“Dona un quadro alla città” negli esercizi commerciali del capoluogo per educare al rispetto e alla reciprocità
Lecco, una città che sceglie di esporsi. Il sindaco Gattinoni: “Qui ogni donna deve sapere che non è sola”
LECCO – Ci sono città che illuminano i monumenti, che appendono striscioni, che organizzano conferenze per contrastare la violenza sulle donne. E poi c’è Lecco, che (oltre a tutto questo) decide di portare l’arte nelle botteghe, nei luoghi in cui si entra ogni giorno senza pensarci, con le mani occupate dalla borsa della spesa e la testa dalla vita. Nei luoghi dove può entrare anche chi soffre, chi tace, chi non ha il coraggio di chiedere aiuto.
“Dona un quadro alla città” è un progetto che non vuole essere visto una volta sola, ma vissuto. Un progetto che entra nelle abitudini, tra il profumo del pane e il rumore dei cassetti delle macellerie, tra le vetrine che si appannano e gli sguardi che si incrociano. Un progetto che dice, silenziosamente ma con forza: qui non sei sola.

Stamani, nell’intervento in sala Consiliare del Comune di Lecco, Irene Riva, presidente di Femminile Presente!, ha raccontato l’origine del progetto scaturito da quelle riflessioni generose, che portano domande difficili e che costringono a guardare dentro al linguaggio che usiamo quando parliamo delle donne. Le parole che feriscono, le frasi che sminuiscono, le immagini che ripetono stereotipi. E da lì l’idea: se il linguaggio costruisce cultura, allora può essere l’immagine a cambiarla.

“Abbiamo pensato che l’arte potesse avere un ruolo sociale – racconta Riva – capace di parlare in modo immediato, viscerale. E ci siamo detti: portiamola nei negozi, nei luoghi del di tutti i giorni. Come il pane: semplice, necessario, quotidiano”. Così è nato un progetto che, nelle parole della stessa Riva, “parte dal basso e vuole cambiare le cose con la stessa naturalezza con cui si impasta il pane”.
Due anni di lavoro, una città che lavora insieme
“Dona un quadro alla città” ha respirato, si è allargato, è cresciuto per due anni. Ha chiamato in causa mondi diversi: gli artisti già noti all’associazione, gli studenti del Medardo Rosso e del Parini, gli esercenti, gli sponsor (Comune di Lecco, Confindustria Lecco Sondrio, Acinque Energia), gli assessori, le insegnanti, i critici d’arte, i grafici, i videomaker.

I tredici artisti coinvolti hanno consegnato opere che non sono quadri, ma ferite e visioni, ciascuna diversa e necessaria. Le scuole hanno lavorato sul catalogo, sulla progettazione della copertina, sulla mappa interattiva, sul filmato “Emozioni al servizio della reciprocità”. E la giuria del Terziario Donna (Confcommercio Lecco), guidata da Mariangela Tentori, con la competenza critica di Tiziana Rota, ha selezionato le tre opere più significative tra quelle dei ragazzi. Un dialogo intergenerazionale che racconta una verità semplice: la violenza non si combatte da soli.
Le botteghe come luoghi di cura civile
La scelta di portare le opere nelle botteghe non è un dettaglio. È la parte più potente del progetto. Come ha ricordato Alberto Riva, direttore di Confcommercio Lecco, “le panetterie, le macellerie e i negozi alimentari parlano a tutta la popolazione. Sono luoghi trasversali, dove entra chiunque. E il tema della violenza riguarda tutti, uomini e donne, giovani e anziani”. Confcommercio ha accolto il progetto senza sponsorizzazioni, ma offrendo qualcosa di più prezioso: la propria struttura organizzativa, la rete dei commercianti, il tempo e la responsabilità. Tredici attività hanno aderito. Tredici negozi della quotidianità, che ora espongono un quadro che parla. Non solo agli occhi, ma anche alla coscienza.

Per l’assessora alla Cultura Simona Piazza, il progetto non poteva che essere accolto dal Comune: “È un percorso culturale che attraversa linguaggio, arte e comunità. Era giusto che l’assessorato facesse parte di questa visione”. L’assessora alle Pari Opportunità Renata Zuffi (non presente in sala ma che ha voluto ugualmente lasciare un messaggio) ha aggiunto: “Questi quadri non sono solo opere d’arte, ma simboli tangibili di un impegno collettivo. È un modo civile di promuovere un cambiamento, perché l’eliminazione della violenza deve diventare una realtà conquistata, non un desiderio auspicato”.
“La donna che entra a comprare il pane deve sapere che Lecco è dalla sua parte”
Poi è toccato al sindaco Mauro Gattinoni prendere la parola: “Nei prossimi giorni – ha detto – ci sarà qualche donna che entrerà a prendere il pane. E tra quelle donne, alcune soffrono violenza, di ogni tipo. Io voglio che sappiano che la città fa il tifo per loro”. Un messaggio che va dritto verso quelle donne invisibili, quelle che ogni giorno camminano tra di noi con ferite che non si vedono.
“Questo progetto – ha aggiunto – non deve generare solo ribrezzo verso la violenza, ma educazione. Lo stesso Comune ha stanziato una fetta importante di finanziamenti nel piano di diritto allo studio per progetti legati all’educazione affettiva. La città ha una densità umana talmente bella che, ne sono certo, quelle donne si sentiranno meno sole”.

Il progetto si chiude con un filmato curato da Katia Sala ed Elena Romano: due anni condensati in immagini, voci, mani che incorniciano quadri, studenti che ascoltano gli artisti, esercenti che trovano il posto giusto sulla parete. Un racconto che non è la fine di un percorso, ma il suo inizio.
Il catalogo, curato da TEKA Edizioni, raccoglie tutte le opere, gli artisti, i titoli, i significati. Sarà pubblicato sul sito del Comune, accompagnato da una mappa interattiva che porterà cittadini e turisti attraverso un itinerario inedito: quello dei negozi che hanno scelto di esporsi per la dignità delle donne. Un percorso virtuoso condiviso di arte e riflessione contro la violenza di genere.

“Dona un quadro alla città” non è solo una mostra diffusa. È una promessa all’intera comunità. Una promessa fatta di immagini. Una promessa che dice che la violenza non è un fatto privato. Che il rispetto si impara. Che ogni gesto quotidiano può diventare un gesto civile. Che oggi, a Lecco, chi entra in un negozio trova qualcosa di più di un servizio: trova una città che ha scelto da che parte stare.
FILMATO “EMOZIONI Al SERVIZIO DELLA RECIPROCITA'”

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