Roncari risponde alle critiche: “Nel calcio, ognuno dice quel che vuole”

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SESTO SAN GIOVANNI – Fiorenzo Roncari viene messo subito sul banco degli imputati dopo la sconfitta di Sesto. La formazione iniziale ha lasciato qualche dubbio: “Abbiamo cambiato solo Mignanelli, che è stato messo davanti, dove però ha già giocato in passato. Redaelli aveva già giocato a sinistra”. Le ragioni di un approccio così scialbo sono quindi da ricercare altrove. “Non è stato un problema di Redaelli o Ripamonti. E’ che sulle fasce dovevamo bloccare più la palla in avanti, ma siamo mancati in questo. Non possiamo limitare la partita del primo tempo a questo. Facevamo fatica a trovare Castagna e, quando lo si trovava, faceva fatica a tenere la palla. E’ una questione di equilibri, più che di giocatori. Abbiamo subito la loro aggressività, soprattutto in mezzo al campo, e ci siamo dovuto abbassare un po’ troppo. Si pensa di fare una partita e poi ne succede un’altra, perché ci sono anche gli avversari. Senza il rigore, avremmo visto un primo tempo equilibrato. Il rigore era inventato, l’ha ammesso anche Moretti. Ma il giocatore fa il suo lavoro. L’unico fuori ruolo, se vogliamo, era Ripamonti basso, ma gli altri dovevano tenere su la palla, cercando di mantenere la linea difensiva più protetta. Questo era il rischio che potevamo correre”. La squadra, però, ha balbettato.
“E’ mancata la sicurezza perché da questa parte si faceva fatica a stare in piedi. Abbiamo fatto fatica a trovare Castagna, che doveva dare i tempi per far salire la squadra, e queste cose ci hanno condizionato”.
Le discussioni del dopo-gara, accese da Angelo Battazza subito dopo il fischio finale, sono contro le scelte di Fiorenzo Roncari, che però non si sente a rischio. “Francamente, non credo. Ognuno è libero di dire quel che vuole: il calcio è fatto così. Se dopo 12 partite che non perdi, ne perdi una in questo modo e ti senti a rischio, allora chiudiamo baracca e burattini. Sono 4 le partite perse in trasferta, 5 in tutto. Purtroppo, c’è una situazione in cui si fatica ad accettare il pareggio. Qualche volta serve più la sostanza della bellezza. Penso ci sia sempre da recriminare. Se non avesse dato il rigore e fosse finita in pareggio, saremmo stati qui a dire: ecco, un altro pareggio. La realtà è che la Pro Sesto qualche giocatore ce l’ha. Siamo il Lecco, d’accordo, ma non siamo il Real Madrid che deve ammazzare il campionato”.

Dopo una sconfitta così, tocca al capitano Andrea Rota spiegare la partenza negativa: “Avevamo impostato una partita in cui attaccare alto la Pro Sesto. Il fatto che loro lanciassero lungo per l’attaccante davanti, ci ha fatto cambiare i programmi. Chiaro che la strategia dell’avversario non può metterci sempre in difficoltà. Siamo stati poco propositivi per mille ragioni. Dopo avere preso gol su rigore, per il quale non voglio prendere scusanti, abbiamo mostrato più voglia di giocare. Non che prima non ne avessimo, ma non ci siamo riusciti. Tante volte, basta un tiro o un rigore non dato a cambiare le cose. Siamo andati in difficoltà con un attaccante con queste caratteristiche; Moretti è uno che regge il colpo e fa salire la squadra. Avessimo giocato dall’inizio come nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo, la partita si sarebbe incanalata diversamente. Essere rimasti in 10 ci ha creato poi altre difficoltà. Detto questo, è una grossa delusione per noi. Questa era la prima delle due partite che ci dovevano rilanciare verso il treno dei play-off e la prima l’abbiamo sbagliata”.