Sandro Magni: “Il PGT, ovvero l’inciucio Brivio – Maroni”

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Sandro MagniLECCO – Riceviamo e pubblichiamo:

“Dopo avere dichiarato che si era passati dall’ostruzionismo all’inciucio, si è fatto marcia indietro. Inciucio non est.

Se questa è la tesi, a me, che pure sono stato parte integrante di una commedia, sfruttata fino all’ultimo dai suoi burattinai, pare opportuno avanzare una tesi complementare, che forse è già stata trattata, ma che mi è probabilmente sfuggita.

L’inciucio resta, ma sulla base di un ordine emesso dall’alto. A dimostrazione evidente che non solo i consigli comunali si limitano a ratificare decisioni che in perfetta solitudine prende il Sindaco (è la legge elettorale vigente, bellezza), ma che queste decisioni poi avvengono altrove, in altre stanze. Fatta salva la conoscenza, che incidentalmente, otteniamo, da intercettazioni della magistratura.

Il Consiglio Comunale, si potrebbe dire non è il pensatoio della città, il trasparente luogo degli indirizzi, ma si potrebbe dire con termini sconci che è il rimasuglio e il rimasticatoio del Sindaco. Non parlo di Lecco. Ovviamente. O non solo.

Ma torniamo a noi. La decisione di passare dall’ostruzionismo all’inciucio è stata presa altrove. Mentre era già in corso l’interminabile seduta, giovedì pomeriggio c’è stato l’inaugurazione di Wall Srett, e tutti hanno avuto modo di assistere, tranne televisione locale, all’animatissimo conciliabolo di Brivio con il più compassato Presidente della Regione Maroni. Quello che dovrebbe scucire i 400.000 euro l’anno al Comune virtuoso che avrebbe approvato entro il 30 giugno (anzi il 31 agosto), il Piano di Governo del Territorio. Improvvisamente, dopo altri due giorni di sceneggiata, voluta, per depistare le parti, la Lega da irresponsabile ostruzionista è diventata responsabilissima. In cambio di qualche decina di ordini del giorno che nell’economia del PGT contano nulla, ha dato il via libera all’approvazione. In cambio di cosa? È la domanda da farsi. Certamente non in nome della sola responsabilità. In primis, di una rilegittimazione, che appariva molto poco recuperabile. In secondo, io credo, ma è una mia ipotesi, di un riequilibrio complessivo di seggiole e poltrone. Specie nelle partecipate o negli altri enti di nomina derivata. Dopo aver fatto pulizia di alcuni amministratori di nomina leghista, avvantaggiandosi anche delle misure di riduzione degli amministratori di nomina comunale, la Lega potrà rivedere qualche suo uomo in plancia di comando o sub comando. Magari a cominciare dalla Presidenza della “nuova” Provincia. Quella fintamente eliminata. Ma non più eletta.

Chi ne esce sconfitto è il Nuovo Centro Destra, che non è più neppure in Comune il principale interlocutore del Sindaco. Non dico del PD. I cui uomini sono stati ampiamente usati (come oggetti da mobilia) a rimanere per sei lunghissimi giorni sulle sedie del Consiglio. E fatti impropri autori , di improbabilissimi ordini del giorno.

Il risultato finale è quello di un PGT, insignificante e inoperoso, di un Sindaco ritornato provvisoriamente in sella, di un riequilibrio Provinciale su chi comanda all’interno del Pd, dopo la scossa dell’inchiesta Metastasi. Il tutto all’insegna di un’arte, sotto traccia di vittimismo: i responsabili del ritardo nell’approvazione del PGT è la magistratura, e di servilismo diffuso”.

Alessandro Magni
Consigliere Comunale FdS&SEL