Lettera. “Lecco Città Alpina 2013” da Valencia pioggia di critiche

Tempo di lettura: 8 minuti

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo.

“Lecco Città Alpina 2013. D’acchito ho pensato al solito spot politico, molto alla moda di questi tempi.
Poi più seriamente ho creduto che questa” Nomination”, riservata a Lecco, potesse essere il premio a qualche impresa alpinistica, effettuata nel mondo, dai nostri Ragni.
Però anche l’elevato numero di Associazioni Lecchesi di escursionisti ed amanti delle montagne poteva essere il motivo di questo nuovo appellativo.
Niente di tutto questo perché sembra, sfogliando la delibera specifica, che l’adesione all’Associazione delle città alpine è costata la bellezza di 32.000 euro al nostro Comune a cui poi è seguito il conferimento a Lecco, di Città Alpina 2013 con la motivazione “per l’impegno nella tutela delle risorse naturali ed ambientali” da parte della Amministrazione Comunale.
Però caratteristica delle città alpine è il dar valore ad una delle risorse naturali per eccellenza e cioè all’acqua, anche semplicemente con delle fontanelle come si vede nel vicino Canton Ticino ed in Alto Adige, dove esiste veramente la cultura dell’acqua abbinata alla cura dei boschi, alla manutenzione dei sentieri e del sottobosco. A Lecco vedere oggi tutto questo è purtroppo un sogno.
Dar valore all’acqua, per Lecco, tanto per iniziare, vorrebbe dire mettere in funzione le poche fontane comunali esistenti e cioè: le due fontane di piazza Stoppani; i 4 zampilli di piazza Cermenati; i getti di piazza XX settembre; e la fontana in sponda sinistra del fiume Adda vicino alla testa del ponte Azzone Visconti. Quest’ultima, di recente costruzione, ma non ancora messa in funzione a causa della burocrazia bizantina proprio dell’attuale Amministrazione nonché in questo caso anche degli uffici comunali, nonostante le ripetute richieste di alcuni cittadini.
Ho lasciato per ultimo la fontana delle tre bocche in Castione di Rancio ( piazza S. Carlo) che è la più antica, settecentesca, ed è stata sistemata recentemente con il sostanzioso contributo del F.A.I. ma il cui funzionamento lascia molto a desiderare. Infatti invece di tre Bocche piene si vedono scendere tre rivoli d’acqua che causano depressione a chi, un po’ in là con gli anni, ricorda l’acqua fresca dé la funtana di trè bocch. Inoltre dopo le undici di sera la fontana viene silenziata totalmente per non rovinare il sonno dei Rancesi.
Comunque spero che nessuno mi venga a dire che Lecco sia povera di acque sorgive perché basta andare alla foce del Gerenzone di fronte al S. Nicolò, appena messo a nuovo da Appello per Lecco, per vedere circa 1000 litri d’acqua al secondo, relativamente pura, buttata a lago con noncuranza mentre in alto, dalle due valli che danno origine al Gerenzone e cioè dalla val Calolden a Pomedo e dalla val Pozza appena sotto il comune di Ballabio non scende una goccia d’acqua.
Lasciando da parte per ora il discorso acqua e la situazione morfologica dell’ambiente in quanto da un semplice sguardo a 360° uno si rende conto che la zona pedemontana o è diventato un gruviera per le vecchie e nuove cave di sabbia o pietrisco ( S.Martino, Moregallo, Barro, Magnodeno e Montalbano) o una cementificazione continua con enorme consumo del territorio, vedi : Cereda, Bonacina, Acquate, Canto, Falghera, Malnago, Germanedo ecc.
Ritenendo poi inopportuno spendere parole per la qualità dell’aria in quanto spero che i futuri interventi antropici non potranno far sparire il Tivano, la Breva, i montivi e le brezze di montagna per cui la nostra aria sarà accettabile, sempre che il fall-out dei due camini dell’attraversamento venga tenuto sotto controllo ed entro i limiti di legge.
Vorrei invece fare alcuni considerazioni sugli interventi che l’attuale Amm. Com. ha assunto per “la tutela” del bene ACQUA.
A seguito della giusta scelta del “sistema intregato dell’acqua”, cioè un solo Ente che si occupa della captazione e distribuzione dell’acqua potabile, del sistema fognario di raccolta delle acque nere e della depurazione di queste ultime i cittadini lecchesi si sono visti, nel giro di due anni (2011/2013), più che raddoppiata la tariffa per tale servizio integrato (da 0,75euros/mc a oltre 1,5euros/mc) con l’avvallo dell’attuale Amministrazione. Comunale.
In verità non ho mai capito questo aumento di oltre il 100%. Comunque spero che la predetta operazione, aumento della tariffa contrazione dei consumi, non venga contrabbandata come “tutela della risorsa naturale acqua.
Giustamente, secondo il loro modo di vedere, le ultime quattro amministrazione Leghiste-Cielline, si erano impegnate ad incipriare Lecco riqualificando strade (viale Turati, via Azzone Visconti,ecc.) o piazze (Cermenati, XX Settembre, degli Affari, ecc.) talvolta con risultati disastrosi, vedi viale Turati e piazza degli Affari sperando in tal modo di ottenere i voti dei cittadini-elettori.
Previsioni sbagliate. Infatti, ecco l’attuale Amministrazione”Brivio”, con l’Assessore all’ambiente Dott.Campione impegnati: nella realizzazione delle 4+1 casette dell’acqua; nella inaugurazione del collegamento ciclopedonale Rivabella-Vercurago; nonché nel lancio utopico del bikesharing con pesante perdita economica a carico dei cittadini.
Però, in verità, ciò che veramente, mi lascia perplesso, è il vedere che l’attuale Amministrazione Comunale non ha preso alcun provvedimento per salvaguardare le acque e l’ambiente dei nostri torrenti, dal Gerenzone fino al Culigo, nonchè dell’Adda e del lago, nonostante una presenza qualificata di personalelaureato proprio nel servizio Ambiente.
Per questo problema, poco fu fatto dalle Amministrazioni Leghiste-Cielline, però niente è stato attivato dall’attuale Amministrazione sul fronte delle reti fognarie cittadine ne su quello dello impianto di depurazione.
Questi problemi, ho la sensazione, che sono fermi al ’93 e cioè a 20 anni fa.
Infatti, il sistema separativo tra acque nere e acque meteoriche, non è stato realizzato in tutte le vie, di conseguenza ci sono in atto ancora diversi sfioratori di vecchio tipo e di difficile gestione (forse una decina) per cui anche per i tecnici di Idrolario o Idroservice è difficoltoso far funzionare in modo ottimale l’impianto di depurazione.
Oltre a questa, esistono altre deficienze del sistema fognario che mettono in seria difficoltà l’impianto per cui, se questo puzza, non si deve pensare di spostarlo su un’altra area perché, a mio parere, il problema sta a monte e cioè sul reticolo fognario per cui si deve:
1.-Completare il sistema separativo delle acque su tutto il Comune di Lecco;
2.-Controllare seriamente che gli allacciamenti privati alle reti fognarie siano corretti.
Prendo come esempio dell’assurdità della fognatura mista una situazione che c’era circa quarant’anni fa, ma che è in atto tutt’ora e riguarda il rione di S.Stefano-Castello: Le vie Malpensata e Belvedere comprese le altre strade confluenti e cioè vie D’Annunzio, V.Monti, Bicocca e la via privata Belvedere sono servite, tuttora, da una fognatura mista che porta le acque reflue all’impianto di sollevamento posto sotto l’aiuola della curva della Malpensata da dove sono pompate nel collettore di corso Martiri.
Ebbene in condizioni di secca o bel tempo nella fognatura mista Belvedere- Malpensata passano solo acque nere e di conseguenza vengono pompate in corso Martiri il solo volume delle nere.
Però se piove o peggio abbiamo una precipitazione temporalesca nel tubo della mista entra tutta l’acqua meteorica assieme alle nere. Quando la diluizione raggiunge un certo valore stabilito (per esempio 1/10) entra in funzione uno scolmatore che fa sfiorare l’acqua miscelata nel golfo della Malpensata dove, durante il periodo di sfioro, si può vedere l’acqua del lago cambiar colore nonché sostanze solide galleggianti tipo carta igienica, sostanze fecali, assorbenti di vario tipo, profilattici, calze di nylon ecc.
La situazione non migliora nell’impianto di sollevamento della Malpensata perché, arrivando un volume elevato di liquami con acque meteoriche devono entrare in funzione più pompe con aumento notevole dei consumi di energia elettrica.
Ma poiché nel collettore di corso Martiri vengono pompate dagli altri 2 impianti di sollevamento di via Adda e di via Pietro Nava le fognature nere della zona “Delta Caldone e di Lecco Centro il pelo libero della fogna si alza al punto tale che entrano in funzione gli sfioratori di via Amendola, via Corti ed i due sfioratori di Piazza Era e le acque scolmate si scaricano nell’l’Adda in 4 punti tra il ponte vecchio e piazza Era con effetti “speciali” tipo quelli che avvengono nel golfo della Malpensata.
Analoghi inconvenienti si hanno se non si controlla in modo puntuale e fiscale gli allacciamenti privati esistenti per cui da circa un ventennio e quindi tutt’ora abbiamo, a mio parere, una cinquantina di tombinature che scaricano in modo continuo acque nere nei torrenti, nell’Adda e nel lago.
Quindi l’Amministrazione attuale, se voleva tutelare la risorsa acqua, doveva attivarsi già da oltre due anni per evitare: che le tombinature di viale Turati, via Pasubio, via Renato Fucini ecc scaricassero acque nere nel Gerenzone;per eliminare gli scarichi a lago di fronte al Mac-Donald, a lato del pontile, di fronte all’isola Viscontea, in via Corti ecc.
Quindi in definitiva, se si vuole fare un salto di qualità, si deve procedere alla revisione del sistema fognario come sopraddetto nonché a verifiche metodiche degli allacciamenti privati, diversamente, qualsiasi impianto di depurazione, posto su qualsiasi area, non funzionerà mai bene.
Infine ho riletto alcune affermazioni, attribuite al vice-sindaco Dott. Campione, nella sua qualità di Assessore all’ambiente, su LeccoNotizie on line del 12.12.2013 nonché del 23.04.2013:
1. ”l’attuale impianto è in grado di coprire una popolazione di circa 45.000 ab, la metà di quanto necessario per una città come Lecco” quindi il vicesindaco ipotizza che Lecco debba raggiungere una popolazione di 90.000 ab. In realtà gli abitanti di Lecco attualmente sono circa 48.000 anche se, 40 anni fa, venne raggiunta nel 1976, la popolazione massima di 56.000 ab. Quindi, a mio parere, l’impianto attuale progettato per 72.000 ab, dopo le due serie di interventi sul reticolo fognario, evidenziati sopra, sarà in grado di depurare correttamente tutte le acque nere del Comune di Lecco eventualmente ampliandolo fin sotto la carreggiata So-Mi del terzo ponte, nel caso di necessità.
2. la proposta, da inserire nel nuovo PGT, di prevedere un nuovo impianto di depurazione sull’area del Polo Logistico, cioè a valle della ferrovia sull’allineamento delle “Piazze” e a circa 300 m dall’area su cui da diversi anni si tenta ,con esiti negativi, di progettare una piscina scoperta non ha alcuna logica se non quella di dare un plus-valore al fabbricato dove al piano terreno si trova oggi Media World
3. l’area indicata per il nuovo impianto non è poi tanto lontana da fabbricati residenziali, e da spazi sportivi anzi, quando si iniziò il primo lotto intorno al ’70 dell’attuale impianto di depurazione, nel raggio di 500 m, c’erano solo le 4 case dette del Povero di via B. Buozzi e le 8 casette bifamiliari di via Battello costruite per i Lecchesi danneggiati dall’ultima guerra e per i profughi Istriani. Infine, è bene puntualizzare che il fabbricato“Media World” venne realizzato successivamente al depuratore. Mentre al posto della piscina e del centro sportivo del Bione c’era il cosidetto lago di Moggio che veniva gradualmente riempito con rifiuti inerti, solidi urbani e, dulcis in fundo, con fanghi di trafilerie e galvaniche che allora abbondavano a Lecco.
4. Non prendo in considerazione l’ultima proposta accennata dal vicesindaco consistente nell’ allacciare la città (Lecco) ad uno di depuratori dell’hinterland perché puramente fantascientifica.
Mi fermo qui, certo di essere stato pesante, ma comunque anche se solo qualcuno leggerà una riga si e una riga no di questo mio commento, sarò soddisfatto”.

Valencia
Ing. Giuseppe “Peppo” Rota