Neodiplomati e lavoro: Lecco è ancora un’isola felice?

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LECCO – Uno studio del Crisp, Centro di Ricerca dell’Università Bicocca di Milano, mostra l’andamento del rapporto giovani e lavoro, prendendo in considerazione il tasso di occupazione, le modalità di contratto e quale tipo di lavoro trovano gli studenti lecchesi una volta concluso il percorso di studio nelle scuole superiori della città.

studenti lavoroI dati presentati dal centro di ricerca mostrano che su 2819 studenti che hanno ottenuto un diploma o una qualifica professionale nell’anno 2011 nelle scuole della provincia di Lecco, in 1066 hanno intrapreso un’attività lavorativa, mentre i restanti 1753 sono restati fuori dal mercato del lavoro.

La situazione varia notevolmente in base al tipo di scuola frequentata: gli studenti che hanno optato per le scuole professionali o gli istituti tecnici hanno una maggiore presenza nel mercato del lavoro, 629 avviati su un totale di 1291, e con maggiore frequenza effettuano lavori continuativi, 21% di contratti permanenti, mentre il 21% dei diplomati nei licei effettuano lavori saltuari, considerando, però, che il dato potrebbe essere condizionato da un eventuale frequenza universitaria.

Nella sua ricerca il Crisp ha analizzato anche la coerenza tra il percorso di studi effettuato dai giovani lecchesi e i posti di lavoro che sono andati poi ad occupare: l’indirizzo estetico e quello meccanico, con il rispettivo 74% e 64%, sono gli ambiti di studio che presentano il maggior grado di coerenza studio/lavoro; un grado di coerenza media, invece, si trova nel settore alimentare, in quello elettronico e in quello grafico-pubblicitario, mentre per i settori dell’aeronautica, dell’edilizia, dell’arte, degli studi classici e scientifici o psicopedagogici e per quanto riguarda l’ambito informatico, il grado di coerenza studio/lavoro è critico.

Mario Mezzanzanica
Mario Mezzanzanica, direttore del Crisp

Considerando, invece, le tipologie di contratto che i giovani usciti dalle scuole superiori lecchesi vanno a incontrare, dai dati presentati dall’università Bicocca emerge che solo il 20% degli studenti entrati nel mondo del lavoro viene assunto con tipologie contrattuali permanenti.

Differenti da istituto a istituto, infine, sono i tempi con i quali si riesce a trovare occupazione dopo la fine del percorso di studi: si va da un minimo di 8 mesi per i diplomati nelle scuole professionali o negli istituti tecnici, a un massimo di 16 mesi per i qualificati negli istituti professionali.

“Questi studi dimostrano che l’esperienza lavorativa è presente durante il percorso scolastico, quindi vi è la necessità di una relazione tra la scuola e il mondo del lavoro – commenta Mario Mezzanzanica, direttore scientifico del Crisp che ha condotto la ricerca – e servono, inoltre, delle conoscenze puntuali su ciò che succede per poter ideare delle politiche in merito. Siamo in un Paese che ha più reazioni “di pancia” che capacità di conoscenza e siamo anche il Paese che ha investito meno in termini di servizi decidendo oltretutto di concentrarli in un’unica agenzia centrale dello stato, a fronte di territori troppo diversi tra loro”.

“Per noi è mortificante vedere che i nostri diplomati non trovano lavoro, Lecco è sempre stata una provincia ricca in termini di occupazione e non siamo abituati a questa crisi”, sono queste invece le parole dell’assessore provinciale all’Istruzione Luca Teti di fronte alla relazione del Crisp.

L'assessore Luca Teti
L’assessore Luca Teti

“Cerchiamo di combattere questo problema – continua Teti – vogliamo cercare dei percorsi che siano in linea con le caratteristiche di ogni studente, ma che siano anche allineati alle opportunità che la nostra provincia può offrire”.

Teti conclude, poi, il discorso guardando anche al nazionale e propone una personale ricetta contro la disoccupazione: “Lasciamo speculare un po’ le imprese, basta che si lavori. Ora fare impresa è difficile, le regole contro la speculazione sulle assunzioni rischiano di creare più danni che altro e gli imprenditori vanno all’estero, se vogliamo occupazione dobbiamo fare in modo che vogliano restare”.

Al alto pratico, per quanto riguarda il contrasto alla disoccupazione giovanile nel lecchese, la Provincia ha sottoscritto due protocolli, uno con l’Ufficio Scolastico Territoriale, per definire le linee di intervento e le indicazioni operative per realizzare azioni integrate e coordinate che interessino il sistema scolastico provinciale, e uno con la Camera di Commercio di Lecco e L’associazione Network Occupazione Lecco al fine di realizzare percorsi formativi progettati sulla base delle analisi dei fabbisogni professionali delle imprese locali.