibile e le altre si trovano ancora nelle vecchie officine tra San Giovanni e Laorca”.
Il primo passo è preservare quel poco che è rimasto di una valle che ha fatto la storia della lavorazione del ferro: “E’ necessario partire dalla conservazione delle fiumicelle e delle paratie che derivavano l’acqua poi, in un contesto di rigenerazione urbana, vogliamo portare avanti l’idea che dentro le aree dismesse ci siano delle porzioni che ha senso mantenere, al contrario di ciò che si è fatto finora dove tutto è stato demolito cancellando le tracce di questo passato, ovvero 8 secoli dell’industria del ferro”.
Il percorso di archeologia industriale e già stato individuato e, ormai da cinque anni, i volontari di Officina Gerenzone organizzano le passeggiate lungo il fiume: “Abbiamo anche già individuato delle aree dove sarebbe bello creare un sentiero pedonale per permettere alle persone di camminare totalmente lungo il fiume e vedere particolari che dalla strada non si colgono. Questo poi permetterebbe di raggiungere un obbiettivo ancora più alto: consentire a chi decide di muoversi a piedi di avere un percorso più agevole. La rigenerazione che ci immaginiamo è quella che valorizza queste antiche strade pedonali e le ricongiunge laddove sono andate perdute per permettere anche ai cittadini di oggi di goderne”.
L’associazione vuole raccontare un territorio, quello che è stato, pensando anche a quello che potrebbe essere preservando le tracce di questa memoria. Officina Gerenzone ha già mappato una trentina di chiuse, quattro ruote idrauliche e tutte le fiumicelle, ha anche segnalato quali sono gli edifici di valore tra cui la Trafileria Baruffaldi, in zona Campo Vai a Laorca, un’officina del ‘700 che conserva ancora tutti i banchi da trafila e macchinari in condizioni perfette.
La serata di venerdì a Rancio è stata solamente uno dei tanti passi, già compiuti e da compiere, per attirare l’attenzione sulla Vallata del Gerenzone: “Un altro aspetto è l’aggregazione che si è creata attorno a questo fiume – hanno detto i consiglieri -. Il fiume racconta una storia che non parla solo di lavoro, ma anche di persone, di collaborazione, di socialità e di natura”.
Già ci sono stati contatti con il comune per pensare insieme a una trasformazione plausibile, presente alla serata il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni: “La fortuna di Lecco la si deve a questo fiume. Per 20 anni mi sono occupato di aziende in Api (Associazione Piccole e Medie Industrie) e conosco molti imprenditori. Basti pensare che, nel 2018, in un concorso dell’Università Bocconi sulla “lean production” (prodizione snella), il primo premio andò alla Ducati e il secondo premio alle Trafilerie di Malavedo. Se guardiamo al futuro, il comune ha commissionato lo studio di un percorso che dalla statua di San Nicolò porta al Ponte della Gallina e, secondo questo progetto, chi oggi restaura a fronte fiume deve tener conto di questo percorso. Perciò, un pezzo per volta, questo percorso viene creato man mano che i privati realizzano le loro iniziative. Un altro dato importante dal punto di vista giuridico è il Contratto di Fiume per agire secondo criteri coordinati, oltre alla decisione dell’amministrazione di porre un ‘vincolo di rigenerazione urbana’ per premiare coloro che decidono di valorizzare, con un vantaggio pubblico, immobili che oggi sono fermi. Il fatto che vi siete costituiti come associazione è un passo importantissimo perché può consentirvi di crescere fino ad arrivare a commissionare progetti o intercettare risorse, perciò auguro a tutti voi un buon lavoro”.
La bella serata si è conclusa con la proiezione del film-documentario “Gente di fiume. Il Gerenzone attraverso la voce dei suoi abitanti”. Perché è importante la nascita di questa associazione? Perché sostenere o entrare in Officina Gerenzone significa permettere che questa grande storia continui a essere tramandata.
(Per informazioni https://officinagerenzone.wixsite.com/officina-gerenzone, officinagerenzone@gmail.com, Facebook officinagerenzone).