È ancora inverno, ma è già emergenza siccità
“Ci stiamo preparando ad affrontare l’estate con 4 mesi d’anticipo”
LECCO – Pur non essendo ancora tangibile, c’è già un’emergenza idrica. Non nevica e non piove più. I terreni sono aridi, le portate dei nostri torrenti e fiumi si sono ridotte del 33,4% (con riferimento al bacino dell’Adda, dati Arpa), le falde acquifere, veri e propri serbatoi d’acqua, non vengono ricaricati e lo spettro di un’estate ancor più siccitosa di quella del 2022 è sempre più reale.
Di fronte abbiamo ancora un mese abbondante d’inverno e tutta la primavera, ma senza un lungo periodo di piogge regolari il rischio di subire una crisi idrica è imminente. ATO Lecco (Ambito Territoriale Ottimale), ovvero l’area territoriale all’interno della quale viene organizzato il Servizio Idrico Integrato e Lario Reti Holding (Società che gestisce il Servizio Idrico Integrato) stanno già lavorando per giocare d’anticipo, immaginando un possibile scenario siccitoso, che potrebbe mettere a dura prova, ancor più quanto successo lo scorso anno, il nostro territorio, con serie conseguenze per la popolazione e non solo.
Ad aiutarci a capire qual è la situazione è l’ingegner Elena Arena, direttore di ATO Lecco: “In alcune regioni italiane, tra cui la Lombardia, l’emergenza siccità è già stata prorogata per tutto il 2023, e la Protezione Civile sta già predisponendo una nuova ordinanza per affrontarla, attraverso una serie d’interventi realizzati in concerto con Regione Lombardia e Lario Reti. L’ente regionale cercherà anche di intercettare nuovi finanziamenti per renderli possibili”. Non solo progetti a breve termine, ma anche a medio-lungo, come indica l’ingegner Arena: “Con Lario Reti, già da qualche anno, abbiamo un piano di emergenza idrica. Soprattutto in ottica futura, intendiamo conoscere meglio le risorse sotterranee ed effettuare prime esperienze di simulazioni per ampliare i serbatoi, realizzare interconnessioni idriche e potenziare le fonti, incluse quelle dismesse”.
Una tendenza, quella della siccità, che purtroppo risulta essere in linea con il resto del Nord Italia, ed è tutt’altro che recente. E’ infatti dagli anni ’90 che il quadro idrico del territorio di Lecco sta mutando, segno che in futuro il fenomeno sarà sempre più frequente e obbligherà a muoversi in anticipo, come già sta facendo Lario Reti: “In questi giorni abbiamo avviato il monitoraggio per verificare la situazione delle riserve d’acqua, così da prepararci all’estate. Interventi che di solito mettiamo in atto a maggio, ma la situazione attuale ci ha spinto ad anticiparli“.
A non mettere in crisi il sistema idrico al momento è la domanda di approvvigionamento, ancora bassa non trovandoci nel periodo più caldo dell’anno e in piena stagione turistica, come precisa il gestore: “Per ora non siamo arrivati al punto di razionalizzare l’acqua, ma già il fatto che abbiamo iniziato a muoverci in ottica estate, con quattro mesi d’anticipo, è un dato che fa riflettere. Gli interventi che un tempo avremmo definito ‘volanti’, effettuati anche la scorsa stagione, li stiamo rendendo sistematici, come l’avviamento di due pozzi a Lecco, rimasti in disuso per oltre dieci anni. Con buona probabilità, torneranno utili prossimamente, dunque non aveva senso disattivarli”.
In questa prospettiva Lario Reti, già l’anno scorso, ha realizzato in Valsassina, zona montana che insieme ai paesi sul lago è quella più a rischio criticità, una serie di interconnessioni tra reti comunali in modo tale da ‘sfruttare’ i paesi più riforniti di acqua e cederla a quelli più bisognosi: “Intendiamo interrare le tubature installate per proteggerle da freddo e altri agenti, così da avere una linea di allacciamento vera e propria, e non provvisoria. Altre due grandi attività sono in corso e serviranno a portare benefici: una interessa la gestione delle perdite idriche, l’altra terminerà definitivamente questa primavera e coinvolge i comuni di Suello, Cesana, Bosisio e Civate”.
Per la gestione delle perdite idriche, sono arrivati a Lario Reti finanziamenti pari a 18 milioni di euro dal Pnrr e lo scorso anno, tramite fondi regionali, ne sono giunti altri 5 destinati alla realizzazione di interventi già programmati, come quelli per interconnettere a livello idrico i comuni di Suello, Cesana, Bosisio e Civate. “Ora serve pioggia – chiosano da Lario Reti – un ingente quantitativo di pioggia, per arrivare a superare l’estate, o per tornare a una situazione di normalità”.
Zone idriche lombarde a confronto
Segnali allarmanti rispetto alla siccità arrivano dai dati Arpa Lombardia, che già a fine gennaio annunciavano la sofferenza dei grandi laghi prealpini, compreso il Lago di Como, in stato di semi-vuotezza. A causarlo la scarsità di precipitazioni che, in rapporto alle medie degli ultimi 15 anni, stanno facendo mancare nei bacini idroelettrici alpini oltre il 25% dell’acqua normalmente presente in questo periodo. Persino la neve manca: secondo i parametri Arpa, in montagna è assente l’equivalente, sotto forma di neve, di 700 milioni di mc di acqua, ovvero oltre il 40% della neve che si dovrebbe normalmente trovare sulle Alpi nella stagione corrente.
Sulla base di questi dati, Arpa fa sapere che in Lombardia manca il 44% dell’acqua di solito disponibile nei mesi invernali.