VALMADRERA – Silea apre le porte del termovalorizzatore per mostrare ai cittadini come vengono smaltiti i rifiuti che produciamo quotidianamente.
“Vogliamo far vedere ai cittadini come trattiamo i rifiuti della raccolta indifferenziata – spiega Mauro Colombo, amministratore unico di Silea – al nostro termovalorizzatore arrivano i rifiuti messi nel sacco trasparente dai cittadini della provincia di Lecco, gli scarti della raccolta differenziata e quelli ospedalieri”.
Ogni giorno, dopo aver raccolto dalle 250 alle 300 tonnellate di rifiuti nei vari comuni del lecchese, i camion arrivano al termovalorizzatore di Valmadrera. Passato il controllo alla pesa e al macchinario che evidenzia l’eventuale presenza di scorie radioattive, i rifiuti vengono scaricati nel complesso che ospita il vero e proprio forno inceneritore.
Accatastati in una buca di circa 20 metri, i rifiuti vengono raccolti da un’apposita gru manovrata da un operaio specializzato e vengono inseriti nelle bocche dei due forni presenti, dove la temperatura raggiunge i 1000 gradi centigradi.
La cenere prodotta dalla combustione della pattumiera ha una composizione simile al cemento e viene riciclata al 100% nel campo dell’edilizia, mentre il calore sprigionato nella camera di combustione viene trasformato in vapore acqueo e, successivamente, raccolto da una turbina alla quale è attaccato un alternatore diventando, così, in grado di produrre energia pari a 100 megawatt/ora, ovvero la quantità necessaria a coprire il fabbisogno giornaliero di una città grande come Valmadrera.
Tutte le sostanze nocive presenti nei rifiuti si raccolgono nelle polveri di scarto che vengono radunate e inviate agli impianti di inertizzazione, per i fumi prodotti dalla combustione, invece, vi è un apposito impianto che ne garantisce la purificazione, attraverso specifici filtri e camere di lavaggio, e severi e continui controlli prima dell’emissione esterna.
Per dimostrare che il termovalorizzatore non rilascia all’esterno fumi o scorie nocive, nel giardino dell’impianto Silea ha costruito una vera e propria oasi naturalistica in miniatura con un piccolo canneto, una vasca per pesci rossi, una casetta per i pipistrelli e un orto di piante aromatiche.
“Per il funzionamento delle due linee presenti al termovalorizzatore, lavorano 52 persone con un’alta specializzazione nel settore – racconta Fausto Pina che lavora all’impianto da 18 anni ed è il responsabile del personale di produzione – ci definiamo gli infermieri dei rifiuti perché lavoriamo 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno per poter garantire ai cittadini l’importante servizio dello smaltimento degli scarti prodotti ogni giorno. Puntiamo alla qualità, nel senso che ci prima di pensare alla produzione, ci assicuriamo di tenere l’inquinamento al livello più basso possibile: grazie a questa nostra attenzione attualmente siamo a livelli di inquinamento ben al di sotto del massimo consentito per legge”.