Ospedale Merate, oltre 200 persone in piazza per il flash mob: “Non smantellate la sanità”

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La manifestazione è stata promossa da PD e Sinistra Italiana

Gian Mario Fragomeli, consigliere regionale per il PD: “Noi non vogliamo essere minimamente complici di quello che sta accadendo, facciamo la battaglia”

MERATE – Si sono ritrovati in piazza Prinetti, sotto la torre del Castello, per denunciare la situazione in cui versa l’ospedale San Leopoldo Mandic e chiedere un cambio di passo. In fila uno accanto all’altro hanno formato una lunga catena per simboleggiare le oltre trecento dimissioni registrate all’interno dell’Asst Lecco nell’ultimo anno.

Sono state più di duecento le persone che questa mattina, sabato, hanno preso parte al flash mob promosso dal Pd e da Sinistra Italiana, insieme ad altri partiti, associazioni e sindacati per sostenere il Mandic. Ad accogliere i presenti uno striscione con scritto “Salviamo l’ospedale”, mutuando il titolo scelto per la raccolta firme che, in poco più di una settimana, ha raccolto oltre 8mila adesioni.
A prendere la parola per primo il segretario cittadino Mattia Salvioni che ha voluto rivolgere un applauso al personale che lavora ancora al presidio di via Cerri. “Dobbiamo riportare la sanità pubblica al centro – le sue parole -. L’ospedale di Merate é di tutti ed è stato costruito negli  anni grazie alle donazioni di molti Meratesi. Purtroppo dell’Asst Lecco stanno succedendo cose molto gravi come anche la mancanza di posti letto denunciata settimana scorsa. É una situazione indecorosa“.
Milva Caglio, rappresentante di Sinistra Italiana, ha aggiunto: “I problemi a Merate sono iniziati quando siamo stati uniti con Lecco, accollandocene i costi. Noi avevamo i costi letto più bassi della Regione. Il nostro consigliere regionale ha presentato un’interrogazione a cui non ci è stato ancora risposto. Chiediamo che venga nominato un direttore di presidio per Merate che effettui l’analisi reparto per reparto per individuare i punti di rilancio”.
Eleonora Lavelli di Azione, invece, ha posto l’accento sui bandi per Ortopedici andati deserti, sulla Psichiatria rimasta chiusa dopo il Covid e sulla ginecologia sempre più a rischio: “Azione c’è e sostiene la battaglia per il Mandic”.
Mentre Gian Mario Fragomeli, consigliere regionale per il PD, ha aggiunto: “Alla base deve esserci un cambiamento di strategia, i medici torneranno a Merate vedranno questo cambiamento. Noi non vogliamo essere minimamente complici di quello che sta accadendo, facciamo la battaglia, raccogliamo le firme, continuiamo con le manifestazioni, arriviamo alla prossima mozione e vedremo in faccia chi è a favore e chi è contro il mantenimento dell’ospedale di Merate. E’ venuto il momento che questo ospedale che il Meratese ha diritto di avere lo mantenga”.
In piazza c’erano anche i rappresentanti del Movimento 5 Stelle con il nutrito gruppo meratese. Catherine Alfiniti ha voluto puntare l’accento sull’importanza dell’ospedale di Merate anche per le province vicine, promettendo impegno e determinazione. “Il futuro del Mandic sembra essere ormai segnato verso una Geriatria – ha poi aggiunto Pierluigi Bonfanti -. Chiediamo un cambio di direzione strategica quanto mai necessario per risollevare un presidio che è sempre stato d’eccellenza”.
Al flash mob ha preso parte anche il senatore Tino Magni che ha  sottolineato come il Governo abbia stabilito proprio ieri una riduzione di 5 miliardi per la spesa sanitaria del paese. “Questa è una battaglia sacrosanta per i presidi territoriali di cui il Covid ha confermato la necessità. Porterò avanti a livello parlamentare questa battaglia sperando che il ministro Schillace risponda alla mia interrogazione”.
Il consigliere regionale Onorio Rosati ha aggiunto: “Il modello sanitario lombardo sta cominciando a fare acqua in tutta regione. Per questo dobbiamo lavorare come coalizione.  E presentare una mozione nel prossimo consiglio regionale per il finanziamento sanità pubblica”. Rosati ha ricordato il referendum negato per un cavillo e ha parlato della mozione presentata in commissione 3 per chiedere una modifica dei criteri di selezione della  dirigenza medica sanitaria: “Ci vogliono anche le competenze che devono essere oggettive”.

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