LECCO – Difficile spiegare un primo tempo giocato male, finito male e con pochissime idee. Altrettanto difficile spiegare una ripresa in cui il Lecco ha ribaltato il risultato nell’arco di una manciata di minuti. Non è la prima volta che accade, ma Fiorenzo Roncari non sa che dire a questo proposito: “Cosa è cambiato non lo so. Nel primo tempo le cose non sono andate come pensavamo. Loro sono stati bravi, nel ripartire hanno velocità e ci hanno messo in difficoltà. Poi hanno trovato il raddoppio, che ci ha messo un po’ alle corde. Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile. Loro vengono da un periodo bellissimo dal punto di vista dei risultati. Restano molto ben organizzati ed è successo che facevamo fatica a rientrare”. Per una volta, il tecnico bluceleste vuole fare riferimento all’operato del direttore di gara: “Dovrei spendere una postilla sull’arbitro. Su Martin dopo pochi minuti è stata fatta un’intimidazione che andava punita prima per dare un segnale alla partita. Ma tant’è”. La pozione vincente è arrivata nel primo quarto d’ora del secondo tempo. “Nella ripresa, con una pressione più alta, con questa gente allo stadio, siamo riusciti a recuperarla. Il boato che si sente in occasione dei gol è trascinante. Direi che la gara è stata messa a posto nel modo giusto. Dispiace non aver finito ancora una volta in 11. Un’ingenuità di Uggè? Tutti, dalla A alla terza categoria, allontanano la palla. Credo che gli arbitri dovrebbero avere più di buon senso. Comunque l’arbitro è parte integrante della partita. Meno male essere riusciti a metterla a posto”.
Che cosa impedisce al Lecco di partire già “in partita”?
“Vista così, la squadra è serena e tranquilla. Ognuno di noi ha aspettative diverse. Abbiamo infilato una serie di risultati importanti, poi domenica, a Mapello, sembrava che quanto fatto precedentemente non fosse servito a nulla. Forse non siamo stati lucidi all’inizio, ma dobbiamo pensare che ci sono anche gli avversari. Loro sono stati bravi nel primo tempo, noi nel secondo. E abbiamo fatto un gol in più. Non è una svolta, perché questa squadra ha 18 punti, non 15. Sta facendo quel che noi ci aspettiamo. Visto il tifo, ci si aspetta molto di più, ma dobbiamo fare il salto di qualità. Fuori casa abbiamo zoppicato qualche volta. Dobbiamo correggere un po’ il tiro e portare a casa i 3 punti”.
Il reparto infortuni si sta ingrossando. “Rota è difficile da recuperare: andrà in ospedale per una costola incrinata; Asti è ancora bloccato. Martin ha preso un colpo alla zona pubica. Valuteremo”.
Luca Aquilante, allenatore Seregno, analizza serenamente la sconfitta: “Inizialmente eravamo timorosi, poi abbiamo giocato un ottimo primo tempo, in cui ci è andato anche tutto bene. Sapevamo che al minimo errore nel primo quarto d’ora della ripresa avremmo rischiato. Così è stato, ma la squadra ci ha provato anche dopo il 3-2. Un po’ per la stanchezza, un po’ per l’umore, è andata così. L’unico modo per metterci in difficoltà per il Lecco era questa. E’ stata una partita vera, molto maschia, giocata a ritmi molto alti”.
Davide Castagna, con la solita sincerità che lo contraddistingue, ammette: “Abbiamo camminato nel primo tempo, è vero. Io domenica scorsa ero a casa, ma gli altri avevano un po’ la gamba pesante per aver giocato sul campo di Mapello. Nel secondo tempo, è andata bene così. In questo momento, quando riusciamo a tirare dentro il pubblico, abbiamo una grossa mano. Siamo stati bravi e fortunati. Se andiamo in vantaggio, riusciamo a gestirla abbastanza bene; quando la partita è un po’ chiusa, facciamo fatica”. Poi, dopo il gol di Chessa che ha riaperto i giochi, sono arrivati i rigori: “Il primo è stato un fallo plateale di mano. Nel secondo ho visto il portiere con la coda dell’occhio e poi mi ha preso. I rigori sono sempre importanti, ma spero di segnare anche non su rigore. Sicuramente chi lo calcia può anche sbagliarlo. Loro pensavano che lo sbagliassi. Non so perché, visto che solo Cardinio ha giocato con me…”. La critica del Toro torna infine sul Lecco: “Perdere due a zero e poi vincere 3-2 vuol dire che qualcosa non va. Già dalla settimana prima del Trento si è visto che eravamo più spenti. Siamo stati bravi, ok, però… Dobbiamo migliorare”.