VALMADRERA – Da un campione a un altro, fino a formare una catena ininterrotta di amicizia e solidarietà. Non si ferma la “passerella” dei personaggi legati al mondo dello sport, e in particolare al ciclismo, che da qualche tempo a questa parte fanno tappa a “Casa don Guanella” di Lecco o direttamente in località Piazza Rossè di Valmadrera, dove la comunità educativa sta portando avanti – sotto la guida di don Agostino Frasson – il progetto di agricoltura sociale per l’accoglienza, la cura, la formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani a rischio emarginazione.
A Piazza Rossè c’è la cascina al centro di quel progetto e lì ieri, sabato 9 agosto, è arrivato Gianni Bugno, ex ciclista professionista, due volte (e per due anni consecutivi) campione del mondo su strada e un bilancio in carriera di oltre 70 vittorie tra le quali spiccano il Giro d’Italia del 1990 (con la maglia rosa indossata dalla prima all’ultima tappa, come avevano saputo fare prima di lui soltanto Costante Girardengo, Alfredo Binda e Eddy Merckx), una Milano-Sanremo, un Giro delle Fiandre e quattro tappe al Tour de France.
“A farmi conoscere Bugno – ha ricordato don Agostino – fu un amico di “Casa don Guanella”, l’indimenticato Ugo Balatti morto in un tragico incidente nel febbraio dello scorso anno. Qui con noi c’è sua moglie Giusy, ma io credo che a volere questa serata sia stato proprio lui da lassù, lui che amava l’amicizia e lo stare in compagnia e che voleva bene al nostro istituto”.
“Se fosse stato ancora con noi – ha aggiunto il sacerdote – avrebbe certamente apprezzato questa nuova avventura della cascina, ma lui è comunque idealmente al nostro fianco e ci incoraggia a proseguire sulla strada intrapresa”.
Il direttore di “Casa don Guanella” ha quindi fatto dono a Bugno di un’opera dell’artista Afran che lo ritrae in un primo piano assolutamente somigliante. “E’ un segno indelebile del passaggio di Gianni qui a Valmadrera – ha affermato – ed è la testimonianza che si può educare anche attraverso l’arte, dunque attraverso il bello”.
“E’ una piacevolissima serata – ha commentato l’ex campione di ciclismo – e il vostro progetto legato alla ristrutturazione della cascina una grande idea. Ora immagino che attorno a questo stesso progetto occorrerà lavorare, ma vedo che a voi non mancano né forza, né energie e neppure l’entusiasmo”.
La serata a “Cascina don Guanella” è stata anche l’occasione per salutare don Massimo Frigerio, da 18 anni parroco di Valmadrera, che ha lasciato l’incarico per raggiunti limiti di età e che il prossimo mese di settembre si trasferirà a Canegrate, in provincia di Milano.
“Stasera don Massimo è con noi – ha spiegato don Agostino – perché vogliamo salutarlo e ringraziarlo per i lunghi anni di servizio in parrocchia e per la gente di Valmadrera. Lui ha sempre sostenuto il progetto della cascina e gliene siamo grati e così come Gianni Bugno è un campione sportivo lui è a sua volta un campione. Sì, un campione nel suo essere innamorato di Gesù Cristo”.
“Ricevo in dono, con il vostro affetto, l’immagine del Cristo risorto realizzata dai ragazzi di “Casa don Guanella” – ha detto il parroco – e io lascio a voi un’icona con la Madonna di San Martino, particolarmente venerata qui a Valmadrera”. “In questa terra – ha aggiunto – c’è l’influsso positivo di non pochi gruppi di spiritualità, dal Pime fino alla Consolata e ai Somaschi, ma d’ora in avanti ci sarà anche il carisma della spiritualità di san Luigi Guanella”.
Nel corso della serata – che ha visto al tavolo degli invitati tra gli altri anche don Stefano Crespi (vicario ad Arluno, paese d’origine di don Agostino) e don Dante Balzarolo, superiore della “Casa don Guanella” di Lecco – un’altra pregevole opera d’arte di Afran è stata donata a Fermo Stefanoni, imprenditore di Suello titolare della “Sas Engineering and Planning” che fin dall’inizio ha creduto nella bontà del progetto di agricoltura sociale portato avanti dalla comunità educativa lecchese e lo sostiene tangibilmente.
“Sono stato fortunato a conoscere questa comunità – ha detto Stefanoni – e a questi ragazzi voglio dire di credere nel lavoro e di fare sempre il loro dovere, perché il futuro appartiene proprio a loro”.
Poi spazio alle foto ricordo della serata, tra sorrisi, abbracci e strette di mano.
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