LECCO – Che altro c’è da dire dopo l’ennesima partita senza gioia?
Il leitmotiv è sempre quello e Lele Ratti lo conferma: “Ribadisco sempre le stesse cose. Questa è una squadra debole caratterialmente e alla prima contrarietà si perde. Poi abbiamo preso un gol che non si può prendere contro una signora squadra. Abbiamo creato tante situazioni pericolose, ma senza fare un granché. E’ una situazione che si ripete, quindi vuole dire che qualche limite lo abbiamo”.
Guardando la classifica si comincia ad avere qualche timore…
“Qualche preoccupazione credo sia doverosa”, ammette Ratti.
Fino a oggi, siamo stati in pochi. Io non ho voluto fare l’allenatore, così come non ho voluto fare il direttore. L’unica cosa che mi dispiace è che non otteniamo i risultati che meritiamo, anche se abbiamo dei limiti. Non mancano mai cuore e impegno, ma abbiamo bisogno di qualche qualità in mezzo al campo o in difesa. Mi riesce difficile dire che cosa manchi, ma qualcosa manca.
Capogna? Fa delle cose di qualità, poi manca di freddezza davanti alla porta. Grande mezzo giocatore.
Castagna? L’anno scorso era in uno stato di grazia che quest’anno non ha ancora ritrovato. E’ uno che sente molto le situazioni esterne, si fa carico di cose che non sono solo di competenza sua. E’ viscerale”.
Roberto Gatti, allenatore dell’Inveruno, si gode il suo secondo successo al “Rigamonti-Ceppi” in meno di un mese: “Oggi abbiamo incontrato una squadra viva, anche se ci ha portato ancora bene venire a Lecco. E’ un risultato per noi molto importante, perché ci dà più tranquillità, ma rispetto alla partita di Coppa abbiamo trovato una squadra aggressiva, con voglia di vincere. Da metà in su abbiamo trovato un Lecco forte. Da metà in giù mancavano 3 titolari su 4, ma non posso farci niente. L’arbitro ha fatto degli sbagli, ma non ha inciso più di tanto sul risultato finale. Il Lecco di oggi era votato all’attacco e qualcosa avrebbe comunque concesso. Fare 3 gol al Lecco non è mai facile. Per giocare qui non c’è nemmeno bisogno di caricare i giocatori”.
Fabio Cardinio è onesto e non si nasconde: “Secondo me, non abbiamo fatto una brutta partita, ma abbiamo perso. Forse pensiamo di giocare da prima in classifica, ma adesso dobbiamo pensare di giocare per salvarci, perché ogni volta che loro scendono, segnano. La colpa è solo nostra. Sicuramente, quando vai sotto, adesso come adesso, non sei tranquillo. E non c’entrano la società o il presidente. Noi scendiamo sempre in campo per vincere la partita, poi andiamo sotto e ci perdiamo. Il problema è che andiamo sempre sotto. Sono stato ammonito perché alla fine del primo tempo ho fatto presente all’arbitro che in campo siamo in due squadre. Lui mi ha detto di pensare alla mia situazione, come a Caravaggio, dove mi era stato detto di pensare alla mia situazione societaria”.