CALOLZIOCORTE – Il sindaco Cesare Valsecchi mette la parole fine alle polemiche che si erano sviluppate in seguito all’intervento della rappresentante dell’Anpi, Marica Ara, in occasione della celebrazione del 25 aprile, scrivendo una lettera, che riceviamo e pubblichiamo.
“Durante la celebrazione del 25 Aprile a Calolziocorte – scrive il sindaco di Calolziocorte Cesare Valsecchi -l’intervento della rappresentante dell’ANPI ha suscitato polemiche e proteste, seguite da interventi sia in Consiglio Comunale che sulla stampa locale. Non intendo entrare nel merito delle affermazioni fatte e delle considerazioni personali o politiche ma avendo la vicenda avuto un risalto mediatico ritengo opportuno inviare questa Lettera aperta, al fine di ribadire che non vi può essere spazio per strumentalizzazioni ad altri fini o per speculazioni di parte, in merito a una celebrazione di fondamentale importanza quale l’anniversario della liberazione, per di più con il risalto del settantesimo della ricorrenza.
L’autorevolezza dell’ANPI non è in discussione ed è indispensabile per continuare nella sua fondamentale opera. Il discorso citato durante la giornata del 25 Aprile nulla ha a che fare con la ricorrenza ma è estrapolato da tutt’altro contesto. La stessa Presidenza ANPI aveva dato precise indicazioni affinché fossero evitate polemiche, auspicando una festa di tutti, nel rispetto istituzionale e nei confronti di ogni Cittadino.
Il punto è che” attualizzare” quell’epoca storica con i suoi valori nel contesto odierno, riferendosi a precise scelte di Governo o in merito all’attività parlamentare è una “elaborazione” politica comunque discutibile in quanto di parte. Lo scorso 25 Aprile 2015 a Calolziocorte si è celebrato l’anniversario della Liberazione, quest’anno nel settantesimo della ricorrenza che a maggior ragione è di fondamentale importanza onorare per i suoi significati e l’alto valore che rappresenta, per memoria, riconoscenza, ispirazione ideale. Un XXV Aprile vissuto con qualificata e ampia partecipazione, alla presenza della Cittadinanza, degli alunni delle Scuole, delle diverse Rappresentanze istituzionali, d’Arma e delle Forze dell’ordine. Tale premessa inquadra ciò che intendo esprimere in questa “Lettera aperta”, rivolgendomi a chiunque, a ogni persona di buon senso e responsabile, in un ambito civico e di pacifica convivenza, secondo il doveroso rispetto dei ruoli, del contesto e delle sensibilità di tutti.
Una “Lettera aperta” che pubblico, riprendendo i concetti principali già espressi durante il Consiglio comunale ultimo scorso, poiché ritengo doveroso rendere chiara la posizione del Sindaco su avvenimenti di tale importanza, nel rispetto istituzionale e nei confronti di ogni Cittadino. Una cosa è il piano politico, altra cosa quello amministrativo e di governo, ancor più da distinguere è il rispetto della rappresentanza istituzionale. Il fatto qui in questione deriva dalle polemiche che han fatto seguito all’intervento, contestato a mezzo stampa e in apertura della seduta del Consiglio comunale di Calolziocorte del 27 aprile scorso, tenuto a nome e in rappresentanza dell’ANPI Val San Martino. L’allusione a una presunta “assenza” di democrazia, con riferimenti al Presidente del Consiglio e alle riforme costituzionali, appaiono fuori luogo e inopportune, anzi dannose proprio per l’Istituzione rappresentata, mettendo in discussione sul piano politico le norme previste proprio da quella Costituzione che si è detto di voler difendere e rispettare”.
“Per quanto accaduto – continua la lettera – esprimo serio rammarico, e l’amarezza per una occasione persa. A nome della Città di Calolziocorte ritengo di essere in dovere non solo di aver cura che il XXV Aprile sia celebrato degnamente, con tutti gli onori del caso, ma anche che ciò avvenga tutelando la libertà e la giustizia che costituiscono il frutto e l’intimo desiderio di chi allora ha combattuto e si è sacrificato. La libertà di pensiero e di parola devono tener conto dei ruoli, istituzionali o meno, del contesto, del motivo e della finalità di una celebrazione. La giustizia richiama a una riflessione più delicata e approfondita: la Storia della Resistenza e della Liberazione è chiara e fuori discussione, e da quei giorni deriva la Storia d’Italia fino ad oggi. “Attualizzare” quell’epoca storica con i suoi valori nel contesto odierno è una “elaborazione” (o rielaborazione, che intender si voglia) politica che, pertanto, attiene al piano politico e non alla rappresentanza istituzionale, e ritengo pertanto che non possa essere consentito ad alcuno sfruttare un ruolo significativo – altamente significativo è quello dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – per strumentalizzazioni di sorta. Il rischio, come è avvenuto anche a Calolziocorte, è quello di generare polemiche e distrarre la riflessione dai temi propri della ricorrenza del XXV Aprile.
All’ANPI e in particolare al Presidente nazionale Carlo Smuraglia vorrei esprimere che non mi sento né lontano né in contrasto coi sentimenti e coi valori che essi difendono, riconoscendo anzi apprezzamento e gratitudine per il lavoro di fondamentale importanza che da allora con costante continuità consentono a tutti, e soprattutto alle nuove generazioni, di conoscere, comprendere e tramandare questo patrimonio della Storia e dei valori d’Italia. Nel mio intervento per l’occasione, ho avuto proprio l’onore di riprendere e citare alcune parole del Presidente Smuraglia, quando intervenendo in Parlamento per il XXV Aprile affermava che «… la memoria serve per capire il presente e affrontare il futuro; ricordiamo perché le future generazioni trovino nelle scelte di allora, la forza e il coraggio della partecipazione che è, in definitiva, il vero sale della democrazia» dopo aver ricordato che la Resistenza « ha visto uniti, nella lotta, nel combattimento, ma anche in altre mille forme non armate, la parte migliore e più viva del popolo italiano. (…) È questione di sentimenti e di valori. Il punto fondamentale è ricordare e spiegare che cosa è stata davvero la Resistenza: un grandioso e collettivo impegno di riscatto del Paese, dopo più di vent’anni di dittatura».
D’altro canto condivido anche l’invito, sempre del Presidente nazionale ANPI, nella “Lettera aperta” pubblicata sul sito ufficiale il 21 aprile, in cui si sollecitava «un impegno comune affinché la manifestazione (…) possa aver luogo non solo senza contrasti, ma anche e soprattutto con la più ampia partecipazione di cittadini e delle Autorità istituzionali. (…) perché se la festa è – come deve essere – la festa di tutti, ogni considerazione di tipo politico deve essere messa da parte; la condizione unica ed essenziale è sempre quella del reciproco rispetto. (…) Un piccolo sforzo collettivo, che chiedo a tutti con la più viva cordialità…».
Analogamente il Comitato permanente dell’ANPI scriveva, sempre sul sito internet, che è «indispensabile ribadire ancora una volta che i valori a cui ispirarsi sono solo e sempre quelli di una democrazia fondata sulla partecipazione, sulla divisione dei poteri, sul rispetto della persona umana, delle istituzioni, delle regole da parte di tutti». Appunto ciò che stiamo sostenendo. Una festa di e per tutti, astenendosi dalle considerazioni di tipo politico, nel giusto spirito che deve contraddistinguere un Paese civile e la nostra Città di Calolziocorte. Distinzione dei ruoli e rispetto istituzionale, per dare il buon esempio civico, prima di dar lezioni fuori luogo di democrazia o libertà. Non è mia intenzione quindi dar spazio alla polemica, lo chiarisco bene, tanto meno con l’ANPI locale, e in modo assoluto con i Consiglieri comunali, e non voglio che il 70° anniversario sia ricordato per ciò che assolutamente non è attinente alla Festa.
Chiunque, singolo Cittadino o Associazione, è libero di esprimersi e prender la parte che desidera come ritiene opportuno, ma è bene tener conto anche in tal caso che i piani della politica e dei partiti si distinguono nel momento in cui si sostiene, legittimamente, una precisa opinione di parte. In tal caso una qualsiasi Associazione si qualifica anche per quanto è nel suo scegliere e agire. L’autorevolezza dell’ANPI, e mi auguro non venga mai meno per improvvidi incidenti di percorso, non è in discussione e la ritengo indispensabile per continuare nella sua fondamentale opera originaria. Concludo ripetendo la parte finale del mio intervento del 25 Aprile: «Ricordiamo il bene dell’Italia e dell’umanità, la pace e il ruolo che essa ha avuto in questi anni e che può avere in futuro, non in contrapposizione ma in cooperazione. A noi tutti cercare più concordia e collaborazione, meno ricerca degli interessi di parte o personali, nell’interesse di tutti verso una cittadinanza solidale e partecipata responsabilmente, più umana ed equa>>”.