“Buongiorno, sono una mamma di una bambina che ha quattro anni e che ancora usa molto il ciuccio… sono disperata! Abbiamo più volte tentato di toglierlo, ma abbiamo sempre desistito e siamo tornati indietro per le sue continue crisi di pianto. I nonni, che si occupano di lei quando non ci siamo non ci supportano in questo, dicono che siamo severi e che è ancora piccola: tanto mica lo terrà per sempre! Io sono sinceramente stufa ma vorrei compiere questo passo senza troppe forzature e senza troppe crisi isteriche…. Chiedo troppo?!”.
Rispondiamo subito alla signora che ci scrive che non sta chiedendo troppo! Ma allo stesso tempo dobbiamo considerare che, in ogni fase di crescita dei nostri figli, il loro mondo sicuro e prevedibile inevitabilmente cambia, che loro lo vogliano o meno. E di fronte al cambiamento la prima reazione spesso è quella di opposizione perché questo non avvenga o avvenga il più tardi possibile!
Cosa dobbiamo fare noi genitori, quindi?
Arrenderci e abbandonare la “battaglia”? Aspettare, come consigliano i nonni in questione, perché comunque “Non si è mai visto nessuno sposarsi con il ciuccio”, speranzosi che prima o poi il destino li aiuterà a far crescere la loro piccola nipote?
In alcuni questo può accadere, e il destino ci dà davvero l’input per fare il grande passo. Ci sono ad esempio bambini che lasciano da un giorno all’altro il ciuccio perché è caduto accidentalmente nel lago o perché dimenticato sulla spiaggia al mare.
Se ciò accade e riteniamo che il bambino sia pronto ad affrontare il cambiamento, occorre cogliere l’occasione al volo, donando la magia del ciuccio (il suo essere così consolatorio e rassicurante) a qualcun altro (i pesciolini, un altro bambino ecc.) per lasciare il posto ad altre magie, ad altre consolazioni che il bambino inventerà, se ne sentirà il bisogno.
Non sempre però le cose sono così lineari e semplici. La storia della mamma che ci ha scritto ne è una prova.
Per alcuni, il desiderio che la magia del ciuccio duri per sempre diventa una “trappola”, una via senza uscita, che non permette di cercare e scoprire nuove cose che li facciano sentire bene, li consolino e rassicurino come o più del loro ciuccio.
Proviamo a guardare la situazione dal punto di vista del bambino: come vi sentireste se vi togliessero una delle cose che più vi ha consolato e gratificato da quando siete al mondo? In questo i fumatori possono ben capire il loro punto di vista, benché ciuccio e sigaretta non siano esattamente sovrapponibili. Ma sicuramente si avvicinano le immediate sensazioni di benessere che danno, la loro capacità di calmare all’istante e la bramosia con la quale vengono cercati quando non li si ha a disposizione.
Non si tratta certo quindi di arrendersi alla situazione, lasciandola così com’è, ma piuttosto farsi guidare dal sentimento e dal significato che il bambino attribuisce al ciuccio per SCEGLIERE LA STRATEGIA MIGLIORE per lui e la vostra famiglia.
OSSERVATE quindi il vostro sistema familiare e decidete insieme come siete in grado di affrontare questo cambiamento:
– quando avrete il tempo per vivere serenamente questo passaggio e la fatica che potrebbe comportare? Un suggerimento potrebbe essere durante le vacanze, quando i tempi e ritmi cambiano e la nostra dose di pazienza aumenta…;
– partendo dalla conoscenza del vostro bimbo e del suo modo di vivere il cambiamento è per lui più semplice affrontare la questione in modo diretto (toglierlo e non più riproporglielo) oppure in modo graduale (inizialmente solo di giorno, quando è più occupato da altre attività, e poi di notte), facendolo così abituare gradualmente alla novità?
– come preparare il bambino a questo passaggio? Ad esempio con una favola, con il racconto dell’arrivo della fatina del ciuccio che poi gli porterà un premio? Ogni famiglia scelga la situazione che più gli si avvicina e che riesce a pattuire con il bambino. Magari raccontandogliela in più occasioni e dandogli tempo di sedimentare;
– attenzione: c’è qualche cambiamento in atto nella vostra famiglia (l’arrivo di un fratello, l’inizio di una nuova avventura scolastica, un trasloco)? Fate vivere al vostro bambino, quando è possibile, un passaggio alla volta: concentrare troppi cambiamenti aumenta notevolmente la fatica di tutti.
Ogni famiglia troverà la strategia adatta a lei, in base alla propria storia e ai propri vissuti. Alla mamma che ci ha scritto e a tutti i genitori che stanno affrontando un’esperienza simile diciamo anche di non preoccuparsi troppo se sono già tornati indietro una volta nella loro decisione di togliere il ciuccio. Ora però si tratta di decidere se e come avverrà questo passaggio, ascoltate i vostri bambini e vedrete che vi stupiranno!
Lucia Riva e Elisabetta Vitali
Gli articoli della rubrica sono a cura delle Dott.sse Lucia Riva ed Elisabetta Vitali, pedagogiste dello Studio di Consulenza Pedagogica Koru www.consulenzapedagogicakoru.it
Se avete domande o osservazioni potete scrivere all’indirizzo mail studiokoru@libero.it
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