Fino a domenica, gli orrori della guerra nelle fotografie esposte tra Riva Granda e Piazza Italia
“Con i contributi raccolti durante questa esposizione itinerante proveremo a ridare una casa ai più anziani, vittime inermi di questo conflitto”
MANDELLO – La bellezza dei portici di Riva Granda e di Piazza Italia in contrasto con la distruzione e i volti sofferenti segnati dalla guerra. A colpire i passanti che attraversano il lungolago di Mandello è questo conflitto di immagini creato dalla mostra itinerante “Un tetto per Chernihiv”, dove diventa difficile capire qual è il confine tra fotografia e realtà. Purtroppo le istantanee esposte sono veritiere tanto quanto gli scorci da cartolina che costellano le stradine del paese, e irrompono in questo piccolo paradiso in tutta la loro crudezza.
Macerie di case, un mercato che brucia, persone che scappano, volti straziati dalla sofferenza in cui si riescono a scorgere le lacrime agli occhi. Da ieri, venerdì, fino a questa domenica, sarà possibile prendere consapevolezza di quali siano gli effetti della guerra che continua a imperversare in Ucraina, attraverso i lavori di quattro fotografi professionisti che hanno dato vita alla mostra di beneficenza ideata per raccogliere fondi in favore di 25 famiglie residenti a Chernihiv, città a nord-est di Kiev, primo centro abitato a subire i bombardamenti da parte dell’esercito russo.
A dare vita al progetto Anna Halperina, ucraina fuggita a dieci giorni dallo scoppio del conflitto e attualmente ospitata a Merate, in collaborazione con i quattro fotografi (Andriy Oleksienko, Olga Korotkova, Iren Brynza, Pavlo Khodymchuk), che attualmente si trovano in Ucraina, i quali si sono occupati di realizzare reportage incentrati sugli anziani e su tutte le altre persone investite dalla guerra. A supportare l’iniziativa anche alcuni volontari, sempre residenti nel meratese.
“Il nostro obiettivo con questa mostra è sensibilizzare rispetto alla guerra in Ucraina e al contempo dare un tetto sopra la testa agli anziani – racconta uno dei volontari – tra i soggetti più fragili rimasti coinvolti nel conflitto, attraverso donazioni dirette che otterremo dalla vendita del catalogo fotografico contente tutte le immagini esposte in mostra e delle magliette con il logo del progetto, ma anche mediante donazioni indirette, erogate a Cassago chiama Chernobyl, associazione attiva nella zona di Chernihiv che farà da collante tra il nostro operato e la popolazione ucraina”.
Domenica sera peraltro, sarà presente in Piazza Italia proprio il presidente dell’associazione Cassago chiama Chernobyl, dove avrà luogo l’esibizione di un gruppo musicale di Odessa alle ore 21.30. Altra iniziativa legata all’esposizione fotografica sarà stasera, sabato, la proiezione sempre in Piazza Italia delle interviste fatte a ciascuna delle famiglie ucraine coinvolte nel progetto, e di quelle realizzate ai fotografi.
Per mettere insieme i pezzi della mostra ci è voluto del tempo, come spiega uno dei volontari: “Ad aprile Anna ci ha proposto le fotografie, e ci è voluta qualche settimana per valutarle. Va tenuto conto che le persone rappresentate sono ritornate nelle loro abitazioni distrutte per sottoporsi agli scatti: non tutti hanno avuto la forza di farlo. Siamo arrivati a esporli intorno a fine giugno, per cui ufficialmente è da un mese che ci muoviamo da un paese all’altro nei week-end per portare a conoscenza questo progetto“.
Prima di Mandello, la mostra era già stata a Merate, alla Società Svizzera di Milano, a Robbiate, a Vimercate. Dopo una breve pausa, toccherà invece Osnago, Cologno Monzese, Castello Brianza, Olginate e alcune librerie di Milano.
“Fino a questo momento l’esposizione era sempre stata al chiuso, a Mandello è la prima volta che la facciamo all’aperto, col patrocinio del Comune e dell’associazione la “Compagnia del Pontile”. L’interesse verso l’iniziativa è stato tale che a settembre, in Piazza Garibaldi prima dell’inizio del viale dei giardini, potrebbero venir installati dei pannelli permanenti con parte della mostra”, sottolinea uno dei volontari.
Alla domanda se la cifra raccolta fino a questo momento ha soddisfatto le aspettative si percepisce un po’ di rammarico: “Dopo un inizio positivo purtroppo le donazioni sono calate: l’attenzione verso la guerra in Ucraina è scemata rispetto a prima, inoltre siamo in piena estate quindi in molti al momento sono in ferie, e questo spiegherebbe in parte la minor affluenza di visitatori nell’ultimo periodo. Nel frattempo, per rendere ancora più tangibile il progetto, vorremmo creare come punto di riferimento un sito internet in cui collocare il calendario delle mostre e inserire altri richiami”.
Conclude poi dicendo: “Speriamo di riuscire a concretizzare i nostri obiettivi senza che questi vadano distrutti sotto le bombe. La guerra è tutt’altro che finita“.