Il Premio Fuoco Dentro alla memoria di suor Luisa e ai coniugi Caiani di Somasca

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Premio Fuoco Dentro

La cerimonia di premiazione si è svolta ieri sera, domenica, al teatro del Collegio Villoresi di Merate

Sei i premi Fuoco Dentro consegnati direttamente dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini

MERATE – Sognatori temerari, ma al contempo concreti e determinati, capaci di vivere la vita come un dono. Il teatro del Collegio Villoresi ha ospitato ieri sera, domenica, l’intensa ed emozionante cerimonia di premiazione di “Fuoco dentro. Donne e uomini che cambiano il mondo”, iniziativa promossa dall’Arcidiocesi di Milano insieme all’associazione Elikya per dare risalto a donne e uomini che, con il loro impegno generoso, hanno illuminato la vita di coloro che hanno incontrato.

Sei i premi consegnati sul palco direttamente dall’arcivescovo monsignor Mario Delpini che ha espresso l’auspicio che le forti emozioni provate in sala, grazie anche alla musica sapientemente proposta dalla direzione artistica di Raymond Bahati, direttore del coro Elikya, possano “rappresentare un principio di trasfigurazione, come dei semi che diventano frutti”.

Suor Luisa dell’Orto

Commovente l’interpretazione di “Je m’abandonne a toi”, inno di abbandono scritto da Charles de Foucald, che ha introdotto alla figura di suor Luisa Dell’Orto, suora della Congregazione delle Piccole Sorelle del Vangelo di Charles de Foucald, originaria di Lomagna, uccisa il 25 giugno a Port au Prince, capitale di Haiti, dove da anni operava come missionaria.

I fratelli di suor Luisa dell’Orto con l’arcivescovo Delpini

Una vita, la sua, donata agli altri fino al martirio, come ricordato dalla sorella Adele che, intervistata dal giornalista Gerolamo Fazzini, ha parlato del desiderio profondo di un senso alla vita cercato dalla sorella Luisa prima nella filosofia e poi trovato nella fede, nell’incontro con De Foucald e nella condivisione della vita con i più poveri. Adele, presente alla cerimonia insieme ai fratelli Carmen e padre Giuseppe e alla sindaca di Lomagna Cristina Citterio, ha infine ricordato che due reliquie di suor Luisa, la campanella con cui richiamava i bambini e la Bibbia a cui si affidava per pregare, sono conservate alla chiesa di San Bartolomeo a Roma nel memoriale dei Nuovi Martiri.

I coniugi Caiani

Sara e Carlo Alberto Caiani

Dalla memoria di una suora che ha fatto della propria vita una testimonianza al premio a una coppia, quella formata da Sara e Carlo Alberto Caiani, capace di mettersi in discussione nel profondo, come responsabili, da 18 anni a questa parte, della casa per minori a San Girolamo a Somasca. “Come i Padri Somaschi ci siamo lasciati colpire dalla scintilla di Girolamo Emiliani” hanno detto sul palco, raccontando di una vita che, subito dopo il matrimonio e i primi impieghi nel mondo del lavoro, si è trasformata in un impegno, costante e determinato, per dare una mano a minori che si trovano in difficoltà e fragilità, costruendo, giorno dopo giorno, una grande famiglia allargata, ad assetto continuamente variabile, in cui i propri tre figli diventano confratelli degli altri bambini e ragazzi.

Don Claudio Burgio

Don Claudio Burgio

Legato al territorio brianzolo, dove è stato già ospite lo scorso anno durante l’incontro promosso dall’assessorato al Welfare di Merate, insieme alla Pastorale giovanile della Parrocchia di Merate e da Piazza l’Idea, La Grande Casa,e qualche settimana fa nel corso dell’appuntamento con la Fondazione Costruiamo il Futuro, è anche don Claudio Burgio, altro vincitore del premio Fuoco Dentro. Cappellano al carcere minorile Beccaria e fondatore dell’associazione Kayros che gestisce una comunità di accoglienza per minori e servizi educativi per adolescenti alle porte di Milano, don Claudio ha ribadito, incalzato dalle domande del giornalista Giorgio Paolucci, il suo mantra “Non esistono cattivi ragazzi”.

“Ai ragazzi non deve mancare mai la fiducia nei loro confronti e bisogna avere il coraggio di guardare tutto, anche i fallimenti, tanto nascosti dalla società contemporanea. La realtà è la prima maestra di vita” ha rimarcato, ricordando con il sorriso le prime difficoltà incontrare nel confrontarsi, lui appassionato di musica sacra e classica, con il linguaggio dei rapper e dei trapper. ”Ascoltando però i loro testi, ho potuto approfondire la vita delle loro famiglie. Una cosa è certa con i ragazzi: la credibilità arriva dalla presenza”.

Franco Vaccari

Franco Vaccari con Gerolamo Fazzini

E di presenze, spesso difficili da far coesistere, ha grande esperienza anche Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine Cittadella della pace, esperienza nata dalla capacità di buttare sempre il cuore oltre l’ostacolo mettendo in atto, giorno dopo giorno, l’imperativo categorico del “Voi provateci” imparato dal maestro Giorgio La Pira. “Abbiamo iniziato scrivendo una lettera alla moglie di Gorbaciov. E poi è sempre andata diversamente da come pensavamo: sempre meglio. Il nostro impegno è quello di fare smettere una guerra un minuto prima e per farlo ognuno deve fare la sua parte” ha ribadito, raccontando l’aneddoto delle calze e delle mutande lavate nella stessa lavatrice da parte di due popoli in guerra: “Bisogna riuscire a mettere insieme lo sporco e l’intimo, altrimenti la relazione umana non parte: la bellezza nasce quando ci consegniamo all’altro integralmente. Ognuno di noi, scegliendo, può costruire la pace”.

Blessing Okoedion

Blessing Okoedion

Di serenità e di capacità di riscatto parla invece la storia di Blessing Okoedion, nigeriana arrivata in Italia con l’inganno da una rete criminale dedita allo sfruttamento della prostituzione. Sul palco, intervista da Anna Pozzi, ha raccontato il suo coraggio di scappare e denunciare alla Polizia, costruendosi una nuova vita alla Casa Rut di Caserta, dove ha conosciuto altre ragazze nella sua stessa identica condizione. Una condivisione che l’ha portata a fondare un’associazione “Weavers of hope” con cui aiuta altre ragazze cadute nella trappola dello sfruttamento della prostituzione a rompere le proprie catene.

Suor Nabila

A sinistra suor Nabila

Molto toccante anche la testimonianza di suor Nabila Saleh, per 13 anni impegnata a Gaza in una scuola. A Milano alcune settimane fa, suor Nabila, egiziana di origine, ha registrato una video intervista in cui ha parlato di come, dopo lo scoppio della guerra con Israele, sia stata costretta a rifugiarsi per sei mesi rifugiata nella parrocchia latina insieme a 635 sfollati cristiani, sotto i bombardamenti e in condizioni umane disperate. “Non è facile vivere in tensione tutta la vita. Vivere in pace dovrebbe essere un diritto di tutti”.

La serata, presentata da Carlo Rossi, si è aperta con il saluto introduttivo del neo sindaco Mattia Salvioni: “L’auspicio è che tutti possiamo essere riscaldati da questo fuoco dentro che ci ispira, illuminando la strada del fare del bene anche qui”.

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