Pozzo Municipio e pozzo Marconi: il primo si trova nel cortile di palazzo Bovara, il secondo sotto l’istituto Badoni
Fenomeno momentaneamente sotto controllo, ma calo delle portate delle sorgenti e delle falde acquifere
LECCO – Un problema sempre più urgente quello della siccità anche sul territorio lecchese, tanto da portare Lario Reti Holding a mettere in funzione due pozzi a Lecco, uno situato nel cortile del Comune e l’altro collocato sotto l’istituto Badoni, rimasti inattivi per oltre un decennio. Una misura extra alla quale si aggiunge l’invito del gestore del servizio idrico ai sindaci dei Comuni lecchesi ad emettere ordinanze per razionare l’utilizzo dell’acqua e sensibilizzare i cittadini in merito.
“Non è da escludere l’estensione dei provvedimenti a tutto il territorio provinciale – spiegano da Lario Reti -. Tra le altre misure messe da noi in campo ricordiamo inoltre la riduzione del flusso dalle derivazioni dell’acquedotto Brianteo verso le province di Como e di Monza“.
Conosciuti con i nomi di Pozzo Municipio e Pozzo Marconi, le due fonti di recente azionate sono state costruite dal Comune negli anni ’50, e detengono una portata rispettivamente di 40 litri e 37/41 litri al secondo. Il primo ha inoltre un pescaggio di 79 metri sotto il livello del terreno, mentre il secondo di 50 metri.
“Essendo diminuite le portate delle sorgenti e aumentati i consumi, soprattutto a causa del caldo e della presenza di un maggior numero di persone in zona per motivi turistici, si è reso necessario attivare i pozzi per integrare la quantità di acqua a disposizione. Fino a questo momento erano in riserva semplicemente perché non servivano: l’apporto delle 47 sorgenti attive era più che sufficiente per rispondere alle esigenze della città di Lecco”, sottolinea Lario Reti.
Si tratta di fonti che non si possono considerare emergenziali, perché non costituiscono riserve d’acqua aggiuntive rispetto a quelle già presenti, e risentono esattamente come tutte le altre sorgenti dei mutamenti di falda, influenzati a loro volta da innumerevoli fattori, tanti dei quali imprevedibili e non necessariamente riscontrabili a livello locale.
“Questi pozzi non rappresentano riserve immutabili di acqua sotterranea, attivabili o conservabili per il futuro, ma sono in continua evoluzione – prosegue il gestore -. Le uniche risorse esistenti in natura e, per così dire, sicure, sono le falde acquifere e il lago, da cui attingiamo regolarmente tutto l’anno. Tramite il potabilizzatore di Valmadrera per esempio viene garantito apporto idrico a tantissimi comuni della Brianza lecchese”.
L’acqua prelevabile dunque è determinata dai livelli di ricarica della falda stessa. A influenzarli piogge locali, infiltrazioni da acque superficiali come fiumi e laghi, apporti da falde contigue che a loro volta risentono di questi fenomeni. Decisivi anche i consumi della falda, sia in termini locali che limitrofi, oltre alle esfiltrazioni verso corsi d’acqua superficiali e falde confinanti.
“Le falde possono essere anche molto grandi e quindi pozzi di paesi diversi possono essere alimentati dalla stessa acqua, quello che cambia è il luogo da cui si estrae“, precisa Lario Reti.
Una panoramica della situazione
Benché il gestore provinciale consideri il fenomeno momentaneamente sotto controllo, è innegabile il calo delle portate delle sorgenti e delle falde acquifere da cui attingono i pozzi, che sta avvenendo in maniera costante e con picchi di ricarica sempre minori. Infatti Lario Reti non esclude possibili fenomeni di carenza idrica, facendosi trovare preparata grazie all’elaborazione e all’aggiornamento costante del Piano di gestione delle interruzioni del servizio e dell’emergenza idrica, in cui sono determinate tutte le tipologie di emergenze che possono verificarsi nel territorio (tra cui appunto la siccità) e delineati i livelli di allarme e le attività da avviare sia a livello operativo che informativo, sia verso i cittadini che di richiesta di ordinanze verso i Comuni.
“Attualmente le condizioni più critiche sussistono in Valsassina e nei Comuni a lago, per via delle condizioni orografiche del territorio, servito in prevalenza da sorgenti, le quali risentono più duramente dell’assenza di ricarica idrica dovuta alle precipitazioni minime. Da non sottovalutare anche in queste zone l’impatto del turismo nell’incremento dei consumi, e quindi nella rapidità di esaurimento delle riserve idriche”, racconta Lario Reti.
Per gli approvvigionamenti idrici futuri molto dipenderà dall’evoluzione dei consumi, condizionati dai comportamenti dei cittadini, e non solo: “Non siamo in grado di prevedere quale sarà l’andamento delle falde: gli elementi in gioco sono molteplici, imprevedibili come le piogge e possono avere origini geografiche anche lontane da noi“, conclude Lario Reti.
In linea più generale, due sono i fenomeni a cui si sta assistendo in termini di falda: da una parte un abbassamento generale del livello medio e, dall’altra, l’abbassamento delle curve di ricarica, con picchi sempre più bassi e meno frequenti, fenomeno dovuto alla diminuzione delle piogge.
“Se il quadro dovesse precipitare ulteriormente, i prossimi passi potrebbero essere coordinati da Regione Lombardia, che ha creato in questi giorni una cabina di regia sovraprovinciale per il governo dell’emergenza e la definizione di eventuali altre iniziative comuni, fino ad arrivare al coinvolgimento della Protezione Civile per il trasporto di acqua in autobotti, elicotteri e il dispiegamento di insacchettatrici, macchine attivabili in prossimità dell’acqua che la raccolgono in sacchi da trasportare dove c’è necessita”, conclude Lario Reti.
I passi compiuti e quelli ancora da svolgere
Siccome c’è la certezza che la siccità diventerà un fenomeno sempre più in crescita nei prossimi anni, Lario Reti Holding, in quanto direttamente implicata nella questione, sta già guardando al futuro: “Stiamo continuando nel raddoppio dell’acquedotto Brianteo, che serve con acqua di lago potabilizzata la quasi totalità della Brianza lecchese, e consentirà di portare più risorse idriche in quelle zone, se necessario. Stiamo inoltre lavorando per progettare interconnessioni tra le varie reti comunali così da distribuire l’acqua dove e quando più servirà“.
Non da ultimo, il gestore si occuperà di ragionare a livello sovraprovinciale con le aziende di Water Alliance per trovare soluzioni atte ad affrontare i problemi legati all’emergenza siccità in corso e non solo.
Perdite idriche: dal 2018 in diminuzione nel lecchese
Per combattere la siccità è importante prestare massima attenzione agli sprechi, e questa lotta non si attua solo tramite le ordinanze dei sindaci rivolte ai cittadini, ma anche attraverso interventi su reti e impianti che in alcuni tratti risultano danneggiati.
Dal 2016 Lario Reti Holding ha avviato una prima e impegnativa fase di mappatura di queste infrastrutture, oltre che di misurazione dei volumi d’acqua immessi, attività che hanno comportato un investimento di 30 milioni di euro, pari al 32% di tutti gli investimenti realizzati nel periodo. Queste iniziative sono concluse sulle reti di 14 Comuni, in fase conclusiva per 9 e in fase di studio per altri 5.
Per terminare l’opera quanto prima e non gravare ulteriormente sulle tariffe, l’azienda ha di recente candidato i propri progetti di ricerca e riduzione delle perdite ai bandi del PNRR, per un valore di circa 40 milioni di euro.
L’innovatività della metodologia applicata e i risultati ottenuti con essa, hanno fatto sì che venisse presentata al convegno internazionale sulle perdite idriche al Water Loss 2020, organizzato dall’International Water Association a Shezen, in Cina, e lo è stata nuovamente nell’edizione 2022 tenutasi pochi giorni fa a Praga.
Nel 2021 Lario Reti Holding ha peraltro raggiunto con successo gli obiettivi biennali di miglioramento in perdite idriche posti dall’Autorità nazionale di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA).
Dal 2016 a oggi è possibile notare come l’indicatore M1a, riferito ai metri cubi di acqua dispersa al giorno per chilometro di rete gestita, si sia ridotto di quasi tre volte.
Considerando l’indicatore M1b, legato al livello di perdite percentuali, si può inoltre constatare come in provincia di Lecco queste siano in costante diminuzione dal 2018, attestandosi intorno al 40% e a fronte di un livello considerato fisiologico pari al 30%. Nel leggere il calcolo della percentuale bisogna tenere conto anche delle dimensioni degli agglomerati, oltre che delle necessità di gestione delle pressioni dovute all’orografia del territorio e alla densità di popolazione. Ello e Sirone, per esempio, presentano punte del 70% di perdita, ma risultano a impatto quasi nullo sul bilancio idrico provinciale, cubando, sommati, l’1,08% del volume immesso in rete ogni anno.
Numeri in miglioramento nell’ultimo biennio anche per quanto riguarda gli interventi legati alla riparazione delle perdite, non considerati da ARERA ma rilevanti per Lario Reti, attestati a 1.400 contro i precedenti 1.700.