ERVE – Sabato 28 giugno alle ore 21, il paese di Erve in Val San Martino, ospiterà lo spettacolo “Noi tre si va domani in Val d’Erve – Viaggio poetico-musicale fra tragici eventi e spensierate escursioni”.
L’evento si svolge nell’ambito della decima edizione della rassegna “Sulle rive del tempo” organizzata dalla Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino in collaborazione con l’Associazione Culturale “Il Melabò”, l’Eco Museo Val San Martino, i Comuni coinvolti e con il contributo della Provincia di Lecco e dell’Acel Service.
La scelta della data non è casuale in quanto proprio il 28 giugno di cento anni fa (una domenica del 1914), a Sarajevo si consumava un assassinio che avrebbe dato inizio alla prima guerra mondiale: l’uccisione dell’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando e di sua moglie Sofia. Lo stesso giorno in Val d’Erve, tre intellettuali, Sibilla Aleramo, Clemente Rebora e Michele Cascella, passeggiavano lungo gli argini del torrente Gallavesa, ignari di tutto e a grande distanza da quei colpi di rivoltella che non avrebbero però tardato a farsi udire anche nelle loro esistenze.
È da questo episodio che l’Associazione Culturale “Il Melabò” ha preso spunto per ricostruire questa passeggiata, in un paesaggio montano di rara bellezza, che ha coinvolto tre intellettuali tra i più ispirati e di talento che si stavano affermando nel panorama culturale nazionale.
A far rivivere questa straordinaria giornata di cent’anni fa, troveremo gli artisti del Melabò: l’attore Gianfranco Scotti, l’attrice Laura Pozone, il soprano Daniela De Francesco, la chitarrista Paola Luffarelli, il pianista Roberto Fumagalli. Saranno loro a farci conoscere da vicino questi tre intellettuali che passeggiavano ai piedi del Resegone e tra loro, in particolare, il personaggio certamente più intrigante: l’irrequieta scrittrice e poetessa Sibilla Aleramo nata ad Alessandria nel 1876. Donna dall’infanzia difficile, femminista, pacifista, dalla vita privata e pubblica estremamente movimentate, che, proprio nel 1914, troviamo fortemente coinvolta dall’amicizia con il poeta milanese Clemente Rebora, classe 1885, che a quarant’anni conoscerà una profonda crisi religiosa che lo porterà a prendere i voti, e, soprattutto, con l’allora giovanissimo pittore crepuscolare Michele Cascella, nato a Ortona nel 1892