LECCO- Riceviamo e pubblichiamo:
“Cara Redazione,
Manca sempre quel quid.
Uno poi sembra che fa polemica ed invece fa solo domande, chiede conto, osserva.
Da alcuni giorni l’Amministrazione dopo aver rinviato anche l’approvazione del Bilancio all’autunno e aver ricevuto strali da ogni dove, prova un’altra strategia: rilascia dichiarazioni sul faremo senza rispondere sul perché non ha fatto.
Il Sindaco Brivio annuncia che taglierà servizi e spese. L’Assessore al bilancio che metterà mano agli appalti. Il Pd che è colpa del Patto di stabilità. E via di questo passo. Se le dichiarazioni d’intenti fossero atti concreti in Comune dovrebbero fare gli straordinari ed invece sembrano in Cassa integrazione.
La stampa raccoglie le dichiarazioni e registra il faremo.
Manca sempre quel quid per domandare, chiedere conto, osservare perché non ha fatto. E’ un quid di fatica ma è anche un quid necessario. Si informerebbe che sono più balle che belle promesse.
L’Appalto dei rifiuti va modificato ma non si può, dice il Sindaco. Nessuno che si domanda se è vero oppure no.
Forse si scoprirebbe che vero non è.
Non tanto perché non c’è nessuna prova, perché Como lo ha fatto o perché la Legge Regionale è in ritardo e quindi non può nemmeno multare, ma per una questione più semplice, più rapida.
Utilizzare la Legge che c’è (la 163/2006) per ridurlo l’Appalto, per modificare le proroghe da milioni di euro. Si chiama “Quinto d’obbligo” e permette, da sempre, di fare quello che oggi il Sindaco paventa di fare per il futuro. Ridurre, per esempio, i giri settimanali di raccolta dell’umido.
Perché non l’ha fatto in questi anni? Non si sa, la stampa non gliel’ha mai chiesto.
Certamente non è perché non sapeva della proposta di riduzione. Da diverse parti, Qui Lecco Libera e singoli cittadini, il sig.Umberto Cogliati in primis, da anni vanno ripetendoglielo.
E vale pure per l’Appalto mensa.
Stessa Legge. E quando l’Assessore ha confermato, per iscritto, a diversi genitori che si poteva ridurre l’Appalto e trovare una società
più economica per Comune e Famiglie e quindi staccarsi – per un massimo del 20% dal servizio attuale – che son sempre milioni di euro – a chiara e semplice domanda “Ci aiuta a capire come?”
La risposta è stata: “a noi non ci interessa non sono affari nostri”.
C’è una Convenzione di lusso che costa 1.300.000 (all’anno) per poco più di 1000 bimbi, anche non residenti a Lecco, che vanno agli asili privati.
Perché, come per altro previsto dalla stessa, non riduce almeno un poco questo importo?
Perché quindi il Comune non fa (e non ha fatto) almeno qualcosa di questi esempi (tra i tanti) per non chiudere per fallimento di Bilancio oltre che per quello Politico, quest’ultimo ormai conclamato?”
Paolo Trezzi