LECCO – “Oggi piove e ne approfittiamo per riposare. Sono nove giorni che non abbiamo pause ed è meglio così”. Lo si legge nel nuovo messaggio (il terzo, dalla data della partenza ad oggi) giunto ai Ragni di Lecco dalla Groenlandia, dove Matteo Della Bordella si trova dai primi giorni di agosto con l’obiettivo di aprire una nuova via in libera sulla parete dello Shark Tooth.
Della Bordella, ventinovenne varesino che dal 2006 indossa il maglione rosso del gruppo “della Grignetta” e che dal 2008 è anche membro del Club Alpino Accademico Italiano, e i suoi due compagni di avventura (perché si sta parlando di un’avventura vera e propria) Silvan Schupbach e Christian Ledergerber, elvetici entrambi, aggiungono: “Non abbiamo ancora visto la parete perché è nelle nuvole. Abbiamo trasportato i sacchi, pesantissimi, dal fiordo fino a questo campo base. Domani (sabato 16, ndr) pensiamo di andare in parete. Il piano è di provare per quattro giorni e la speranza è che ci sia una linea di arrampicata per aprire in libera”.
“I tre alpinisti – spiegano i Ragni – immaginano come noto la loro arrampicata in stile alpino (non hanno tra l’altro corde fisse), magari con un single push tipo l’Uli Biaho o la Aguja Saint Exupery dello scorso marzo e come Luca Schiera in Kirghizistan o Simone Pedeferri in Cile nel 2013”.
Ma come sarà la parete? Avrà fessure? E avrà linee scalabili? Ecco le domande che negli ambienti alpinistici (e con gli probabilità gli stessi protagonisti della spedizione) tutti adesso si pongono.
“Tutti dubbi da dissipare – osserva il presidente dei “maglioni rossi”, Fabio Palma – essendo la parete inviolata. La montagna ha infatti una sola via, di cresta. Due russi, i fortissimi Alexander Ruchkin e Mikhail Mikhaylov, arrivarono nel 2011 sotto quel colosso con le motoslitte e aprirono una via in stile alpino in quattro giorni, in condizioni praticamente invernali”.
“Il team di Matteo – aggiunge Palma – troverà sicuramente condizioni estive, ma anche meno ore di luce. La stanchezza dei sei giorni di kayak e dei tre di trasporto lungo morena e ghiacciaio è poi un’altra incognita”.
Va detto che anche in occasione del precedente messaggio giunto in Italia dalla Groenlandia dalla parole di Della Bordella trasparivano certamente molta stanchezza ma altresì un rinnovato entusiasmo.
Matteo, Silvan e Christian avevano percorso oltre 200 chilometri in kayak e trasportato tutto il materiale in loro possesso sotto la grande parete, con l’esigenza di lasciare i kayak sul posto ma un po’ più in alto, per evitare di non trovarli più, causa alta marea, al loro ritorno.
Matteo aveva anche descritto così i giorni di kayak del viaggio di andata: “Tutte le giornate scorrevano uguali: sveglia, tre ore di kayak. un po’ di riposo, poi nuovamente dentro i kayak, un altro piccolo riposo e così via, fino alla cena”.
Ma ora l’avventura entra davvero nel vivo. E la Lecco alpinistica è tutta con Della Bordella e i suoi due compagni di spedizione.