Da settembre previsti rincari del 71% per lo scuolabus e del 28% per il servizio mensa
“Una decisione unilaterale da cambiare: al dirigente chiediamo di poter portare il pranzo da casa”. E Santa Maria è pronta a risarcire le famiglie per gli aumenti in caso i rincari venissero confermati
LA VALLETTA / SANTA MARIA HOE’ – Il costo della mensa che passa da 4,30 a 5,50 euro al giorno e quello del trasporto che schizza dai 28 euro ai 48 euro mensili per il primo figlio residenti. Sta creando parecchio malumore tra i genitori degli alunni iscritti all’Istituto don Pointinger l’aumento del costo dei servizi a domanda individuale (mensa e trasporto scolastico) stabiliti dalla Giunta dell’Unione nella seduta del 3 marzo scorso e portati nel consiglio dell’Unione a fine marzo con le perplessità espresse in quell’occasione dall’allora presidente Efrem Brambilla (che aveva chiesto di ridurre i costi dei servizi dopo la gara) e dal consigliere Mario Brambilla.
Arrabbiati per un incremento giudicato “ingiustificato e vergognoso”, i genitori hanno deciso di inviare una lettera di rimostranze, sottoscritta da diverse famiglie, ai sindaci Marco Panzeri (La Valletta) ed Efrem Brambilla (Santa Maria Hoè) e al dirigente scolastico Paolo D’Alvano chiedendo loro di tornare sui propri passi. Pena la rinuncia a un servizio che dovrebbe essere, quanto meno per la mensa, obbligatorio con la richiesta al dirigente scolastico di consentire alle famiglie di portare il cibo da casa.
“Siamo indignati per l’inatteso e ingiustificato aumento del 71% del servizio di trasporti e del 28% di un servizio mensa certo non eccelso e già ad oggi non economico – fanno sapere alcuni genitori i cui figli frequentano i plessi dislocati nei Comuni di La Valletta e Santa Maria Hoè – . Inutile affermare che questi aumenti, stimati in circa 150 euro mensili per famiglia, inciderebbero pesantemente nel bilancio di ogni famiglia mediamente “non ricca”, specie se con più di un figlio a carico, sia che si trovi nelle condizioni tali da poter accedere alle agevolazioni comunali, sia nei casi in cui questa condizione non si verifichi, ossia quando il nostro reddito è ritenuto tale da non averne diritto”.
Non solo. I genitori contestano anche il fatto di aver stabilito gli aumenti, prima ancora dell’aggiudicazione della gara di appalto per il servizio mensa: “Una scelta presa prima ancora di conoscerne i reali costi e quindi ancora più deplorevole perché pare porci di fatto con le spalle al muro, senza la possibilità di poter scegliere”. Da qui l’aut aut posto all’amministrazione dell’Unione, chiedendo di rivedere la scelta unilaterale: “Altrimenti potremmo trovarci costretti a rinunciare, seppur con figli in età di obbligo statale, ai servizi da voi previsti”. Una presa di posizione forte seguita dalla richiesta, avanzata al dirigente scolastico, di “consentire ai nostri figli di consumare a scuola il pasto che prepareremo loro a casa”.
A conoscenza del malumore tra i genitori, il sindaco di Santa Maria Hoè Efrem Brambilla tiene a precisare che già nella seduta del Consiglio dell’Unione di fine marzo si era espresso per chiedere di rivedere le tariffe al ribasso una volta conclusa la procedura di gara per l’affidamento dei servizi: “Aspettiamo di vedere cosa succederà a gare chiuse perché quella della mensa non è ancora conclusa. Qualora l’Unione (che come noto non sta attraversando un felice momento a seguito della spaccatura tra La Valletta e Santa Maria Hoè, ndr) dovesse decidere di non abbassare le tariffe ai cittadini, come Comune di Santa Maria risarciremo le famiglie per i rincari avuti quest’anno. Siamo convinti che mensa e trasporto svolgano anche un ruolo sociale per le famiglie ed è quindi una scelta politica quella di far pagare di più i costi di questi due servizi. Noi non siamo d’accordo e qualora l’Unione dovesse proceder su questa strada attueremo le contromisure del caso”.