LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
“All’indomani notizia, peraltro non confermata, della dismissione o comunque del disimpegno della Prefettura di Lecco, rilevo con sorpresa la posizione di chi si dispiace per una notizia che, dovrebbe al contrario, renderci felici, come cittadini lecchesi, come lombardi e soprattutto come portatori di ideali di autonomia e libertà, propri della nostra terra e della nostra storia.
Chiariamo da subito un aspetto: Lecco negli anni ha conosciuto funzionari dello Stato, presso la prefettura cittadina, di alto profilo e forte senso dello Stato, ai quali va il nostro incondizionato grazie.
Quanto, invece, al ruolo delle Prefetture, di napoleonica istituzione, non dimentichiamo che furono rafforzate in epoca fascista quando i prefetti furono uno degli strumenti di cui si avvalse il Duce per la politica di centralizzazione e rafforzamento del potere esecutivo. Un doppione se vogliamo delle Province, che, a differenza delle Prefetture, sono organi elettivi e che, in una sana e federale riforma dello Stato avrebbero dovuto essere rafforzate con la progressiva eliminazione delle Prefetture. Se ci pensate è sminuente pensare ad un Presidente della Provincia, eletto dal popolo e solo recentemente eletto dai consigli comunali dei comuni provinciali, affiancato, sul terriotrio, da un funzionario statale, con poteri ben maggiori, simbolo del cantralismo di fascista memoria, sopravvisuto a numerosi disegni di riforma?
Non mi dilungherò su facili e populistiche valutazioni sui costi del Prefetto, rapportato per esempio ai costi dell’intero consiglio provinciale, tuttavia possiamo dire che dove non è riuscita la riforma dello Stato è probabilmente riuscita la crisi economica che ha ridotto le risorse e progressivamente ridimensionerà l’organizzazione periferica. Speriamo solo che sia il primo passo di una lenta e inesorabile dismissione su tutto il territorio nazionale. Addio Prefetto e buon Natale”.
Giorgio Siani, Vice Presidente del Consiglio Comunale di Lecco