LECCO – Il progetto di regalare una nuova vita ai luoghi confiscati alla mafia sta prendendo forma: via Adamello, l’ex pizzeria Giglio e Wall Street si stanno avviando verso le loro nuove destinazioni d’uso, che l’amministrazione cittadina ha presentato durante la commissione in aula consiliare di mercoledì pomeriggio .
Per quanto riguarda l’appartamento sito in via Adamello l’amministrazione comunale afferma che “tutto è bene quel che finisce bene”: dopo i lavori di ristrutturazione e adattamento, ora è in uso a Consorzio Consolida che lo ha destinato ad alloggio temporaneo per famiglie in difficoltà.
Per il momento ad occupare i locali è una famiglia composta da due genitori e i loro tre figli piccoli. I cinque sono di origine magrebina e avevano subito le conseguenze di uno sfratto esecutivo dopo la perdita del posto di lavoro da parte del capofamiglia. Attualmente il padre è riuscito a trovare un posto fisso a tempo indeterminato e la famiglia sta contribuendo economicamente alle spese relative alla casa, ma, come spiega Paolo dell’Oro, direttore di Consolida, “hanno difficoltà a trovare un nuovo alloggio per via del pregiudizio verso gli stranieri”.
“Classifico questo progetto tra quelli andati a buon fine – commenta Dell’Oro – considerando anche che trovare un lavoro a tempo indeterminato oggi non è così facile, la famiglia sta contribuendo alle spese e l’unico tassello mancante è che riescano a trovare autonomamente una casa in affitto, ma stanno avendo alcune difficoltà per i rifiuti ricevuti a causa delle loro origini straniere”.
“Bisogna fare in modo che il pregiudizio verso gli stranieri non esista più – afferma a tal proposito il consigliere Raffaella Cerrato – l’accoglienza verso le famiglie è un elemento importante, che va sostenuto”.
Per quanto concerne l’ex pizzeria Giglio di Pescarenico, invece, l’amministrazione avrebbe pensato alla creazione di un centro per anziani da ultimare entro la fine di questo anno, ma la recente scoperta di reperti di rilevanza archeologica al suo interno ha reso necessario un intervento della sovrintendenza ai Beni Culturali, circostanza che ha rallentato i lavori di recupero dell’immobile e accesso una polemica con alcuni consiglieri di minoranza.
“Le scoperte fatte all’interno della pizzeria Giglio devono essere considerate una fortuna – dichiara Sandro Magni, consigliere di Sel – e dobbiamo avere molto rispetto dell’intervento della sovrintendenza, che è l’unico argine a tendenze innate per chi per decenni ha costruito le sue fortune in patti con cementificazione e speculazione edilizia, a questo punto per noi sarebbe davvero importante riuscire a capire qual è il reale valore di quanto trovato nei locali di Pescarenico per poter ragionare e agire di conseguenza”.
Maggio 2015, infine, è la data prevista per il più noto bene lecchese confiscato alla malavita: l’ex pizzeria Wall Street. Entro quella data, infatti, dovrebbe essere inaugurata la nuova pizzeria “Wall Street Sapori e Saperi della Legalità”.
“Per il 2 gennaio dovremmo poter assegnare i lavori all’impresa vincitrice dell’appalto per la nuova Wall Street – spiega il sindaco Virginio Brivio – potranno partecipare al bando quelle imprese che rientreranno nei criteri stabiliti dal protocollo di intesa sottoscritto dal Comune con Libera e la Procura. Vogliamo dare priorità alle imprese locali e vogliamo che siano rispettati i temi dei cibi a km0, del biologico e dell’acquisto di prodotti provenienti dalle terre confiscate alla mafia, inoltre teniamo molto all’aspetto delle attività culturali che verranno organizzate nella nuova pizzeria e intendiamo vietare l’istallazione di videopocker nel locale”.
Quanto pensato per la nuova vita di Wall Street, però, non convince il consigliere di minoranza Giacomo Zamperini che si scaglia contro l’amministrazione, accusandola di “creare un mostro di concorrenza sleale per tutti i commercianti locali”.
Zamperini vuole rassicurazioni in merito al fatto che “i nuovi gestori di Wall Street andranno a vendere i loro prodotti a prezzo di mercato” e che “verranno privilegiati i produttori locali, piuttosto che quelli relativi alle terre confiscate alla mafia”.
Il capogruppo del Pd Stefano Citterio, invece, rivendica con orgoglio tutti i progetti relativi alle tre proprietà lecchesi confiscate alla malavita organizzata: “La legalità, la cura verso le persone più fragili, in difficoltà o gli anziani, i discorsi legati ad espetti culturali e ricreativi rappresentano una serie di valori per noi davvero importanti. Per questo motivo a maggio, indipendentemente da come andranno le elezioni, vorremo essere presenti all’inaugurazione o come semplici cittadini o da amministratori”.