Ospedale Merate: il territorio fa squadra, mozione congiunta per salvare il Mandic

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Il documento, a cui hanno lavorato anche quattro ex sindaci di Merate, verrà presentato in tutti i consigli comunali del Meratese e del Casatese

L’obiettivo è salvare l’ospedale di Merate, confermandolo come Dea di primo livello

MERATE – La squadra è ampia, trasversale e accomunata dal medesimo obiettivo: salvare l’ospedale di Merate. E’ frutto del lavoro di un gruppo eterogeneo, composto da amministratori, rappresentanti di partiti di opposizione e associazioni da sempre interessate al destino del Mandic, la mozione che verrà presentata nei consigli comunali del Meratese e del Casatese per testimoniare l’attenzione che tutto il territorio pone al destino del presidio ospedaliero di via Cerri, il cui livello di prestazioni e servizi erogati appare sempre più a rischio anche a causa delle ultime e recenti defezioni del personale medico (nell’ultimo mese si sono registrate tre dimissioni di primari e il trasferimento in altri ospedali di due medici).

I punti cardine del documento, redatto a seguito dell’incontro promosso giovedì scorso in Comune a Missaglia, sono stati illustrati questa mattina, mercoledì, da Mattia Salvioni, segretario del Pd di Merate, partito sceso subito in campo per promuovere una raccolta firme (giunta a quasi 10mila sottoscrizioni) e il flash mob tenuto in Piazza Prinetti sabato 14 ottobre: “Chiediamo che i sindaci, in qualità di autorità sanitaria locale per la tutela al diritto alla salute pubblica, si attivino per intraprendere ogni azione possibile per la difesa dell’ospedale di Merate confermandolo come Dea di primo livello”.

Non solo. “Chiediamo inoltre che gli amministratori comunali possano interloquire con Asst per la costruzione delle linee di indirizzo programmatiche del prossimo Poas e vogliamo anche un incontro urgente con l’assessore al Welfare di Regione Lombardia per comprendere la strategia complessiva di riassetto organizzativo e strutturale di Asst, facendosi portatore anche verso il Ministero delle specificità del territorio in cui l’ospedale insiste”.

Nella squadra gli ex sindaci di Merate

L’ex sindaco di Merate Andrea Robbiani, presente giovedì scorso all’incontro a Missaglia insieme agli ex primi cittadini meratesi Andrea Massironi e Dario Perego, ha voluto precisare come il movimento nato a difesa del Mandic sia apartitico: “Negli ultimi anni abbiamo registrato una distonia tra la direzione dell’azienda ospedaliera e i bisogni del territorio. Sia chiaro però che questa mozione ha come bersaglio politico la Regione: non equivale a dare addosso a qualcuno. E’ un documento operativo, che testimonia il bisogno di un territorio a ricevere risposte concrete che non possono esaurirsi nel ritornello continuo della mancanza di personale, che non può mai essere una evenienza improvvisa” ha tenuto precisare lo storico militante della Lega, ora in consiglio comunale a Merate nei banchi di maggioranza come consigliere semplice dopo la revoca della delega di assessore.

“Questa battaglia ha riunito quattro ex sindaci di Merate ed è giusto che sia così perché la città dove è nato l’ospedale deve sentire su di sé l’onore di difendere il proprio presidio”.

Proprio l’ex primo cittadino meratese Giovanni Battista Albani, sindaco dal 2004 al 2009 di una coalizione di centro sinistra, ha voluto ricordare l’importanza di una mobilitazione comune: “L’unione degli amministratori e del territorio è fondamentale per evitare lo smantellamento del presidio. Già quando ero sindaco io, c’erano stati tentativi in questa direzione, scongiurati grazie all’intervento coeso del territorio”.

Il sindaco di Imbersago Fabio Vergani e la collega di Cremella Ave Pirovano

L’azione parallela delle Conferenze dei sindaci

La mozione servirà da spunto anche per il documento che i presidenti delle conferenze dei sindaci del Meratese Fabio Vergani e del Casatese Ave Pirovano vogliono scrivere a stretto giro dopo il faccia a faccia di martedì scorso con i tre consiglieri regionali eletti nel Lecchese (Mauro Piazza, Giacomo Zamperini e Gian Mario Fragomeli): “Le due azioni si integreranno a vicenda e sono frutto dell’enorme malcontento registrato sul territorio per come si sta giocando la partita sul futuro dell’ospedale di Merate. E’ importante che la mobilitazione cresca giorno dopo giorno in modo da trasformare una piccola squadra in una grande”. Vergani ha poi fatto accenno velatamente all’azione autonoma del Comune di Olgiate Molgora che venerdì porterà in consiglio una mozione propria sempre sull’ospedale: “Vuol dire che il tema è a cuore a tutti. Non mi soffermerei su altri aspetti che in questo momento non sono fondamentali”.

Una mozione da portare nei Consigli comunali

Tra i primi Comuni a portare in Consiglio la mozione ci sarà Casatenovo come sottolineato dal capogruppo di maggioranza Fabio Crippa: “Ne abbiamo già discusso nella riunione dei capigruppo e c’è l’unanimità sul documento che porteremo in aula il 31 ottobre. C’è bisogno di tempestività e di un’azione congiunta”.

Anche il sindaco di Missaglia Paolo Redaelli ha voluto ribadire l’urgenza di muoversi velocemente e in maniera coesa: “Ho messo a disposizione la sala consigliare giovedì scorso proprio perché Missaglia poteva essere baricentrico rispetto ai Comuni del Meratese e del Casatese. Ricordiamoci che il Mandic è un ospedale di riferimento anche per i Comuni dell’isola bergamasca e dell’alta provincia di Monza e Brianza”.

All’incontro di questa mattina per presentare la mozione frutto del lavoro del tavolo per la difesa del Mandic hanno preso parte anche la rappresentante di Azione Lecco Eleonora Lavelli, il referente di Italia Viva per il Meratese Giacomo Ventrice, Sinistra Italiana con Milva Caglio, il capogruppo di Cambia Merate Aldo Castelli, il referente del tavolo permanente sulla sanità Franco Tortorella, il rappresentante del Movimento 5 Stelle Pierluigi Bonfanti e l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Calco Flavia Brambilla.
Il prossimo passo sarà la presentazione del documento in tutti i consigli comunali del Meratese e del Casatese con l’obiettivo di raggiungere una condivisione più ampia possibile che superi etichette e colori politici.

QUI IL TESTO DELLA MOZIONE

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