La celebrazione per il giorno della Memoria: 20 reduci premiati dal Prefetto
Giuseppe Maglia, di Esino, unico testimone ancora in vita dell’orrore dei lager
LECCO / ESINO – Per quasi due anni ha sopportato l’inferno dei campi di concentramento, dopo l’arresto dalla seconda metà del 1943 all’11 settembre del 1945, giorno della liberazione e del rimpatrio verso l’Italia e quindi Esino, il suo paese natale: Giuliano Maglia, oggi 96 anni, è l’unico ancora in vita tra i reduci premiati venerdì con la medaglia d’onore all’auditorium della Camera di commercio.
La cerimonia si è svolta venerdì, in occasione del Giorno della Memoria, ricorrenza che ogni anno tiene acceso il ricordo della tragedia dei lager e la memoria delle vittime delle persecuzioni attuate dai regimi nazifascisti.
Il 27 gennaio del 1945 è la data in cui l’esercito russo irrompe ad Auschwitz e l’orrore dei campi di concentramento viene svelato al mondo. “Ricordare quei tragici avvenimenti significa riaffermare l’impegno affinché quell’orrore non debba pi ripetersi” ha sottolineato il prefetto Liliana Baccari.
Giuseppe Maglia è stato arrestato l’8 settembre del 1943 in Albania, dove si trovava insieme agli uomini 130esimo reggimento fanteria. I tedeschi lo hanno fatto prigioniero e deportato in Germania nel campo di Stalag VIII di Lamsdorf.
La sua esperienza è la stessi di altri 600 mila militari italiani internati nei lager nazisti. Oggi, 73 anni dopo, Giuseppe sorride insieme ai suoi nipoti e bisnipoti, mentre il vicesindaco di Esino, Fabio Emilio Viglienghi, gli consegna l’importante riconoscimento.
“Il Giorno della Memoria non riguarda solo la Shoah, ma tutte le vittime delle deportazioni, ricorda la resistenza che nulla ha a che fare con i simboli di partito. E’ la resistenza di persone che si sono opposte ad un sistema che li ha ridotte ad un numero” ha spiegato il prof. Andrea Bienati, intervenendo come relatore alla cerimonia.ù
Un sistema che si è insinuato con “la propaganda” e “l’indifferenza”. “Le prime leggi razziali non hanno colpito il vicino di casa, ai genocidi si è arrivati passo dopo passo, nel silenzio della maggioranza” ha ricordato il prof. Bienati.
Giuseppe Maglia, così come molti altri lecchesi hanno affrontato in prima persona quella tragica vicenda.
Ecco quindi i loro nomi, tra quelli che quest’anno sono stati insigniti della medaglia d’oro alla memoria, consegnata nelle mani dei loro familiari e dei sindaci e amministratori dei loro Comuni di residenza.
Rosario La Rocca
Nacque a Resuttano provincia di Caltanisetta il 1 gennaio del 1921 di professione contadino. Fu chiamato alle armi nel gennaio del 1941 e arruolato al 7° Reggimento Fanteria di Milano. Partito per l’Albania da Bari sbarcò per l’Isola di Margos in Grecia. Catturato fu fatto prigioniero e deportato in Germania il 1 dicembre 1943. Lavorò nei campi di concentramento tedeschi dove riparava linee ferroviarie bombardate e trasferiva munizioni al fronte. Liberato dagli Alleati, rientrò in Italia a Verona i 16 ottobre 1945. Si sposò nel 1947 con La Rocca Giuseppina da cui ebbe due figli, Angelo e Liborio, e tre nipoti E’ morto il 3 dicembre del 2011 all’età di 90 anni. L’onoreficienza consegnata ai figli, residenti a Barzanò,
Giovanni Arrigoni
Nato a Barzio il 1 agosto 1917, fu chiamato alle armi il 4 gennaio 1941 ed arruolato nel 383° reggimento Fanteria con la speciale mansione di telefonista.
Giunse in Montenegro il 26 febbraio 1942; fu fatto prigioniero il 9 settembre 1943 a Tirana, mentre era di servizio ai magazzini radio. Fu inviato a Dachau, ove rimase fino al 22 giugno 1945 quando, curato dai medici dell’esercito alleato per una polmonite, fu dichiarato guarito e in grado di essere trasportato su camion attraverso il passo del Brennero.
L’onorificenza (alla memoria) consegnata al figlio, signor Ermanno Arrigoni.
Livio Arrigoni
Fratello maggiore di Giovanni e sesto di dieci figli, nacque a Barzio il 27 ottobre 1915. Fu chiamato alle armi il 7 ottobre 1936 nel 5° Reggimento Alpini Battaglione Morbegno.
Partecipò alle campagne di guerra in Russia tra il luglio e il dicembre del 1942.
Catturato dai Tedeschi a Merano l’8 settembre 1943, fu deportato in Germania, liberato dagli alleati l’8 maggio 1945 e rimpatriato il 14 ottobre dello stesso anno.
Natale Arrigoni
Nacque a Barzio il 3 dicembre 1911. Fu chiamato alle armi il 23 settembre 1935 nel 7° Reggimento Fanteria, passando poi all’8° Reggimento Fanteria e poi ancora all’11° Battaglione Territoriale Chiavenna. Riportò la classifica di ottimo al corso per sciatori nel febbraio 1936 e aveva servizio speciale nel plotone mortai.
In seguito agli eventi del settembre 1943, riuscì a raggiungere Barzio e militò nella Brigata “Rosselli”. Fu catturato dalle Brigate Nere alla Baita Pesciola di Bobbio e fucilato con altri due compagni: ferito gravemente, fu trasportato all’Ospedale Civile di Lecco ma fu nuovamente trovato dai fascisti e incarcerato dapprima a Pescarenico, poi a Bergamo e infine a Milano. Il 18 agosto 1944 fu portato nel campo di concentramento di Bolzano e di lì, il 4 settembre 1944, a quello di Flossenburg in Germania e ancora a quello di Aimeriz. Il 7 maggio 1945 fu liberato dai Russi e ricoverato all’Ospedale di Praga.
Fu rimpatriato il 2 luglio 1945.
L’onorificenza (alla memoria) consegnata alla figlia, signora Antonella Arrigoni.
Giuseppe Camozzini
Nato a Barzio l’8 gennaio 1923, fu chiamato alle armi il 15 settembre 1923 nel 5° Reggimento Alpini Battaglione Morbegno, per poi passare al 102° Battaglione Brennero. Faceva il muratore, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, era ciclista e sciatore.
Fu fatto prigioniero dai Tedeschi il 9 settembre 1943 sul Brennero e deportato in Germania, a Hohenstein, Stamlager I B. Fu rimpatriato il 28 agosto 1945.
L’onorificenza (alla memoria) consegnata alla figlia, signora Maria Grazia Camozzini.
Angelo Canepari
Nato a Barzio il 9 marzo 1923, fu chiamato alle armi il 10 settembre 1942 nel 5° Reggimento Alpini Battaglione Morbegno. Fu fatto prigioniero il 9 settembre 1943 a Varna e deportato in Germania, a Hohenstein, Stamlager I B.
Rimpatriò il 2 ottobre 1945.
L’onorificenza (alla memoria) consegnata alla moglie e al figlio, signor Fabio Canepari.
Giovanni Combi
Nato a Barzio il 16 febbraio 1921, fu chiamato alle armi il 22 gennaio 1941 nel 3° Reggimento Artiglieria. Era un agricoltore, un ciclista e uno sciatore.
In seguito ai fatti dell’8 settembre 1943, mentre si trovava nel 28° Raggruppamento Artiglieria Contraerea di Livorno, riuscì a raggiungere la famiglia a Barzio, ma fu preso durante un rastrellamento operato dalla Brigata Nera “Berni” a Cremeno. Fu portato al carcere di San Vittore a Milano e da lì, il 31 ottobre 1944, fu condotto in Germania al campo di Magdeburgo, Gusen, n°19 per lavorare come manovale in una polveriera.
Fu rimpatriato il 17 aprile 1945. L’onorificenza (alla memoria) consegnata alla figlia, signora Pierantonia Combi.
Luigi Moneta
Nato a Barzio il 27 settembre 1911, fu chiamato alle armi per mobilitazione il 12 febbraio 1931 nel 19° Divisione Fanteria e poi assegnato alla ferma minore di secondo grado il 30 dicembre 1931; il 28 marzo 1932 giunse nel 3° Reggimento Artiglieria Cremona. Nell’aprile 1941 fu trasferito al 26° Reggimento Artiglieria D.F. Pavia come soldato scelto; il 31 agosto 1941 è Caporale e poi, il 26 agosto 1942, è Caporal Maggiore nel 153° Reggimento Artiglieria Divisione Macerata. Fu catturato dai Tedeschi in Croazia, a Fiume, deportato in Germania e internato ad Hannover nel campo di Falinboster e poi in quello di Wascindol II B, ove fu costretto a lavorare in una fabbrica di cemento. Fu rimpatriato il 25 luglio 1945 attraverso Innsbruck. L’onorificenza (alla memoria) consegnata al figlio, signor Giampietro Moneta.
Federico Paroli
Nato a Barzio il 5 maggio 1920, fu chiamato alle armi il 20 marzo 1940 nel I° Compagnia Sussistenza Torino. Faceva il panettiere, era un ciclista e uno sciatore (aveva partecipato ai campionati di sci dei Giovani Fascisti a Dobbiaco).
Il 5 gennaio 1941 partì da Bari per il Montenegro, sbarcando il 13 dello stesso mese a Ragusa in Croazia.
Alla data dell’8 settembre 1943 si trovava in Dalmazia in servizio presso il 60° Squadra Panettieri forni Weiss. Lì, presso le bocche di Cattaro, fu preso prigioniero il 20 dicembre 1943 e portato in Albania a Scuteri, poi a Borova in Croazia, a Sopron in Ungheria, a Wagram in Austria e infine a Cremes, Baracca 5 17 b, dove restò ricoverato per Tubercolosi.
Fu rimpatriato il 25 giugno 1945 attraverso Linz.
L’onorificenza (alla memoria) sarà consegnata alla figlia, signora Maria Angela Paroli.
Calimero Platti
Nato a Barzio il 18 febbraio 1922, fu chiamato alle armi il 3 settembre 1942 nel 5° Reggimento Alpini Battaglione Morbegno. Faceva l’agricoltore, era un ciclista e uno sciatore.
Fu fatto prigioniero dai Tedeschi a Merano il 9 settembre 1943 e deportato in Polonia a Dombrowa, lager di Buchenweg, ove fu costretto al lavoro di manovale in fonderia.
Fu rimpatriato il 29 ottobre 1945 attraverso Pescantina.
L’onorificenza (alla memoria) consegnata al figlio, signor Martino Platti.
Aldo Casiraghi
Nato a Contra il 13 luglio 1924, fu chiamato alle armi il 26 marzo 1943 nel 232° Fanteria come mortaista.
Fu fatto prigioniero dai Tedeschi a Bolzano il 9 settembre 1943 mentre montava la guardia di notte; fu deportato in Germania nel lager di Bremen-Osterost, Neuengamme, nei pressi di Amburgo. Fu rimpatriato il 16 giugno 1945.
L’onorificenza (alla memoria) consegnata al figlio, signor Livio Casiraghi.
Mauro Benedetti
Nato il 6 giugno 1922 a Cortenova, fu chiamato alle armi il 31 gennaio 1942 ed arruolato nel 5° Reggimento Alpini Battaglione Morbegno. Faceva il fabbro ed era un ciclista.
Partì per la Russia il 13 ottobre 1942. Fu ricoverato all’Ospedale militare di Kharkov per grave congelamento e trasportato all’ospedale militare di Milano prima e di Bergamo poi. Ritornato al Battaglione, fu fatto prigioniero dai Tedeschi a San Candido l’8 settembre 1943 e deportato a Berlino.
Fu rimpatriato il 3 ottobre 1945.
L’onorificenza (alla memoria) consegnata alla figlia, signora Antonietta Benedetti.
Francesco Invernizzi
Nato a Cremeno il 28 gennaio 1923, biondo e con le lentiggini sul viso, fu chiamato alle armi il 1 settembre 1942 nel 5° Reggimento Alpini Battaglione Morbegno. Era un mitragliatore.
Fu fatto prigioniero dai Tedeschi il 9 settembre 1943 a San Candido, mentre si trovava in caserma, e internato in Germania, a Lamsdorff, Stamlager VIII B, per lavorare in miniera.
Fu rimpatriato il 21 ottobre 1945 attraverso Verona.
L’onorificenza (alla memoria) consegnata alla figlia, signora Franca Invernizzi.
Luigi Anghileri
Nacque a Lecco il 18 dicembre 1911. Dichiarato rivedibile alla chiamata del 1932, fu chiamato alle armi nel marzo del 1933 e arruolato nel XXX Reggimento Artiglieria, Compagnia I, II Batteria Obice. Era biondo e con gli occhi grigi ed aveva la distinzione dell’essere conducente a cavallo. Il 7 Dicembre 1940 giunse al 27° Reggimento Artiglieria Cuneo; partì poi per l’Albania con il 32° Reggimento Artiglieria “Marche”, imbarcandosi da Bari il 14 Aprile 1941. Fu fatto prigioniero dalle truppe tedesche il 10 settembre 1943 ad Antivari in Montenegro e portato al campo di prigionia tedesco di Syajniz, in Serbia, costretto al lavoro. Fu rimpatriato attraverso Bolzano il 10 giugno 1945.
L’onorificenza (alla memoria) consegnata alla figlia, signora Anna Maria Anghileri.
Lorenzo Ticozzelli
Nato a Pasturo il 5 marzo 1920, fu chiamato alle armi il 10 marzo 1940 nel 5° Reggimento Alpini Battaglione Valle Intelvi. Il 5 febbraio 1941 fu destinato alla 301° Sezione Sanità e il 20 febbraio 1942 prense parte alle operazioni belliche in Montenegro partendo via terra da Novara. Fu fatto prigioniero dai Tedeschi in Grecia, a Giannina, il 10 settembre 1943 e deportato in Germania, a Berlino, nel campo III D.
Fu rimpatriato il 19 settembre 1945. L’onorificenza (alla memoria)consegnata al figlio, signor Alfredo Ticozzelli.
Carlo Gianola
Nato a Premana il 17 maggio 1912, fu chiamato alle armi il 2 marzo 1933 nel 5° Reggimento Alpini e congedato il 2 marzo 1934. Richiamato alle armi il 30 settembre 1938, partì per il Montenegro il 1 gennaio 1942, attraverso la Serbia.
Il 16 ottobre 1942 partì per la Grecia e lì, a Gianina, fu fatto prigioniero l’8 settembre 1943, mentre apparteneva al 2° Gruppo Reggimento Alpini Valle. Fu deportato in Germania, a Berlino. Fu rimpatriato il 20 settembre 1945.
L’onorificenza (alla memoria) consegnata al figlio, signor Antonio Gianola.
Rinaldo Gianola
Nato a Premana il 12 agosto 1923, fu chiamato alle armi il 7 gennaio 1943 e arruolato nel 5° Reggimento Alpini Battaglione Morbegno, 82° Compagnia Cannoni. Era un tiratore scelto con fucile.
Fu catturato dalle truppe tedesche a Premana il 10 ottobre 1944, durante un rastrellamento, e portato in Germania nel campo di concentramento di Sagan, in Germania.
Fu liberato l’8 maggio 1945 e rimpatriato il 5 settembre dello stesso anno.
L’onorificenza (alla memoria) consegnata al figlio, signor Antonio Gianola.
Ambrogio Artusi
Nato a Primaluna il 2 giugno 1924, orfano di guerra, fu chiamato alle armi il 16 agosto 1943 nel 43° Reggimento Fanteria Alba.
Catturato dai Tedeschi ad Alba il 10 settembre 1943, fu internato in Germania nel campo Stammlager IX C e costretto al lavoro come operaio in una officina meccanica.
Fu rimpatriato nel giugno 1945.
L’onorificenza (alla memoria) consegnata alla figlia, signora Maria Rosa Artusi.
Ernesto Paroli
Nato a Cortabbio il 6 dicembre 1924, fu chiamato alle armi il 27 agosto 1943 nel 5° Reggimento Alpini Battaglione Morbegno.
Fu fatto prigioniero dai Tedeschi l’8 settembre 1943 a Merano, mentre si trovava in caserma, e internato in Germania, Lamsdorff, Stalag VIII B.
Fu rimpatriato il 5 giugno 1945.
L’onorificenza (alla memoria) consegnata alla nipote, signora Marzia Combi
Marco Crimella
Nato a Valmadrera il 24 settembre 1919, fu chiamato alle armi il 16 gennaio 1940 nella Regia Aeronautica, presso l’aeroporto di Viterbo. Dall’11 al 25 giugno 1940 partecipò alle operazioni di guerra sulla frontiera Alpina Occidentale.
Promosso Aviere scelto aiuto autista il 15 agosto 1940, fu trasferito dapprima all’aeroporto di Lonate Pozzolo e poi a quello di Tolone, ove fu catturato dai Tedeschi il 9 settembre 1943.
Fu deportato in Germania e internato nel campo di concentramento di Trier, in Germania, per lavorare in una fabbrica. Fu liberato dagli Alleati il 19 marzo 1945 e rimpatriato il 19 luglio dello stesso anno.
L’onorificenza (alla memoria) consegnata alla figlia, signora Gemma Crimella.